(Sophia) Capitolo 29
Per la seconda volta, mi sveglio fissando il soffitto, questa volta però è di quella che è stata la mia camera da letto per anni quindi, in un certo senso, è leggermente più confortante. Sono arrivata che era ora di cena e, come promesso, non mi è stata rivolta nessuna domanda.
Visto che avevo saltato la colazione ed ho smangiucchiato solo qualcosa mentre ero in macchina ma parliamo sempre di poche cose, niente di davvero sostanzioso che potesse riempirmi per cui, anche se non ne avevo voglia, ho cenato in silenzio. Appena finito di mangiare, cosa che ho apprezzato molto, mi sono rifugiata in camera mia senza essere più disturbata.
Anche ora, sembra che io possa stare in pace ancora un po'. Il telefono resta silenzioso grazie alla modalità aerea che ho inserito dopo aver percorso i primi chilometri, non volevo sentire nessuno e tanto meno voglio parlare con qualcuno.
Peccato che, i rumori che provengono da oltre la porta di camera mia, mi informano che non sono sola e anzi, la casa è piena di vita e, inevitabilmente, dovrò uscire da qua ed affrontare le domande che ho vietato implicitamente di farmi ed a cui non avrei neanche voluto rispondere ieri. Ma oggi, è un giorno nuovo e prima o poi devo affrontare questo discorso, purtroppo non posso restarmene rintanata qui dentro ed in me stessa per sempre.
Prendendo un grande sospiro inizio a prepararmi mentalmente all'interrogatorio che subirò ma, soprattutto, a dover rispondere. Mi siedo sul bordo del letto e, ragionando sul fatto che ieri sono riuscita a non piangere o per lo meno, non troppo, ho versato giusto qualche lacrima quando mi sono messa a letto, mi guardo a torno.
Fa uno strano effetto guardare questa quattro mura adesso, sono esattamente come le ho lasciate, non che mi aspettassi qualcosa di diverso, ma fa comunque strano essere qui ora che ho iniziato la mia nuova vita in un'altra città, mi sembra quasi di essere tornata indietro nel tempo.
Per quanto assurdo, anche in questo momento, potendo non cambierei nulla di quel che ho fatto e vissuto, non importa cosa mi riserva il futuro, ho conosciuto delle persone meravigliose ed in qualche modo, tutto questo, mi ha aiutata a crescere.
Ho dovuto affrontare diverse difficoltà con il trasloco ed i lavori per il locale e mi sono serviti tantissimo, anche se ho chiesto aiuto ed ho cercato di fare tutto con Erin, sono stata in grado di farcela, cosa che non credevo assolutamente. Sono riuscita a fare delle nuove amicizie che spero di riuscire a mantenere nel tempo.
Per la prima volta da tutta la mia vita, ho vissuto da sola, non che non fossi in grado di occuparmi dei servizi che ci sono da fare in una casa o di cucinare, quest'ultima è la mia specialità, ma ero preoccupata di qualche possibile paura nello stare da sola ed invece non c'è stato un solo momento in cui ho voluto tornare qui per non stare solo con me stessa.
Insomma, nonostante quest'ultima delusione che mi ha fatto prendere le mie cose e correre a casa, sono molto fiera di me visto che ero convita sarei tornare alla fine della prima settimana con la coda tra le gambe ed invece non è affatto andata come credevo, Erin l'aveva detto e, questa volta, devo ammettere che aveva decisamente ragione.
Me l'ha sempre detto di credere di più in me stessa e nelle mie capacità ma è un qualcosa che non sono mai riuscita a fare. L'aveva detto, avevo solo bisogno della giusta occasione per dimostrarlo a me stessa, non agli altri, peccato che, sia riuscita a farcela solo in questo, nel campo relazionale ho ancora bisogno di fare molta strada visto che non penso proprio riuscirò ad avere il coraggio di uscire con un altro uomo per un bel po'.
