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Jojo!AU

[guardate le note alla fine per capire tutte le citazioni]

Maria Sara's POV

La luce debole che traspariva dalle tende dorate mi aveva svegliato, guardai l'orologio sul comodino, mancava solo mezz'ora dalla usuale sveglia alle otto impostata da Marvin. Quindi decisi di iniziare a rivestirmi e recarmi nella sala comune.

Guardai l'abito che ogni giorno indossavo da sei mesi oramai. Era composto da un pantaloncino blu notte e una camicia bianca,annodato al collo vi era un nastrino nero mentre un lungo blu impermeabile, che spesso indossavo con tutti i bottoni chiusi, chiudeva lo spettacolo.

Ritenevo il vestiario davvero fin troppo appariscente e ingombrante, ma infondo era questo ciò che la regina ci imponeva d'indossare.  Mi faceva ribollire il sangue nelle vene. 

Fin dalla giovanissima età mi chiedevo cosa significasse essere una regina, avere il sangue blu, i miei cari genitori puri e Britanni nel cuore, me la descrivevano come un'essere celestiale e perfetto.

Crescendo, quell'essere così magnifico che la Regina d'Inghilterra doveva essere aveva solo macchie nere, compieva solo ingiustizie e non amava il suo popolo. Eppure sembrava che nessuno se ne accorgesse, tutti sembravano abbagliati dal sorriso che esponeva e dalle dolci parole con cui imbrogliava il prossimo.

Nella mia ingenuità da diciasettenne iniziai a rubare, realizzare graffiti, e malefatte del genere, credendo che quella ribellione potesse portarmi da qualche parte. Ottenni l'effetto contrario, finii molto velocemente in prigione.

Nella frustrazione, nelle lacrime, nel gelo di quella gabbia, incontrai forse colei che mi porse la mano per la prima volta nella mia vita. Guardai ad occhi spalancati colei che mi ritrovai di fronte, nel buio della prigione, quando tutti dormivano, quando nessuno vedeva, una ragazza alta poco un metro e sessanta, dai capelli corti e le punte blu mi porgeva una freccia dorata con le sue dolci piccole mani.

Quando osservai i suoi vestiti mi accorsi della regalità e valore che essi conservavano, la camicia bianca era stretta al petto da un corsetto verde a righe, al collo era annodato un esorbitante fiocco nero mentre le spalle erano coperte da una lunghissima giacca viola notte.

Immediatamente mi allontanai, perchè un fedele della monarca era qui con un sorriso così rassicurante? in me spingeva la forza di volermi finalmente fidare di qualcuno e allo stesso tempo l'enorme paura di poter essere tradita alle spalle.

"Piacere mio Maria Sara,ho visto quel graffito che hai realizzato a Wrest Park, molto coraggioso da parte tua, ma sopratutto mi hai spinto nel realizzare l'assurdità di venirti a salvare, l'assurdità di intrufolarmi nella prigione di massima sicurezza Britanna,il mio nome è Luisa, io sono uno dei cani della Regina, probabilmente non hai mai sentito parlare di noi, ma il sistema che tanto disprezzi è anche più corrotto di quel che immagini," la sua voce era armoniosa e molto femminile, nonostante stesse solo sussurrando le mie orecchie dipendevano solo dalle sue labbra, "esiste un numero ristretto di individui che viene costretto ad assimilare un potere, chiamato 'stand', e uccidere tutti i criminali che la polizia non riesce a stanare, senza lasciare nessuna traccia o prova della nostra o loro esistenza".

Il cuore mi salì in gola, il pensiero che una squadra così brutale possa esistere, ma sopratutto che uno dei suoi membri era qui di fronte a me con una freccia ben impugnata in mano mi fece accapponare  la pelle.

"Prevedo che la regina non sappia neanche delle tue bravate, le importa realmente poco del popolo ma io credo che tu abbia il potenziale necessario per assimilare questo potere, per questo son venuta qui prima di Giulia" guardò per qualche secondo in un impreciso punto, lo sguardo fermo era sembrato sconsolato, "Voglio che tu ti unisca alla mia squadra di cani della Regina, la sesta per esser precisi,  alla squadra che di soppiatto vuole assassinarla e prendere il controllo della nostra amata Inghilterra".

Ricordavo quella notte come se fosse stata la precedete, eppure era incredibile quanto la prima impressione che mi feci di Luisa si rivelò essere completamente diversa da quello che era realmente. Quando quella notte mi sembrò cattiva e gelida, la conobbi per essere la più protettiva e gentile del gruppo.

Mi rivelò di essere terrorizzata che non fossi in grado di reggere un potere stand e che sarei morta di fronte ai suoi occhi per sua mano, e che stesse desiderando dal profondo del cuore che avesse mandato Maria a farlo, la quale probabilmente si sarebbe semplicemente dimenticata il giorno dopo di aver ucciso una diciasettenne.

Il rumore della sveglia che suonava mi svegliò dalla mia trance, avevo perso quella mezz'ora d'anticipo che mi ero guadagnata a pensare e guardarmi allo specchio. Che imbarazzo.

Iniziai a correre velocemente verso la camera comune, volendo dimostrare di essere capace di non essere in ritardo. Infondo le otto in punto era l'orario in cui le sveglie del resto dei cinque ragazzi erano impostate. La tavola era già stata imbandita dai sei inservienti che ci riveravano, mi sedetti al mio solito posto e iniziai a sorseggiare il mio caldo thè alla menta. 

La amata Regina nascondeva un lato oscuro, essa aveva sei squadre segrete e sconosciute da chiunque che chiamava docilmente come i suoi cani. Ognuna di queste persone acquisivano uno stand da utilizzare per, sotto ordine della sovrana, eliminare qualunque avversità più minacciosa al suo trono. Tra le sei squadre, ve n'era una composta da ragazzi pieni di ferite e tradimenti provocati dalla maestà, uniti nel nome di servirla e rendersi i cani più obbedienti e amati dalla regina per poterla assassinare alle sue spalle e appropriarsi del suo ruolo.  

"Buoooongiorno" la voce docile e sbadigliante non poteva essere che quella di Marvin, il quale ovviamente si era presentato esattamente alle otto e trentotto in punto, in suo perfetto stile. Egli era fissato con i numeri simmetrici, qualunque numero che poteva essere visivamente diviso in qualche modo in due parte simmetriche era perfetto. Infatti l'otto era il suo numero preferito.

Marvin era solito sedersi accanto a me, il tavolo era così lungo che comunque tra di noi vi era almeno un metro di distanza. Egli iniziò a canticchiare mentre mordicchiava un cornetto al cioccolato.

Mi ritrovavo spesso ad osservarlo, mi meravigliavano i suoi gesti così carini e docili, nonostante tutto ciò che era andato incontro, egli sembrava così puro e gentile, come se ancora trovasse della speranza nel mondo. Marvin fu il primo ad iniziare a fidarsi di me quando Luisa mi presentò alla sua squadra, fu così accogliente e generoso nei confronti della me timida e insicura, nei confronti della me che era stata appena trascinata in un mondo così assurdo. Fortuna fu tra le ultime ad avere fiducia in me, ma infondo chi poteva biasimarla, chi ero io per loro se non una sconosciuta?

Quando all'inizio entrai a far parte di questa famiglia non conoscevo la storia e gli stand di nessuno ma sopratutto non comprendevo come avremmo potuto prendere la corona una volta eliminata la Regina, ad oggi conoscevo la chiave del nostro piano ed ognuno di loro mi sembrava un familiare più stretto dei miei stessi genitori, i quali avevano abbandonato me e io loro a mia volta.

La chiave era proprio il ragazzo seduto accanto a me. Il ragazzo che indossava una camicia di un violetto chiaro incastrata in un lungo pantalone bianchissimo che s'intonava allo stesso colore del foulard e la giacca, quel ragazzo, era il figlio illegittimo della sovrana.

Essa voleva ucciderlo appena sarebbe stato troppo grande che qualcuno avrebbe potuto scoprire le sue origini, ma Luisa propose di utilizzare la freccia sul suo docile e fragile collo, nel caso migliore sarebbe diventato un portatore stand e se ne sarebbe presa cura lei come un suo fratello minore. Eppure ad oggi la regina non si è mai sposata né ha eredi quindi Marvin rimarrebbe l'unico in grado di prendere il suo posto.

Marvin aveva solo quattordici anni quando fu colpito dalla freccia e assimilò il suo potere, e Marvin aveva solo quattordici anni quando dovette abbandonare tutto ed andare a vivere con una sedicenne. Son passati oramai due anni da quel passato, Marvin rimane il più giovane del gruppo ma conta oramai sedici anni, mentre Luisa oggi ha diciotto anni, rimanendo la seconda più grande del gruppo insieme a Fortuna, essendo Maria e Salvatore dei diciannovenni. 

"Wow sei già sveglia, Copy Cat" la voce profonda e mascolina che si sedette di fronte a noi apparteneva proprio a Salvatore. Il quale aveva una strana abitudine di chiamarci con i nomi dei nostri stand, nessuno gli ha mai chiesto perchè, e lui non lo ha mai spiegato. E' semplicemente in questo modo.

Risi ironicamente al commento, infondo era proprio vero che ero la più dormigliona del gruppo. Iniziammo a parlucchiare del più e del meno, ma sopratutto Salvatore si divertiva a fare battute non proprio carine su una squadra di cani della regina particolarmente antipatica. La situazione peggiorò ancor di più quando ci raggiunse Fortuna, la quale odiava dal profondo del suo cuore di nervosismo una persona in particolare appartenente alla gang di Giulia.

In poco più di mezz'ora tutto il gruppo era riunito e stava partecipando attivamente alla conversazione, erano ormai le nove del mattino e tutti gli animi stavano lentamente perdendo gli sbadigli e si stavano riempendo di energia, almeno la maggior parte, Maria sembrava depressa come sempre.

"Aspettate, ho una domanda" disse all'improvviso Marvin interrompendo ogni discussione in corso, tutti si voltarono verso il minuto ragazzo dagli occhi azzurri, "Maria Sara ma se con il tuo stand fai una copia di questi cornetti abbiamo cibo infinito?"

Fortuna scoppiò a ridere, Luisa cercava di farla smettere mentre ridacchiava leggermente anche lei, "No purtroppo non funziona così, le mie copie sono, come dire, composte da una materia come terra o fanghiglia, quindi se tu provassi a mangiarli avrebbero quel gusto, inoltre molto probabilmente esploderebbero" risposi sorridendo dolcemente, o più che altro cercando di non ridere anche io.

Una volta che Marvin comprese la mia risposta iniziò ad urlare contro Fortuna che aveva ricominciato a ridere, lei non riuscì a smettere per almeno un dieci minuti. Salvatore intanto aveva lestamente rubato tutto il cibo dal piatto di Marvin, e Maria stava indisturbatamente registrando tutto.

Infondo, eravamo una piccola, incapace ma completa famiglia.

Più tardi quel pomeriggio la sovrana spedì una lettera tramite una cameriera, ovviamente la donna non s'azzardava mai a scriverci o chiamarci, potevano essere facilmente intercettabili. Luisa aprì la lettera e si schiarì la voce prima di leggerla ad alta voce.

"Visto che siete la squadra di cui ho più fiducia, e gli unici i quali vogliono realmente il mio bene e desiderano la mia salvezza" Maria sbuffò a quella frase, "vi sono due ragazzi molto giovani che sono arrivati fin troppo vicino alla mia residenza, li trovo troppo intelligenti e probabilmente portatori di stand. Sono stati individuati nell'università di Cambridge i loro nomi parono essere Adriana e Yul, eliminateli, alle sette in punto in mattino dovrebbero esserci solo loro al terzo piano impegnati in studio individuale".

Quando finì di leggere, il silenzio calò, forse tutti stavano aspettando un ordine da Luisa o Fortuna, nonostante non fossero mai state elette capi o qualcosa del genere, probabilmente a tutti faceva più comodo non prendersi le responsabilità.

"Direi che questi ragazzi sembrano delle nostre stesse idee" disse Fortuna quando Luisa le passò la lettera. "Catturiamoli con Devil Town e vediamo se sarebbero disposti ad unirsi a noi" propose Luisa indicando il suo stand. Il quale era sempre stato presente, proprio tra i suoi capelli.

Devil Town, lo stand di Luisa, era rinchiuso nella gemma che essa legava tra i suoi capelli, se un nemico volontariamente colpisce il gioiello,il rivale viene risucchiato all'interno di esso dove si troverà circondato da una città costruita in base ai suoi più grandi incubi. Chiunque autorizzato da Luisa, o lei stessa, possono entrare nel luogo dove viene rinchiuso il nemico e possono interagirci o ucciderlo.

"E se non volessero collaborare?" chiese retoricamente Salvatore. Sapevamo tutti che la risposta sarebbe stata semplicemente di ucciderli. Infatti nessuno rispose, ma egli sembrò soddisfatto da quella silenziosa risposta.

"Tutto ciò di cui dobbiamo assicurarci è che la squadra composta da Vartea e gli altri ratti non si mettano in testa di aiutarci, o proprio come i ratti obbedienti che sono li uccideranno" disse Fortuna con tutto l'odio e il nervosismo che aveva in corpo per quella squadra, tutti annuirono.

Infine Maria fu la prima ad allontanarsi dal divano della conversazione, la ragazza dai corti capelli rasati volò via mentre il suo lungo cappotto rosso svolazzava da tutte le parti. Era solito indossarlo fino ai gomiti, lasciando scoperta la camicia bianca dai gomiti alle spalle, la quale era attorniata dal jilet marrone. Ma ciò che più attirava l'attenzione erano probabilmente i tacchi che tintinnavano selvaggiamente contro il parquet. 

Maria era colei che realizzava piani e strategie, nonostante ogni volta si allontanasse dicendo che sarebbe tornata ad essere inutile nella sua camera spesso si rifugiava a costruire un piano malefico. 

"Ohy True Friends cerca de sopravvive" le urlò contro Salvatore, lei sbuffò mentre gli dava il medio. Difatti tutti i suoi piani poi venivano immediatamente aggiustati in minima parte da Salvatore, essi includevano tutti i modi precisi e perfetti in cui tutti possano sopravvivere ma poi per se stessa scriveva ogni santa volta 'there is no hope for me, let me die'. Quindi toccava sempre a qualcun'altro scrivere anche qualcosa per la sua sopravvivenza.

Spesso le strategie erano semplicemente costruite sulle possibilità degli stand avversari o sul luogo in cui essi vivevano. Luisa era solita anche aggiungere tutti i pregi dei nostri stand e come sfruttarli, Fortuna poi le rubava il foglio e scriveva tutti i difetti. Forse era proprio vero ciò che Marvin diceva, siamo semplicemente capaci di completarci, tutti insieme siamo totalitari.

Fortuna fu la seconda ad allontanarsi, si stava lamentando a riguardo del vestito che lei doveva indossare. Tutti i nostri vestiti erano stati scelti da uno stand di uno stilista il quale creava abiti perfetti ideati in base alla personalità,passato e ricordi dell'individuo.

La ragazza dai corti capelli castani ricci indossava un lungo vestito rosso abbastanza attillato, acconciato con una giacca del medesimo colore che le metteva solo in risalto il seno, che però almeno veniva decentemente coperto da una cravatta foulard piena di fronzoli. Eppure la donna non si era mai permessa di effettivamente cambiarlo o lamentarsene, questo perchè per quanto fastidioso, la collegava alla persona più importante della sua vita.

Maria e Fortuna erano le uniche ad avere degli abiti perfettamente coordinati tra loro.

Le ore passarono, e rimanemmo solo io e Marvin seduti sul divano. Eravamo in silenzio, con le luci spente ad osservare la pioggia che da poco era iniziata a scendere. Quando notai che Marvin si era allungato per recuperare la lettera mandata dalla Regina. Osservai con curiosità lo scopo della sua ricerca, infondo avevamo riletto già un milione di volte le stesse righe, cercando degli indizi nascosti, mi chiedevo genuinamente cosa ci trovasse ancora d'interessante.

"Non ti sembrano due persone davvero carine?" mi chiese poi con la voce come un sussurro, con un dito indicava le due foto stampate allegate alla lettera. Erano due foto molto sfocate, si comprendeva ben poco dei volti degli 'avversari', eppure in qualche modo compresi cosa intendesse il ragazzo.

"Si, hai ragione".

Quella notte non dormii molto bene, quando mi rialzai e inforcai i miei occhiali, mi sentii sola. Quella stanza così enorme, così enormemente vuota in qualche modo. 

"Copycat" sussurrai mentre invocai il mio stand, mi sentii leggermente imbarazzata nel tenermi compagnia dal mio stesso potere, ma aveva sempre funzionato. Davanti a me si invocò la solita Copycat, una figura femminile, senza lineamenti visibili, ad eccezione dei capelli lunghi fatti di nebbia, che oscurano gran parte del suo corpo.

Mi stesi di nuovo, riposando gli occhiali sul comodino, la nebbia dei capelli del mio stand mi avvolgeva completamente, era morbida e accogliente. Sorrisi mentre pensai tra me e me che 'Copycat' era veramente un nome offensivo, nonostante le sue abilità, si sentiva ancora meschino sulle labbra quando lo pronunciavo.

Quando mi risvegliai la sveglia stava impazzendo e non ebbi il tempo di respirare che sentii il nervosismo di dovermi preparare e lavare velocemente. Ogni tanto pensavo all'idea di cambiare l'orario in cui sarebbe dovuta suonare la mia sveglia, ma probabilmente avrei fatto prendere un crepacuore a Marvin.

Le scarpette bianche e nere nonostante non avessero molto tacco mi stavano dando del loro peggio per non farmi correre un po' più veloce. Anche se ciò in realtà mi aiutava molto in situazioni d'emergenza, visto che avevo scoperto di avere una tendenza ad andare nel panico e scappare, invece che ragionare e stare calma.

