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(Edward) Capitolo 30 (parte 2)


Quando arriviamo nei pressi del locale di Sophia ci rendiamo conto che il chiasso che sentiamo proviene proprio da lì, cosa strana visto che nessuno dovrebbe essere a lavoro quindi non ha senso che stiano urlando.

Andrew affretta il passo e mentre si affaccia all'ingresso del locale urla << Ma che diavolo sta succedendo qui? >>

<< Ecco, lui è Andrew Reed, può chiedere a lui >> non faccio in tempo ad affiancare Andrew che alla fine della frase di uno dei nostri operai sento la voce di una donna.

<< Tu! Fratello del disgraziato, dov'è quel cretino di tuo fratello Edward! >>

Affianco Andrew mentre lo vedo alzare un sopracciglio con scetticismo, mentre guarda verso il basso, ed alzare il braccio per indicarmi. Guardo la ragazza davanti a me ma sono certo di non averla mai vista prima d'ora quindi non riesco a capire perché ce l'abbia con me.

<< Quante altre donne hai fatto arrabbiare? >> domanda Andrew a bassa voce peccato che io non abbia il tempo di rispondergli.

<< Microcefalo che non sei altro, dov'è quella stupida gallina che ti piace tanto? Voglio proprio scambiare due chiacchiere con lei visto che, nessuno, può permettersi di parlare a Sophia come ha fatto lei senza poi subire la mia ira >>

Capisco che la ragazza che ha appena finito di parlare, sbattendo con forza un piede per terra, non solo è arrabbiata ma è certamente Erin, e, se lei sa quel che è successo tra le due, vuol dire che ha visto Sophia.

<< Come sta Sophia? Dov'è? >> le chiedo subito facendomi avanti ed ignorando il suo sguardo imbufalito e che non promette niente di buoni.

<< Come vuoi che stia? È a casa, con persone che le vogliono bene davvero e se credi che sia arrabbiata solo con quell'oca giuliva di sbagli di grosso, ne ho anche per te brutto emerito stronzo che non sei altro! >> anche se è bassa mi punta un dito contro sbattendomelo sul petto a modi minaccia.

<< Ho bisogno di parlare con Sophia al più presto, dimmi dov'è così che le possa parlare, è stato tutto un grosso equivoco >>

<< Forse non hai capito, al momento voglio parlare con quella sottospecie di donna, del resto non me ne frega assolutamente un ca.... >>

<< Clayton! >> Erin non riesce a finire la frase o meglio, la parolaccia che sono sicuro le stesse per uscire dalla bocca che l'urlo di Juliet arriva alle nostre orecchie richiamando l'attenzione di tutti, anche quella di Erin.

Sentiamo una portiera sbattere veramente forte prima di sentire Juliet urlare un'altra volta << Clayton Reed! >>

<< Ma che diavolo succede oggi? So che potrebbe non smembrarlo ma questo è un cantiere e se è la giornata mondiale del periodo mensile delle donne fatemi il favore ed andate da qualche altra parte, qui c'è gente che deve lavorare >> brontola in maniera particolarmente arrabbiata Andrew.

<< Forse non avete capito, ho bisogno di Clay, subito >> Juliet è sempre stata una persona calma e vederla così agitata non è uno spettacolo da tutti i giorni infatti, mi preoccupo all'istante.

<< Juliet che succede? Clay non è qui, è al cantiere vicino a casa vostra, sta monitorando i lavori alla mia casa >>

<< Dannazione! Ho fatto tutta questa strada e poi se ne stava a due passi da casa?! Guarda come te lo dico Edward, se non vuoi che tuo nipote si ritrovi con la madre in carcere nel giro di poco vedi di fare qualcosa >> è decisamente nera.

<< Va bene ma sarebbe carino se potessi essere leggermente più specifica in quel che dovrei fare >>

<< Devi venire a far uscire da casa mia Allison! Immediatamente, non ce la voglio e non vuole andarsene quindi fa qualcosa! >>

<< Posso farlo io se vuoi, sono qui apposta per fare un paio di chiacchiere con lei >> si intromette Erin superandomi ed avvicinandosi a Juliet << Sono Erin, la migliore amica di Sophia, piacere di conoscerti >> così allunga la mano nella sua direzione.

<< Piacere mio >> e le stringe la mano << Non c'è problema, puoi seguirmi con la macchina o venire con me >>

<< Ti seguo >> le risponde subito ed entrambe si incamminano alla macchina.

<< Fermi tutti ma che cavolo... >> peccato che ormai sto parlando al vento visto che stanno salendo in auto.

<< Fossi in te le seguirei >> suggerisce Andrew << Nessuna delle due sembra avere buone intenzioni >>

<< Fammi un favore e chiama Clay e Jay e dì loro di raggiungermi >> glielo dico mentre corro alla macchina.