Prendo il telefono dal comodino, lo metto silenzioso e mi alzo, prima di appoggiarlo nuovamente dov'era, decido di sbloccare la modalità aerea così da tornare nuovamente raggiungibile ma, con il fatto che è silenzioso posso ignorare chiunque voglia contattarmi senza sentirmi, troppo, incolpa.
Senza neanche cambiarmi, esco dalla mia stanza in pigiama tanto, come al solito, indosso un pantalone da ginnastica ed una t-shirt visto che, in questa casa, come mi ricordavo, il riscaldamento è davvero altissimo, sembra quasi di stare in estate per quanto è alta la temperatura interna.
<< Buongiorno >> saluto palesando la mia presenza.
<< Oh buongiorno tesoro, ti ho preparato la colazione, hai fame? >> mamma inizia ad affaccendarsi proprio come ogni volta che vado a trovarla.
Inizialmente sarei voluta andare da Erin, dopo tutto è quella la casa dove abitavo prima di andare a vivere da sola, ma se fossi andata da lei e Logan non avrei mai potuto passare una serata tranquilla a riflettere per conto mio e per riuscire a farmi una ragione di ciò che è successo senza inciampare in qualche scena pietosa.
Erin non mi avrebbe lasciano né lo spazio né la possibilità di digerire, mi sarebbe stata addosso fino a quando non sarei crollata mentre pensavo che, con mamma, non ci sarebbero volute molte spiegazioni, qualcuna, ma che sarei riuscita ad arginarla senza troppi problemi ed invece, stupendomi positivamente, ha lasciato che mi prendessi il mio tempo.
Sono certa che non vede l'ora di farmi delle domande e capire, in primo luogo, che ci faccio nella casa in cui sono cresciuta e, in secondo luogo, come mai la mia improvvisata visto che ha sempre dovuto faticare un sacco per incontrarmi, al massimo venivo a trovarla la domenica per pranzo ed ora che viviamo distanti, praticamente non la chiamo, da quando mi sono trasferita mi ha chiamata sempre lei, io l'ho fatto solo una volta.
A pensarci bene non sono decisamente una buona figlia, so che mamma è da sola e che ha solo me eppure non la chiamo e non le sto vicina, praticamente non me la calcolo mentre, lei, ha fatto di tutto per cercare di capirmi, starmi vicina e non farmi mai mancare niente.
Tra questi pensieri e quel che è successo ieri mi sento una vera e propria schifezza, so di non averlo mai fatto per ferirla, non vorrei mai. Certo, mamma è incredibilmente petulante, alle volte appiccicosa e mi fa fare un sacco di figure davvero imbarazzanti quando ha i suoi momenti inopportuni però... La mamma è sempre la mamma, è insostituibile, non importa quanti difetti abbia e quanto ti faccia impazzire.
Che poi, a ben pensarci, la mia famiglia è soltanto lei. È vero, voglio bene ad Erin e Logan come se fossero la mia famiglia ma, a conti fatti, la mia vera e propria famiglia è solo mia madre. Papà è stato poco presente in tutti questi anni e, proprio come ho fatto io con mamma, lui non si ricorda mai di chiamarmi, se ci sentiamo quattro volte all'anno è solo grazie a mia madre.
Per quanto lui l'abbia fatta soffrire, è sempre pronta a ricordargli del mio compleanno, se non fosse stato per lei si sarebbe dimenticato sia il diploma del liceo che quello dell'accademia. A natale, il primo dell'anno, per il suo compleanno e pasqua invece sono io a chiamarlo per gli auguri di rito ma, anche quelle, sono chiamate di un minuto e mezzo, due al massimo.
Non che la cosa mi stupisca. Dopo tutto, quando ha lasciato me e mamma è stato perché si è fatto un'altra famiglia, nel peggior cliscé del mondo, la sua segretaria era la sua amante di cui si è innamorato e quando lei è rimasta incinta, non c'ha pensato due volte a lasciarci anche se io ero piccola. Inizialmente era abbastanza presente, ma con il tempo, la sua nuova moglie, è riuscita a tenerselo tutto per sé e per suo figlio.
