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(Edward) Capitolo 32

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Buongiorno a tutti e buona lettura ma prima... Grazie a:

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Ah ed AUGURI a tutte le fanciulle! 😘



Ieri, dopo tutto il caos che c'è stato, invece di tornarmene a lavoro da Andrew, l'ho chiamato dicendogli che c'erano un paio di cose che dovevo assolutamente sistemare e che non potevano più aspettare, dovevo farle subito.

Mio fratello è stato molto comprensivo, immagino sia stato solo perché il locale è un cantiere in chiusura o meglio, ieri l'hanno chiuso definitivamente ed oggi ci saranno i vari controlli dei tecnici addetti che daranno il certificato per l'apertura ma questa, è una di quelle cose di cui, si occupa Faith.

Se fosse stato appena aperto il cantiere e ci fosse stato da tirare giù un tetto, col cavolo che sarebbe stato così comprensivo, giustamente oserei dire. Ci sono certi lavori da fare, durante una ristrutturazione, che sono davvero molto pesanti ed è giusto impiegare quanto più forza lavoro si possiede.

Ad ogni modo, quando mamma è andata via con Allison, Jay e Clay sono spuntati dopo pochi secondi fuori dalla cucina. I due avevano fatto il giro della casa così da evitare la mia ex una volta che sarebbe stata buttata fuori da nostra madre visto che, cosa che avevano preventivato, era piuttosto arrabbiata.

Quando, entrambi, sono spuntati fuori dalla cucina ho capito come ha fatto, mamma, a sapere che Allison fosse qui. Juliet li ha presi subito in giro sul fatto che hanno preferito passare dal retro invece di salutare una Allison infuriata.

A confermare i miei sospetti, sono stati i ragazzi che ci hanno spiegato che erano a pranzo a casa di mamma quando Andrew lì ha chiamati per conto mio. Sentendo la chiamata, mamma ha preso la situazione in mano dicendo ai due che avrebbe pensato lei a sistemare ogni cosa e di lasciar fare a lei.

Prima di raggiungerci però, a quanto pare, c'era bisogno di sistemare le cose del pranzo e la cucina, giusto per darmi il tempo di parlare con Allison e farle capire che avevo superato la nostra storia perché, mamma, al contrario dei miei fratelli, era certa che non c'era alcuna scelta da fare. Per fortuna qualcuno crede ancora in me e quel qualcuno è mia madre

Quelle due comare dei miei fratelli, prima di lasciarmi andare, hanno voluto un resoconto dettagliato di ciò che era appena successo, cosa che, Juliet, ha fatto subito. Al contrario, io ero molto più restio ma, alla fine, gli ho raccontato ciò che è successo in cantiere prima dell'arrivo di Juliet. Non c'è stato bisogno di raccontare altro visto che Juliet ha già raccontato ogni cosa nel minimo dettaglio.

Alla fine di tutto il racconto, Jay e Clay, si sono fatti una grande risata ed hanno concordato sul fatto che non è giusto che ogni volta che succede qualcosa loro non sono presenti oltre al fatto che, a quanto pare, non vedono l'ora di conoscere Erin perché, a quanto pare, non vedono l'ora di stringerle la mano per ciò che ha fatto.

Io invece sono più preoccupato del fatto che potrebbe non volermi dar retta e quindi non aiutarmi con Sophia convincendola a tornare il prima possibile. Ovviamente evito di esternare i miei timori ai miei fratelli, non avevo voglia di trattenermi ancora con loro e, inoltre, avevo altre cose da fare.

Tra l'altro ieri sera sono passato a casa di mamma, una volta terminati i servizi che dovevo fare, per controllare che fosse tutto apposto e che Allison se ne fosse andata senza crearle troppi problemi. Sono rimasto davvero felice del fatto che, come speravo, a casa di mia madre era tutto in ordine e, scendendo a controllare la cantina, ero sollevato del fatto che buona parte della roba di Allison era sparita.

