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Soldi

Ok è ufficiale: l'Italia è in crisi! Lo spread è ai massimi storici, le borse crollano, il rating viene tagliato... e Monti, nuovo governo tecnico, chiede sacrificio agli italiani. Monti chiede a noi poveri disperati di stringere una cinghia alla quale non si possono più fare buchi. L'Italia è in crisi e con lei anch'io. Io sono quello che dai media è definito il classico piccolo imprenditore, quello che è strozzato dal peso della crisi. Ed effettivamente nulla posso dire, ora, in contrario.

Ormai avevo debiti che superavano notevolmente le mie possibilità di esaurimento a breve termine, ma anche quelle a lungo termine. Con la testa bassa, quasi colpevole di non so quale orrendo crimine, entrai nella mia banca di fiducia, quella che per anni mi accoglieva col sorriso sulle labbra e che ogni volta m'invitava a investire i miei risparmi proponendomi i prodotti migliori. Quella stessa banca che, pur di non far scappare un buon cliente quale ero, mi offriva carte di credito e prestiti con tassi vantaggiosissimi rispetto al mercato. Entrai, chiesi del direttore, la segretaria mi guardò quasi pietosamente "Vedo se è libero", sparì per qualche minuto e quando tornò m'invitò ad accomodarmi per attendere che il direttore si liberasse. Dalla porta appena socchiusa del suo ufficio vedevo di spalle un signore. Indossava, probabilmente il suo miglior abito di alta sartoria italiana, dal polsino spuntava un rolex. Rivedevo nelle movenze e negli atteggiamenti del direttore lo stesso compiacimento e la stessa cortesia che usava nei miei confronti quando ero un uomo di successo.

L'incontro fra i due durò più di mezz'ora, io ripetevo nella mia testa le parole da dire come se stessi imparando una parte di un copione che non avrei mai voluto recitare. Finalmente si strinsero la mano e il direttore fu libero. Sperai vivamente che, visto il mio passato lì dentro come buon cliente, mi potesse offrire un prestito che mi permettesse di pagare gli ultimi stipendi arretrati dei miei impiegati e le fatture non pagate.

Speravo vivamente che mi riservasse lo stesso trattamento del cliente precedente, in fondo io ero lo stesso Mario di sempre solo con un po' meno soldi. Mi fece accomodare e cominciò a smanettare sul pc, aprì la schermata con l posizione del mio conto corrente e cominciò a scuotere la testa. Io cercai di muovere quanta più pietà potessi, cercai di fargli capire che con le mie capacità sarei presto riuscito a far fronte a tutto, ma egli fu irremovibile "Con una situazione come la sua deve ritenersi fortunato che non le stiamo chiudendo il fido e il conto, ma non potrò aspettare ancora molto sig. Mario. O rientra o sarò costretto a procedere in breve tempo. Deve trovare il modo di sanare lo scoperto di fido e il fido stesso. Sono rammaricato caro ma non dipende da me, è la direzione che me lo chiede." Chissà perché non dipende mai da nessuno! Io volevo sistemare la situazione, volevo un prestito per unire tutti i debiti e le incombenze... ma chissà perché in Italia funziona tutto al contrario: Se hai i soldi, ti danno soldi, se non ne hai, non te li danno!

Uscii con la testa ancora più bassa di quando entrai. Ero disperato... ormai non vedevo alcuna via di uscita. Poi mi ricordai che in Italia ci sono anche altri che prestano soldi, altri che non si fanno scrupoli e non chiedono garanzie, altri dai quali sarebbe meglio stare alla larga... ma a me ormai non importava più nulla, non avevo più nulla da perdere.

Chiesi in giro finché m'indicarono un certo Sig. Carmelo. Non credevo che sarebbe stato così facile trovare le informazioni che cercavo, ma fu così. Dopo averlo contattato mi diede appuntamento presso casa sua. Al girono e l'ora stabilità mi presentai all'ingresso del cancello della sua dimora. Possedeva una villa alle porte di Milano che sembrava quasi una piccola reggia. Mi accolse una donna giovane in abiti succinti, da far ribollire il sangue a qualsiasi uomo di buongusto. Cominciammo la trattativa, io dissi di quanto avevo bisogno, lui mi disse che era una cifra mostruosa, io ribattei che potevo cominciare a dargli casa e macchina, lui storse il naso ma poi alla fine accettò "Allora siamo d'accordo...e mi raccomando la puntualità e soprattutto acqua in bocca!". Mi diede i soldi in contanti in una valigetta ventiquattrore, uscii da quella casa sentendomi quasi un ladro. Avevo addosso un terrore spaventoso, ma mi feci forza, m'infilai in macchina e corsi diretto a casa. Durante tutto il tragitto pensai a quanto fossi stato folle. Ormai la frittata era fatta e non sarei potuto più tornare indietro. I soldi erano veramente tanti e per restituirli ,all'interesse dell'usura, non mi sarebbero bastate due vite. Mi ero fatto tutti i calcoli prima di scendere a questo drammatico compromesso e sapevo che non ci sarebbero stati problemi. Ero sereno: avrei sistemato un po' di cose e nessuno ne avrebbe sofferto.


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