Quella che ne ha sofferto di più è stata mia madre all'inizio, io c'ho messo un po' di più ad incassare il colpo, ad un certo punto, mentre iniziava ad allontanarsi anche se io mi impegnavo tanto per essere una brava figlia, che non si lamentava mai, che non chiedeva nulla e che dava il massimo a scuola.
Soffrivo perché pensavo di non essere abbastanza, che qualunque cosa facessi non fosse sufficiente affinché mi volesse ancora bene, il mio carattere timido e chiuso non mi ha aiutata visto che mi convincevo sempre di più che fosse colpa mia ma poi, ad un certo punto, in seguito all'ennesima litigata tra mia madre e mio padre, con lei in lacrime, ho realizzato che non ero io il problema.
Non ero io a non essere abbastanza, bastavo a mia madre e sono sempre bastata anche a me stessa. No, il problema era mio padre che non capiva assolutamente nulla ed è stato lui a perdere qualcosa, ha perso una figlia. Al diploma dell'accademia, l'ultima volta che l'ho visto, credo se ne sia reso conto anche lui.
Sono sempre stata educata ma, da quella sera in cui ho capito che non era colpa mia, ho sempre utilizzato un freddo comportamento di cortesia. E quando mi ha fatto gli auguri per il traguardo raggiunto all'accademia, ha avuto un momento di smarrimento, l'ho visto, quando l'ho guardato come se fosse impazzito quando ha cercato di abbracciami.
Che poi non ho mai capito davvero la sua reazione, cosa si aspettava da me? Non ricevo un suo abbraccio da quando ha lasciato casa nostra, la stessa casa in cui mi trovo adesso. Effettivamente mamma non ha mai davvero voltato pagina con mio padre e mi chiedo se è solo una prerogativa di noi donne restare legate alla persona che più ci ha ferito. Spero proprio di no.
Mi siedo al tavolo mentre guardo mamma fare avanti ed indietro mentre mi mette dei wafer nel piatto, accompagnati da un caffè e due marmellate diverse, una di fragole ed una di pere, davanti a me.
<< Non avresti disturbarti tanto, già ti ho invasa senza grande preavviso >>
<< Ma non dire sciocchezze, sono sempre felice quando mi vieni a trovare, lo sai >> mi lascia una carezza sui capelli sorridendomi con vera gioia.
Sento un grande senso di colpa allargarsi sempre di più nel mio petto mentre la guardo posizionarsi proprio davanti a me.
<< Mi spiace di non essere più presente >> mormoro.
<< Sta tranquilla, lo so che in questi anni ti sono sempre stata addosso, in un certo senso ho incanalato tutte le mie energie verso di te >>
<< Questo è vero ma mi rendo conto di essere stata decisamente una pessima figlia, soprattutto in questo ultimo periodo in cui sono stata più lontana >>
<< Invece è stato un bene avere tutta questa distanza >>
La guardo sorpresa << Dici sul serio? >>
<< Assolutamente si. Lo so che mi sono lamentata perché non mi chiamavi ma, ora che abbiamo avuto la possibilità di stare separate, mi sono resa conto che ci sono una marea di cose che mi appassionano >>
<< Davvero? >> inizio a mangiare << Per esempio? >>
<< Ho riscoperto la televisione ma, soprattutto, le serie televisive, capisco perché piacciono tanto, sono appassionanti >> spiega con espressione sinceramente sconvolta.
<< Io te l'ho sempre detto ma tu hai sempre insistito nel vedere quegli assurdi programmi di televendite che poi, non ho mai capito perché li guardassi, non hai mai comprato niente >>
<< Mia madre li guardava sempre ed io per sentirmi un po' più vicina a lei li ho sempre guardati quando non avevo un buon libro da leggere >>
<< O le parole crociate con cui scervellarti >> sorrido al ricordo.
<< Come se fossi mai riuscita o completarne una >> sbuffa scocciata mentre io scoppio a ridere.
Può sembrare assurdo ma è assolutamente vero, non importa per quanti anni ci abbia provato, da sola non è mai riuscita a completare una tabella delle parole crociate, aveva sempre due o tre spazzi a cui non trovava mai la risposta.