<< Come vuoi ma vedi di sedare gli animi >>

Non hanno un grande vantaggio su di me e, conoscendo Juliet, non supereranno i limiti di velocità quindi dovrei riuscire a raggiungerle prima che entrino in casa. Per fortuna Max oggi ha il rientro pomeridiano a scuola quindi non è a casa ma, qualcuno, dovrà andare a prenderlo all'uscita, alle tre e mezza quindi tra un'ora.

Percorro la strada verso casa di mio fratello, quella che ad un certo punto sarà anche la strada per andare a casa mia, quando arrivo davanti a casa di Clay, Erin e Juliet stanno entrando in casa. Mi muovo a lasciare la macchina in modo da non dar fastidio a nessuno e permettere ai miei fratelli di parcheggiare per bene.

Scendo dalla macchina e, limitandomi a spegnere il motore e sfilare le chiavi dal cruscotto infilandomele in tasca, lascio tutto aperto e corro dentro, non vorrei davvero che la giornata finisse con qualcuno all'ospedale, non ne ho proprio voglia.

Quando entro trovo tutte le ragazze in soggiorno. Allison è in piedi con Erin difronte a lei mentre, Juliet, è seduta sul divano come se niente fosse quando, queste altre due stanno sbraitando o meglio, la nuova arrivata è davvero fuori di sé ed urla.

<< Non me ne frega niente di chi credi di essere, va a prendertela con il mondo intero, insulta chi più ti pare e piace ma nessuno e ripeto, nessuno, può parlare e trattare Sophia come hai fatto tu, hai capito spilungona >> il suo deve essere un vizio quello di indicare gli altri e pungolarli con quel dito puntato << Non interessa a nessuno il fatto che tu sia laureata ed un medico, sono solo titoli di studio, non dimostrano l'intelligenza di una persona e, giusto per la cronaca, Sophia è molto più in gamba di te che per far notare agli altri quanto sei brava hai bisogno di tirare fuori tutti i tuoi inutili pezzi di carta >>

<< Senti piccoletta vedi di darti una calmata, non puoi parlarmi così >> le risponde Allison con evidente nervosismo nella voce.

<< Ah! Mi chiami piccoletta solo perché sono più bassa di te? Questa è tutta la tua grande intellettualità? >>

<< Cos'è ti senti offesa? Non è certo colpa mia se sei una nanerottola >>

Mi avvicino velocemente alle due cercando di allontanarle << Ok, adesso basta, datevi una calmata tutte e due e, Juliet, non dici niente? >>

Juliet mi guarda come se in mezzo al suo soggiorno ci fosse solo aria, non due donne che stanno litigando e sono talmente vicine che potrebbero benissimo iniziare a menarsi o tirarsi i capelli o qualunque cosa facciano le donne in questi casi.

<< Sei proprio povera di contenuti e non mi dispiace affatto per te anzi, ti auguro in peggio del peggio perché non meriti altro e credimi >> rincara la dose Erin e se devo essere onesto, è lei che è la più difficile da tenere visto che cerca di superarmi in tutti i modi possibili mentre Allison la fissa immobile << arriverà un giorno in cui qualcuno ti tratterà come hai fatto tu con la mia amica e credimi, ti ricorderai le mie parole perché a quel punto sarai sola visto che, quelle come te, cattive e snob, prima o poi, le mollano tutti >>

<< Non so con che coraggi dici certe cose, tu non centri niente e dai per scontato che la tua amica non abbia esagerato con il suo sciocco racconto. Probabilmente per passare ancora più da vittima ha condito ciò che è accaduto davvero >>

<< Allison sta zitta e vattene da casa di Juliet >> la riprendo subito visto che inizio ad essere davvero infastidito.

<< Dimmi dove vuoi parlare, non aspetto altro, se vuoi vado ad aspettarti a casa >>

<< Basta, l'ammazzo >> Erin prova di nuovo a scansarmi ma riesco a trattenerla per le braccia.

Sarà anche bassa ma si dimena come un'ossessa, se continua così finirà per farsi male ma soprattutto, finirà per colpire me che non centro nulla.

Mi concentro nuovamente su Allison che guarda Erin con un sorriso di scherno << Restituiscimi immediatamente il matto delle chiavi di casa mia >> scandisco bene l'ultima parola perché le arrivi chiara alle orecchie.

L'effetto che ottengo è esattamente quel che desideravo << Ma tesoro... >>

<< Nessun tesoro. Tra me e te è finita molto tempo fa Allison. Sto con Sophia e sono felice con lei. Non c'è niente che tu possa fare o dire per farmi tornare sui miei passi e... Tu >> tiro indietro Erin guardandola ed attirando la sua attenzione << Datti una calmata. Se vuoi essere utile a qualcuno, torna da Sophia >> mi avvicino a lei ed abbasso la voce, non voglio che Allison senta << Per favore, falla tornare qua, è questa casa sua ormai ed io ho bisogno di parlarle per spiegarle >>

<< Non so se te la meriti una meraviglia come Sophia >> sibila a bassa voce pure lei.

<< Forse hai ragione ma ci tengo davvero a lei e non voglio che finisca così tra noi quando nessuno dei due lo desidera davvero. Tutto questo non sarebbe dovuto succedere ed io desidero indietro la mia Sophia >>

Mi guarda un attimo prima di acconsentire << Va bene >> la lascio andare ma non ha finito di parlare infatti torna a guardare Allison << Sta lontana da Sophia e spera di non incontrarmi mai da sola o giuro che non rispondo delle mie azioni spocchiosa ignorante che non sei altro >>

Così com'è arrivata, Erin va via come una furia salutando solamente Juliet, in tutto questo, a me, mi ha guardato appena. Probabilmente se ci rincontrassimo per strada io riuscirei a riconoscere lei ma non il contrario visto che si è concentrata principalmente su Allison e Juliet.

<< Due selvagge ecco con chi avete avuto a che fare, delle selvagge ed è evidente che lo sono entrambe altrimenti perché mandare quella nanerottola per parlarmi >> è il commento tagliente di Allison che mi fa scattare definitivamente.

<< Smettila di sputare sentenze e cattiverie su Sophia, non vali neanche la metà di lei e non sei minimamente alla sua altezza, la persona che desidero al mio fianco è lei con tutta la sua timidezza e dolcezza, non te >> mi avvicino a lei ed allungo una mano << Le mie chiavi >>

<< Quello è il mio mazzo >> protesta.

<< Dammele subito o giuro che ti denuncio e ti faccio passare un sacco di guai. Sai che il compagno di Faith è lo sceriffo? >> lo so che è intimidazione ma ne ho fin sopra i capelli.

<< Questa è intimidazione >> si gira verso Juliet << Mi sta minacciando >>

<< Davvero? Io non ho sentito niente del genere >> le risponde l'altra.

<< Le chiavi Allison. Subito! >>

<< Tieni >> sbotta lei adirata dandomi quel che le ho chiesto.

Faccio un passo indietro controllando che ci siano tutte << Devi andare via Allison, immediatamente, non mi importa niente del perché sei dovuta andare via ed il motivo per cui non hai potuto avere contatti con noi, ti voglio fuori dalla mia vita ed è palese che anche i miei familiari ti vogliono fuori dalla loro quindi fai un favore a tutti e tornatene a casa e vatti a prendere le tue cose, sono nella cantina a casa di mia madre >>

<< Permesso >>

Come se l'avessi chiamata, la voce di mamma che entra in casa mi sorprende ma sono troppo impegnato in un gioco a chi cede per primo di sguardi con Allison e non ho alcuna intenzione di spostarlo io per primo. Conoscendola, se distogliessi lo sguardo, rischierei di farle credere che non sono certo delle mie parole quando non è affatto così.


La prima a distogliere lo sguardo è lei che sposta gli occhi su mia madre aprendosi in un sorriso che un tempo amavo ma che al momento non mi dice niente << Lilia cara! È un piacere rivederti, come stai? >>

<< Oh Allison, non sapevo che fossi qui. Comunque sto bene cara, grazie per l'interessamento e vedo che anche tu stai una meraviglia >> si complimenta mia madre, mi giro verso di lei, il suo tono sembra sincero ma so che sapeva del suo arrivo dopotutto, l'ha detto lei ad Andrew << Ma che fortuna vederti, Edward ha ragione, visto che sei passata a trovarci potresti approfittarne per riprenderti gli oggetti che vuoi tenere. Come ti diceva Edward sono a casa mia, impacchettati e sistemati in cantina, mi servirebbe proprio liberarla per fare un po' di spazio. E poi... Le cose che non ti servono più, si possono donare in beneficienza o buttare ma tranquilla, a queste cose, posso pensarci pure io almeno non sarai costretta a trattenerti più del dovuto. Forza, andiamo non stiamo qui a perdere tempo che siamo tutti molto impegnati >> le fa segno di seguirla ed Allison è praticamente costretta a farlo.

In maniera non molto velata, le ha fatto capire che lei e le sue cose, non sono più le benvenute tra di noi e ne sono felice oltre che sollevato. Mamma lascia passare prima Allison per poi guadarmi e, sorridendomi, mi fa l'occhiolino.

<< Con te e Sophia ci vediamo domenica a pranzo e mi raccomando, non fare troppi sforzi, so che sei stato con la febbre ed avrei preferito restassi a casa anche oggi >>

<< Sto bene mamma. Grazie di tutto >> la guardo girarsi ed alzare la mano facendomi un cenno come se non avesse fatto nulla.

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