<< Domani il parroco ed alcuni volontari della comunità verranno a prendere il resto di questa roba e poi saranno loro stessi a vedere cosa potrebbero riutilizzare per beneficienza o per bancarelle dell'usato per racimolare qualcosa e cosa è inutilizzabile >> questo è tutto ciò che ha detto in questione mamma per confermarmi che Allison non c'era più e non sarebbe tornata.

Pensavo che me ne sarei tornato a casa per cercare di passare una serata tranquilla e, magari, provare a chiamare Sophia, nella speranza che mi rispondesse e, invece, sotto insistenza di mia madre, sono rimasto a cena da lei. Anche Andrew ci ha raggiunti con Bobby. L'unica cosa che mi ha chiesto, riguardo a tutto il caos di oggi, è stato se fosse riuscito a concludere i servizi.

A fine serata, quando me ne stavo andando, mamma mi ha raggiunto alla macchina.

<< Sono molto fiera della scelta che hai fatto, Sophia mi piace molto e credo che insieme starete molto bene insieme >>

A quel punto mi sono trovato ad ammettere il mio unico timore << Non ha aspettato neanche di parlarmi prima di prendere e scappare, farà così ogni volta che ci sarà un problema all'orizzonte? >>

Lo sguardo che mi ha rivolto mamma mi ha fatto sentire come se fossi tornato bambino << No tesoro, non accadrà. Sophia è una ragazza molto timida e riservata, sono certa che quando le darai tutte le certezze di cui ha bisogno, anche lei riuscirà a trovare la sicurezza necessaria per affrontare qualunque cosa accadrà in futuro >>

Dopo la sua rassicurazione mi sono sentito meglio, sia Andrew che mamma mi hanno fatto capire che, per quanto io possa pensare che quel che provo per Sophia è palese a tutti, lei ha bisogno che io prenda una posizione netta e che la metta davanti a dei fatti così che possa vedere la nostra stabilità, non solo i suoi timori nei confronti degli altri o delle relazioni.

Immagino che avrei dovuto farlo prima, soprattutto sapendo la sua esperienza passata con il suo ex o pensando a quel che mi ha raccontato a proposito del padre e di come l'ha fatta sentire. Insomma, se ieri è stata una giornata istruttiva ed abbastanza produttiva, oggi, è tutta un'altra questione visto che Sophia continua a non rispondermi al telefono.

Stamani ho avviato la predisposizione idraulica alla casa di Faith, adesso me ne sto tornado a pranzo a casa. C'ho messo un po' a convincere Jay e Clay a lasciarmi tornare a casa mia senza che mi seguissero. Non ho molta voglia di compagnia ma, soprattutto, mi sono voluto liberare dei loro sguardi preoccupati, mi stavano facendo venire il nervoso.

Parcheggio, scendo dall'auto e, con chiavi e telefono in mano, mi avvio verso il portone facendo partire l'ennesima chiamata al telefono di Sophia. Inserisco la chiave nella toppa del portone quando, al primo squillo, sento una suoneria alle mie spalle.

Mi giro di scatto e me la ritrovo lì davanti che mi guarda con un certo timore nello sguardo. Prima che possa sfuggirmi un'altra volta, cosa di cui al momento ho davvero il timore, le afferro un braccio e la guido dentro fino ad entrare in casa e richiudere la porta alle mie spalle.

<< Ciao >>

<< Ciao? Tutto qui? Sei sparita per tre giorni e mi dici solo ciao? >> sbotto subito perché quando le ho scritto che ero arrabbiato era vero. Mi sento anche ferito in realtà.

Cerco di calmarmi subito perché la vedo incassare la testa nelle spalle allontanandosi. Mi passo una mano tra i capelli, ho lavorato tutta la mattina e sono sporco oltre che affamato quindi, per recuperare la calma e la giusta lucidità che mi serve per la discussione che stiamo per affrontare, decido di prendere tempo.

<< Senti, ho bisogno di farmi una doccia ed ho fame visto che stamani ho lavorato parecchio quindi, che ne dici di preparare qualcosa mentre io mi vado a fare una doccia veloce? O hai già mangiato? >>

<< No, sono venuta direttamente qui e ti ho aspettato >> mormora senza guardarmi.

<< Bene, allora facciamo come ho detto e dopo parliamo >> dico togliendomi la giacca e sporgendomi verso di lei per aiutarla a togliersi la sua.

<< D'accordo >> concorda appoggiando anche la borsa.

Mentre lei va in cucina io in poche falcate arrivo al bagno e, facendo il più in fretta possibile, lascio i panni sporchi in un angolo nascosto del bagno prima di infilarmi in doccia. Nel giro di pochi minuti sono fuori dalla cabina con indosso l'accappatoio. Mi strofino i capelli all'interno del cappuccio mentre esco per andarmene dritto in camera e vestirmi.

Afferro le prime cose che trovo, saltello per la mia stanza cercando di vestirmi velocemente infatti, esco dalla mia stanza mentre sto finendo di infilare il maglioncino. Quando mi affaccio in sala, ci sono due posti apparecchiati sul bancone della cucina mentre Sophia mi da le spalle, sta mettendo qualcosa nei nostri piatti ma non riesco a vedere bene cos'è. Così, come se non fosse successo niente in questi giorni, l'abbraccio appoggiando la testa sulla sua spalla.

Sophia si irrigidisce, non so il perché ma non mi faccio prendere da strane ansie mentre guardo cos'ha cucinato << Ho trovato queste salsicce in frigo, ho pensato ti avrebbe fatto piacere qualcosa di più sostanzioso di un paio di uova >>

<< Hai fatto bene e poi ho visto che ci hai lavato anche i pomodori >> commento prendendole i piatti da sotto il naso ed appoggiandoli ai due posto pronti << Mi spiace ma ho davvero fame quindi, magari, potremmo parlare mentre mangiamo >>

Così iniziamo a pranzare. Sophia è decisamente tesa ma non dice niente mentre mangia, soprattutto, pomodori. Alla fine mi decido a parlare perché non mi piace vederla così a disagio, in modo particolare se è con me. Mantengo un tono tranquillo quando inizio a parlare.

<< Lo so che sei andata via a causa di Allison ma, non avresti dovuto. Il fatto che te ne sia andata mi ha ferito, vuol dire che qualunque cosa io abbia detto o fatto, da quando stiamo insieme, non abbiano valore >> cerco di spiegarle e farle capire il mio punto di vista.

<< Mi dispiace, non avevo intenzione di farlo. È che... Per me non è semplice e lei era qui >>

Ci guardiamo negli occhi << Era qui perché aveva ancora il mazzo di chiavi di quando stavamo insieme, non certamente perché io le ho aperto. Quando avete parlato, io stavo dormendo. Mi sono accorto della sua presenza solo grazie alle urla di Jay. Mi sono svegliato, ho aperto la porta di camera mia e mi sono ritrovato mio fratello e la mia ex che litigavano >> così inizio a spiegarle per bene cos'è successo quel giorno, stando attento a darle quanti più dettagli possibili.

Alla fine del mio racconto la vedo scoppiare a piangere mettendosi le mani davanti al viso << Sono una cretina, mi dispiace davvero, non avrei dovuto crederle ma lì per lì era tutto così sensato quel che mi stava dicendo >> sospiro di stanchezza, non vorrei ma la realtà è che non riesco ad essere arrabbiato con lei, non quando è qui davanti a me a piangere, è più forte di me.

<< Vieni qui >> sposto le nostre sedie e, dopo averle tolto le mani dal viso la tiro verso di me costringendola ad alzarsi per poi posizionarla sulle mie gambe. Sophia nasconde subito il viso nel mio collo, troppo imbarazzata per guardarmi ma io non ho finito, voglio davvero che abbia tutte le sicurezze e le certezze che ha bisogno su di me << Sei l'unica che non l'ha ancora capito e forse è colpa mia, non avrei dovuto darlo per scontato ma... >> con delicatezza la faccio uscire dal suo nascondiglio asciugandole le lacrime << io ti amo >> le lascio un momento mentre la vedo spalancare gli occhi << può sembrare affrettato visto che stiamo insieme da pochi mesi ma per me sei molto più importante di quanto credi. Mi sembra di conoscerti da sempre e, inoltre, c'è una sintonia tra noi che non ho mai provato con nessun'altra >>

Sophia rimane ammutolita ma il suo sguardo non mi sembra spaventato da ciò che le ho appena detto, anzi, credo che sia solo un po' sconvolta. Probabilmente si aspettava un altro tipo di reazione da me, magari una litigata furiosa, ma non questo. Incoraggiato dai suoi occhi, decido di smetterla di aspettare, l'ho fatto più che a sufficienza.

Sistemandomi meglio prendo il completo controllo della situazione e la bacio, prima piano per evitare di spaventarla proprio adesso. Man mano che la sento più sciolta, faccio in modo di coinvolgerla in qualcosa di sempre più profondo fino a quando non decido di alzarmi da quella sedia.

È solo allora che si allarma un po' infatti, si allontana quando basta per sussurrare un << Ed... >>

<< Dopo finiremo di parlare, ho ancora diverse cose da dirti ma, per ora, fidati di me >> è tutto ciò che le dico prima di riprendere ciò che stavo facendo ed entrando in camera.

So che si fida di me, lo so da sempre, ma il suo rilassarsi anche in questo momento, è un'ulteriore conferma di quanto possa credere in me. Anche se non me l'ha detto, so che anche lei è innamorata di me, lo vedo e leggo nei suoi occhi ogni volta che mi guarda, non importa il fatto che stiamo insieme da pochi mesi, quel che proviamo c'è, è reale ed è più forte di quanto credesse ed ho tutte le intenzioni di dimostrarglielo.

           

Arrivato al bordo laterale del letto, con non poche difficoltà, cerco di sdraiarla con quanta più delicatezza possibile ma, nel movimento, finiamo per cadere entrambi di botto soprattutto perché mi ha sorpreso con una mano infilandola sotto il mio maglione. L'unica cosa che riesco a fare, in questa specie di caduta, è parare le braccia davanti in modo da non caderle completamente addosso ma restando sospeso.

Finiamo per scoppiare a ridere entrambi, Sophia ha il viso tutto rosso a causa dell'imbarazzo, il fatto che non abbia molto esperienza in quel che sta per succedere, di certo non l'aiuta con la sua timidezza. Ma il fatto che entrambi sappiamo cosa stiamo per fare, da ad entrambi una certa consapevolezza nel nostro rapporto.

<< Sei sicuro di quello che stai facendo? >> domanda in cerca di un'altra rassicurazione << Insomma, ho visto bene la tua ex e so che non c'è paragone tra di noi >>  

<< Smettila di dire sciocchezze Sophia >> le sposto i capelli dal viso prima di raddrizzarmi e sfilarmi maglietta e maglione in un unico colpo << È te che voglio e tu sei l'unica che ha qualche dubbio in questione >> con sicurezza tiro su anche lei sfilandole maglia e maglione << Adesso fa l'amore con me, poi potrai chiedermi tutto ciò che vorrai ed io sarò felice di rassicurarti su ogni cosa >>

Sophia è al massimo dell'imbarazzo mentre mi guarda e cerca di nascondersi alla mia vista. Nel tentativo di farla stare più tranquilla, cerco di distrarla tornando a baciarla con una certa irruenza perché voglio che lo capisca anche dai miei gesti, non solo a parole, che la voglio davvero.

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