<< Non ridere di tua madre, potrei offendermi sul serio >> so che si finge offesa anche perché, subito dopo, mi sorride.
<< Dai, prima o poi ce la farai, ne sono sicura >> sorrido infilandomi in bocca l'ultimo pezzo di wafer.
Mamma mi afferra la mano << Sono contenta di vederti sorridere, non ti nascondo che ero e sono molto preoccupata per te. Intendiamoci, sono contenta che tu sia qua ma sei arrivata così all'improvviso ed il tuo silenzio mi hanno allarmata, ancora di più quando Erin mi ha chiamata preoccupata perché non riusciva a contattarti >>
<< Mi spiace, ho messo il telefono in modalità aerea per non essere disturbata, ieri avevo bisogno di un po' di pace >> sospiro lasciandole la mano.
<< Lo so che sono invadente alle volte e so che Erin ti farà un terzo grado ma, tutto quel che voglio sapere è se stai bene, ti hanno fatto del male? >>
La guardo e vedo tutta la preoccupazione possibile di una madre per sua figlia, mi ritrovo a sorriderle intenerita perché non siamo mai riuscite ad avere una conversazione così, non sta facendo alcuna pressione affinché io le parli, lo apprezzo davvero moltissimo e sono certa che lei lo sappia.
<< Niente di ciò che pensi mamma, sto bene, fisicamente sto bene. Diciamo che sono semplicemente un po' abbacchiata nello spirito ma con un po' di tempo passa tutto, anche le ammaccature spariscono >> le sorrido nuovamente per tranquillizzarla.
Ha già avuto tante preoccupazioni e, per quando le madri siano sempre e costantemente in apprensione per noi figli, non voglio che si prenda carico anche di quest'altra preoccupazione. Già sono certa che sarà una delusione il fatto che non riesco proprio a trovare la persona giusta per me.
In mia difesa però devo dire che ero proprio convinta di aver trovato la persona adatta a me ma, evidentemente, per lui c'è qualcuno di più appropriata. Che poi era solo la seconda volta in cui ho provato a mettere in gioco i miei sentimenti, speravo che andasse molto meglio ma va bene lo stesso, l'importante è mettersi in gioco ed averci provato.
<< Va bene, mi basta sapere che stai bene >> e, stranamente, è davvero così visto che non mi chiede più niente e cambia completamente discorso << Allora, Erin e Logan a che punto sono con l'impacchettamento delle loro cose? >>
<< Per la verità non lo so. Suppongo lo scoprirò quando andrò a trovarli più tardi. Tu invece? Non dovevi trasferirti prossima settimana? >>
<< È così, il trasloco è previsto per lunedì prossimo >> mi mette al corrente.
<< Beh mamma, manca una settimana e... Siamo onesti, vedo che sei proprio in alto mare, hai decisamente bisogno di aiuto visto che non hai fatto neanche un pacco, come pensavi di fare da sola ad impacchettare tutto entro lunedì? >> le chiedo con grande scetticismo.
<< Non capisco >> e mi guarda come se fossi impazzita.
<< Guarda che togliere tutte le cose di mezzo non è proprio immediato, non pensare che ci voglia poco per svuotare una stanza e tu hai una casa intera da svuotare >>
<< Sophia tesoro, non ho alcuna intenzione di mettermi a faticare appresso a queste cose, visto che, comunque, devo pagare qualcuno per il trasloco, con un po' di più saranno stesso i traslocatori ad occuparsi di incartare tutto ciò che c'è qua dentro >>
<< Ma mamma... >> non c'avevo pensato ma non credevo che avrebbe deciso di fare una cosa del genere, di solito è una donna molto inquadrata.
<< Sta tranquilla, non è un problema, alla fine dei conti non sono io a pagare infatti, sto pensando seriamente di farmi anche sistemare le cose una volta arrivati nella nuova casa dalla ditta >>
<< Sul serio? E poi scusa... Che vuol dire che non pagherai tu? >>
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro