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Soul Eater AU! One Shot

Maria's POV

'In un mondo in cui il male dilaga portando alla follia gli uomini, esiste una scuola nella città di Death City situata nella Death Valley, in Nevada, che addestra giovani all'uso delle armi per la lotta contro Kishin. I ragazzi sono i "Maestri d'armi"  il cui obiettivo è racimolare 99 anime malvagie ormai divenute uova di kishin e un'anima di strega, da far mangiare al proprio partner, ovvero colui che possiede il potere di trasformarsi in "Arma" per farla divenire Falce della Morte.

Infatti il fondatore della Shibusen, non è altro che il dio della morte, Shinigami, che assolve anche alla funzione di preside.

Lo scopo finale della scuola è di mantenere la pace attraverso l'eliminazione fisica di coloro che si immergono volutamente nell'oscurità o che commettono crimini efferati verso gli uomini, ed impedire che sorga un nuovo kishin. Il kishin è un essere che si è nutrito di anime umane innocenti e ha raggiunto uno stadio demoniaco; in passato un maestro d'armi chiamato Ashura si è trasformato in kishin facendo quasi sprofondare il mondo nel caos. Shinigami lo sconfisse in battaglia, scuoiandolo e intrappolandolo in una sacca fatta con la sua pelle, ove giace sopito, imprigionandolo poi in un'area sotterranea della cittadina dove si trova la DWMA (il nome della scuola, Death Weapon Meister Academy). Le anime malvagie che le armi devono mangiare sono considerate "uova di Kishin".

I maestri seguono lezioni nei più svariati campi da maestri più anziani ed esperti e seguono missioni volute dal preside che sono chiamate lezioni di recupero, la maggior parte delle quali è raccogliere anime prave. Solitamente i maestri agiscono da soli, con le proprie armi, ma può capitare che si mettano in collaborazione con altri loro compagni per portare a termine le missioni.'


Era la prima volta che leggevo il documento ufficiale della DWMA, ma infondo era solo la teoria spicciola di ciò che è la mia vita. Ed infatti trovo eternamente stupido dover andare in questa scuola, come se noi avessimo bisogno di lezioni a riguardo di ciò.

"Riprenditi questa robaccia" esclamo nel silenzio di quella tranquilla colazione, tirando la pergamena in fronte alla mia Maestra d'armi. La quale la afferra gentilmente e la poggia con la sua solita delicatezza sul tavolo.

Con il tempo sono cresciuta ad apprezzare la sua gentilezza e modi di fare pacati, ma probabilmente non sarebbe mai accaduto se lei non fosse forte e coraggiosa com'è.

Prima di lei ero solo una stupida arma che utilizzava le proprie abilità per rubare e scappare dalla mia famiglia, un branco di ricconi altezzosi e ripugnanti. Ma lei mi ha insegnato che mi devo elevare dalla loro cattiveria e diventare una persona migliore, non abbassarmi ai loro livelli. She really saved me.

"Maria non c'è bisogno di esser così scontrosa, lo sai?" quel tono di voce rimproveratore non si mischiava bene alla sua voce dolce, quindi sbuffai semplicemente e tornai alla mia colazione.

Sono ormai dieci anni che vivo nella casa di Shinigami e sua figlia, nonchè la mia maestra d'armi, e siamo partner da altrettanto tempo. Ma oggi è il 27 agosto, e Maria Sara ha appena compiuto sedici anni, l'ora di entrare alla DWMA.

Allora a me quest'idea non piace, capisco che ciò ci renderà Arma e Maestra d'armi con i contro cazzi e dei titoli legittimi nei confronti della legge, però passare da una vita a casa a dormire e poltrire a svegliarsi tutti i giorni alle sei non è che mi entusiasma. Tanto comunque ci attiviamo a catturare uova di kishin, e io ne ho già mangiate all'incirca venti.

E poi fa veramente veramente caldo.

"Perchè stiamo andando a piedi esattamente?" chiesi acida e scontrosa, "E' il nostro primo giorno di scuola! L'attesa per andare a scuola è la scuola stessa!" rispose Maria Sara con un sorriso a trentadue denti. Io spero mi stia solo prendendo per il culo.

La sua divisa è composta dalla solita maglietta e gonna da scolaretta giapponese, ma dai motivi neri e la cravatta modellata in un piccolo teschietto allungato, in tipico stile DWMA. Indossava infine degli stivali accompagnati dai doppi calzettoni neri. Io avevo scelto una cosa più semplice, una camicia nera accompagnata da un pantalone elegante del medesimo colore, finendo con una cravatta foulard bianca. 

Conclusione? Faceva davvero caldo.

Ma finalmente eravamo arrivate. Era una scuola molto appariscente, ma infondo era il centro della città quindi ciò era abbastanza normale.

"Ti prego dimmi che gli scalini non li vuoi fare" "Ma come quella è la parte più divertente!"

Dio santo, ma è questa la mia punizione per esser stata una delinquente?

"Senti e se mi trasformassi in arma, mi porti te e siamo felici entrambe?" provai a chiedere mentre le mie gambe mi imploravano di stendermi e morire lì per terra.

Lei ci pensò qualche secondo e anche se un pò delusa, ridacchiò e accettò. La mia forma arma per lei era estremamente comoda infondo, ero una falce di un metro e cinquanta circa. La lama era decorata con due colori diversi, la parte superiore era sempre stata di un nero cupissimo, l'altra era cangiante con il colore dei miei capelli,i quali tingo molto spesso, in questo mese di agosto, è di un rosso rame davvero particolare.

Quindi così iniziò la nostra scalata verso l'entrata, almeno è ciò che stavo sperando ardentemente.

"Che bella che sei, sicuramente sei un'arma molto forte" una voce un pò ridacchiante e docile dietro di noi ci rivolse, curiosa tornai in forma umana.

Ci girammo entrambe per ritrovarci una ragazza dai lunghi capelli bicolore,neri e rossi, che sorrideva e arrossiva. Indossava un maglione di colore nero infilato in un paio di pantaloni di jeans strappati con qualche toppa a tema DWMA sulle tasche.

"you bet" risposi incrociando le braccia e sorridendo maliziosamente, lei rise di gusto.

"Mi chiamo Stefania, sono l'arma di un'altra ragazza, ma sia lei che l'altro nostro partner sono in ritardo", si presentò timidamente.

Maria Sara le strinse la mano calorosamente, "Io sono Maria Sara e sono la Maestra d'armi di Maria".

Sembrava di stare vicino al sole, Maria Sara risplendeva di luce propria, sempre così docile, gentile e carina. Insomma, io mi sono già rotta i coglioni di questa.

Ma Maria sara dice sempre che se non ho nulla di gentile da dire sempre meglio che sto zitta e non dico nulla. Anche se applico questa regola solo in sua presenza, o solo quando me ne ricordo. E sono riconosciuta per avere una cattiva memoria.

Ma prima che la mia memoria potesse casualmente sparire una ragazzina bassina dal caschetto nero e un ragazzo al suo fianco, praticamente il doppio di lei, con una lunga frangia platino stavano correndo verso di noi.

"Fiamma! Alex!" urlò Stefania abbracciando i due ragazzi, probabilmente la sua Maestra d'armi e l'altra arma. Certo che per una ragazza alta un metro e cinquanta, molto esile, avere addirittura due armi dev'essere qualcosa di complicato.

Il ragazzo sembrava la copia spicciata di Stefania nei vestiti, ad unica eccezione che indossava il maglione al di fuori dei jeans. Lei invece indossava una camicia bianca e un maglioncino senza maniche color pesca sopra di esso, e infine una gonna color azzurro chiarissimo. 

"Scusatemi per il trambusto, mi chiamo Fiamma e sono la Maestra d'armi di Stefania e Alex" il sorriso più splendente, la voce più soave e la cosa più soft che io abbia mai visto era davanti a me.  Oramai avevo completamente perso il punto del discorso e non stavo più ascoltando nè Maria Sara nè Fiamma, ero troppo concentrata a comprendere come sia possibile vivere in modo così aggraziato e docile.

Alla fine stavamo salendo gli scalini tutti insieme, erano una compagnia simpatica alla fine, ma probabilmente non ci vivrei. Però mentre fingevo di non aver sentito l'ennesima domanda di Alex notai due ragazzi che parlavano con due famosi professori dell'istituto.

Avevo visto le loro battaglie in televisione e sono sempre rimasti la mia più grande ispirazione, un'arma e una maestra d'armi completamente capaci di combattere autonomamente e senza recare alcun graffio. Entrambi erano dei professori di questa scuola, e sono stati uno dei punti più a favore di iniziare questa vita liceale.

Ma purtroppo per me, Maria Sara aveva notato che li stavo osservando, "Sono quei due Yul e Adriana?" mi chiese indicandoli.

"Si, ma zitt-" non feci in tempo di finire la risposta, che i due professori iniziarono a salutarci e ad urlare i nostri nomi. Non credevo che avrei mai odiato essere figlia adottiva dello Shinigami ma ora mi ricorda che ciò significa che tutti mi conoscono e si aspettano qualcosa da me.

"Shinigami ci parla sempre di voi" mi disse Yul mentre mi abbracciava, era strano ritrovarmi così vicina e apprezzata dai due che avevo sempre ammirato e idolatrato, "Quest'anno sarà un anno molto particolare" concluse Yul dando una pacca sulla spalla a Maria Sara, che stava salutando Adriana.

Entrambi avevano una semplicissima giacca, camicia e pantaloni da insegnante, ma in qualche modo riuscivano ad esprimere le loro personalità forti anche con quegli anonimi vestiti. 

"Già, ci sono tantissime personalità molto particolari" rispose Adriana guardando i due ragazzi accanto a noi. Ma la conversazione, purtroppo o per fortuna, si concluse in questo brusco modo quando le gigantesche porte dell'istituto si aprirono di fronte ai nostri occhi e una voce dall'alto parlante ci dava il benvenuto.

C'era qualcosa di magico a ritrovarsi in quell'atmosfera.

E come se non bastasse, tante piccole letterine iniziarono a piovere dal cielo, su ognuna di essa vi era scritto il nome di una coppia di Maestro delle Armi e un'Arma, e all'interno vi era la primissima missione che dovevano affrontare.

Questa era la nostra prova d'ingresso.

"Eccola!" urlò Maria Sara alzando la mano al cielo, stavano tutti setacciando il pavimento alla ricerca della propria lettera ma finalmente noi avevamo trovato la nostra.

Una volta salutati tutti i nostri nuovi 'amici' iniziammo a correre verso il dormitorio, avremmo lasciato i nostri bagagli lì e saremmo corse a risolvere la missione.

La voce all'alto parlante ci aveva infatti informati che questa missione di prova d'ingresso era a tempo, chiunque avrebbe sforato le 10 ore fornite non l'avrebbe superata.

"Aspetta inizio ad aprirla!" dissi a Maria Sara mentre facevamo gli scalini sette alla volta, saltando come delle lepri rincorse dal più grosso predatore che conoscano. 

L'interno della lettera era molto semplice e poco formale, sembrava quasi scritto a penna. Vi era sopra scritto soltanto un luogo e la firma raffazzonata di Shinigami. O almeno, io non avevo mai visto al sua firma ma sembrava esserci scritto Shinigami.

"Dobbiamo andare nel distretto di Silvally," dissi mentre cacciavo la lettera spiegazzata in tasca.


"Abbiamo esattamente sei ore," disse Maria Sara con il fiatone. Eravamo proprio di fronte l'entrata del distretto a sud della città, era abbastanza lontano dalla scuola ma non ce ne stavamo preoccupando più di tanto, o più che altro non avevamo tempo materiale per pensare ad altro.

Mi trasformai e Maria Sara mi prese con maestria, usandomi come scudo mentre entrava lentamente nell'oscurità del vicolo. Avevo una strana sensazione, ma era totalmente ingiustificata. E non avrei detto nulla a Maria Sara che sicuramente era già in ansia di dover provare qualcosa come figlia dello Shinigami, non avrei mai il coraggio di tirarle addosso anche le mia ansie.

Però com'era possibile che mentre noi correvamo per venire qui qualcuno avesse già finito la prova? Erano così tanto sbilanciate?

Com'è possibile?


Marvin's POV

"Sabba ma questa non è la lettera delle due ragazze che prima Yul e Adriana stavano salutando?" dissi al mio Maestro d'armi mentre lui stava ultimando le nostre iscrizioni alla scuola, visto che avevamo appena finito la nostra prova d'ingresso.

La quale si era rivelata davvero vicino alla scuola, ma sopratutto una semplice missione di raccolta di un demone e trasportarlo vivo a scuola. Nessuna cattura di uova di Kishin nè uccisione di nulla. Almeno così vi era scritto sulla lettera della missione, la quale era molto dettagliata con lo scopo e risultato della prova.

"Ma quelle due non sono partite anche prima di noi?" mi chiese Salvatore analizzando la lettera tra le sue mani. Non c'erano dubbi però quella che avevamo noi qua è l'originale.

La giacca di Salvatore si era leggermente rovinata, ma per fortuna solo le maniche. Infatti a differenza mia, Sabba aveva una maglia a maniche lunghe grigia e al di sopra di essa una a maniche corte nera. Concludeva il look con un jeans nero, una sciarpa e un lungo cappotto. 

Io andavo molto più leggero, e avevo solo un maglione bianco gigante con il simbolo della DWMA cucito da me e un pantalone grigiastro sotto. 

Avevamo concluso la missione in un'oretta, ma mentre tornavamo indietro avevamo notato come vi erano delle coppie esageratamente più forti di noi, non che ci importasse molto visto che noi entrambi vorremo diventare dei professori, ma queste due coppie avevano concluso le loro prove in meno di mezz'ora. E tutt'ora stavano aspettando la conclusione del timer nella piazza principale.

Quindi, rubai con maestria la lettera da Sabba e iniziai a correre verso le quattro ragazze,mentre il mio maestro d'armi mi correva dietro molto confuso. 

"Ehy! Voi! Forti cose laggiù!" urlai cercando di dire qualcosa di intelligente, potevo sentire Sabba facepalmarsi dietro di me, ma una di loro iniziò a ridere e si girò verso di me.

Aveva i capelli corti e arruffati di un blu molto chiaro, uno sguardo gentile e la sua divisa era molto semplice, una felpa nera e un paio di calze con il pattern tipico della scuola, strappate.

"Può aiutarti in qualche modo questa cosa forte quaggiù?" disse indicando la ragazza dietro di lei, la quale era molto molto carina. Anche se in quel momento aveva sbuffato, aveva davvero un bel sorriso che risaltava molto con i suoi capelli corti.

"Guarda che quella forte laggiù sei tu, Maestra delle Armi", rispose lei picchiandola dolcemente sul braccio. Intanto anche le altre due ragazze si erano avvicinate, sembravano molto più minacciose e meno amichevoli di queste due. Ma in questo momento non potevo fare il codardo.

Spiegai molto velocemente la situazione o almeno iniziai a farlo, poi Sabba ci presentò e concluse in modo molto più organizzato e dettagliato cosa stava accadendo.

"Molto semplice, sono state ingannate" per la prima volta parlò la ragazza dai capelli arricciati e l'espressione abbastanza matura e maliziosa, "Forta credi che qualcuno stia cercando di uccidere la figlia dello Shinigami?" rispose quella che probabilmente era la sua arma.

Ma la ragazza dai capelli blu spense la conversazione un pò cupa sul nascere, "Qualunque cosa stia accadendo è ovvio che dobbiamo cercarle, ma non possiamo dire a nessuno di questo evento o verranno sicuramente annullate tutte le prove e rinviato il rientro a scuola a gennaio, e non abbiamo tempo per ciò".

"Sta insinuando di risolvere noi da soli?" chiesi un pò ingenuamente, lei annuì, e aggiunse.

"Piacere sono Luisa, la maestra d'armi di Fabiana, e loro sono Fortuna e Flavia, ed è il momento di imparare a vivere da soli."


Stavamo percorrendo tutta la città in modo sommario, cercando la minima prova che qualcuno stesse combattendo e continuando a chiamare i nomi delle due ragazze.

Il piano stava procedendo perfettamente, avevamo appena concluso la missione che vi era scritta nella lettera di Maria e Maria Sara così avrebbero capito che vi era qualcosa di sbagliato, e poi le avremmo cercate in lungo e in largo divisi in coppie.

Inoltre, Fortuna mi aveva spiegato quanto queste prove siano state costruite per invogliarci a collaborare, infatti le loro sono state semplicissime da affrontare dandosi una mano. Ma io credevo che semplicemente loro erano davvero coraggiose ma sopratutto intelligenti.

I loro piani d'attacco sono costruiti dalla strategia, Luisa e Fabiana si occupano della difesa e di assi nella manica dell'avversario, essendo l'arma una pistola potevano attaccare rimanendo lontane, Fortuna e Flavia prendevano l'avversario frontalmente senza paura di 'sporcarsi', infondo Flavia era un'ascia spaventosamente affilata e gigantesca.

Mi sembra di sentire rimbombare nella testa le parole che sentii dire a Shinigami la prima volta che lo incontrai quando avevo cinque anni, e ingenuamente gli chiesi 'come si diventa forti come voi?',

"un'anima forte risiede in un copro forte e in una mente forte".


Quando finalmente, riconobbi la voce di Maria Sara, io e Sabba lanciammo il fuoco d'artificio per segnalare la nostra posizione. Quest'idea mi era venuta qualche minuto fa quando passammo di fronte al mercato di esplosivi, e come sempre, non ebbi paura di urlare anche la più stupida delle idee.

Ma quando entrammo nel distretto ciò che ci ritrovammo davanti fu terrificante.

fin.

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