"E' arrivata" avvisò Salvatore che mi stava aspettando dal fondo delle scale, le lunghe maniche nere della sua divisa fluttuavano insieme al lungo mantello dello stesso color pece che prendeva posto per tutto il suo corpo, non rendendo veramente chiaro dove iniziava la sciarpa del medesimo colore e dove venivano legati i ciondoli argentati.

"Scusatemi" dissi con il fiatone quando seguii Salvatore che si avvicinava al resto della squadra di fronte al portone, "Incredibile che tu riesca a svegliarti presto in giorni inutili, ed essere in un mega ritardo oggi" commentò acidamente Maria, non che non avesse ragione. Dopo che mi scusai per l'ennesima volta, Fortuna e Maria iniziarono a prendersela perchè mi stessi scusando, non perchè fossi in ritardo.

"La prossima volta" disse Lusia in silenzio rivolgendosi solo a me, mentre in sottofondo il resto del gruppo si era ormai unito a scherzare sul mio modo irrefrenabile di scusarmi, "non scusarti, ma ringrazia che ti abbiamo aspettando, porti un mood differente."

Così senza che neanche me ne accorsi ci ritrovammo ad incamminarci verso l'università di Cambridge. L'università in cui non volevo studiare per alimentare quel sistema corrotto, l'università che Marvin non aveva mai avuto neanche la possibilità di partecipare, l'università che non riuscì ad avere la possibilità di avere come studentessa Fortuna con una vita sposata come una ragazza normale e studentessa Maria senza la sua fedina penale sporca, l'università che aveva lottato per ottenere che l'intelligente Salvatore si iscrivesse lì, l'università in cui Luisa si era diplomata.

"Bene, Marvin procedi e prendi la mia gemma" disse Luisa mentre osservava l'enorme cancello d'ingresso, "Noi entreremo in Devil Town, se entro mezz'ora non ci avviserai di niente, usciremo", Marvin annuì alle parole della donna.

Lo stand di Luisa poteva rimanere inattivo per le persone che essa desiderava e che avevano il permesso di entrare nella città di Devil Town, la quale si mostrava come una semplice cittadina di campagna inabitata. Ma sopratutto ci era possibile incontrare la vera figura umanoide nascosta dietro la gemma, era una piccola creatura alta poco meno di un metro, indossava un lungo vestito argentato e reggeva con le sue quattro braccia milioni di armi o pezzi di sceneggiature.

"Gorillaz" sussurrò Marvin mentre ci dirigemmo in un luogo più appartato, accanto a lui si manifestò uno stand muscoloso e umanoide, il più alto tra tutti i nostri stand rasentava i due metri, dalla pelle giallo chiaro con sottili linee nere che scorrono verticalmente su tutto il corpo. 

"Dai su, cerca di fare del tuo meglio nel trasformarmi nel topo più simile a uno reale, ne abbiamo visti tanti" disse guardando dolcemente il suo stand, a volte Marvin mi faceva sentire meno sola nel parlare al mio potere, infondo era un po' come parlare a se stessi.

Gorillaz consente al portatore di stand di trasformare il proprio corpo in qualsiasi creatura esistente, ottenendo successivamente i punti di forza e di debolezza dell'animale. Marvin può prendere la forma di un animale solo se ha tutte le conoscenze enciclopediche a riguardo di esso, o se qualcuno, un libro, o una fonte gliele fornisce al momento. Ma infondo il ragazzo ha passato tutta la sua adolescenza a studiare e appassionarsi ad animali, passando i pomeriggi in zoo, fattorie o semplicemente tra i libri insieme al suo stand.

In pochi secondi il nostro compagno si trasformò in un piccolo ratto di fogna, "Devil Town, accoglici" disse Luisa sfilando il gioiello rosso fuoco e porgendolo al piccolo topo. Non era mai stata una bella sensazione essere risucchiati dallo stand, ma era molto più semplice spostarci e combattere in questo modo.

"Machi-Machi-Machi!" sentimmo immediatamente, ovviamente, lo Stand di Luisa darci il benvenuto con il suo tipico verso. Luisa iniziò ad accarezzargli la testa dolcemente, quando non aveva lo scopo di torturare con i loro peggiori incubi dei nemici, era davvero adorabile la piccola creatura con il suo lungo vestito argentato. Infondo non dev'essere poi così divertente vivere tutto solo all'interno del gioiello.

Osservai Salvatore che sembrava cercare qualcosa, e Devil Town si immediatamente prodigò nel creargli una sedia dove sedersi. Questo luogo infondo era creato completamente dal piccolo stand, e poteva governarlo, cambiarlo ed eliminarlo a suo piacimento.

"Ma Luisa anche tu percepisci i nostri bisogni?" chiese Fortuna mentre osservava lo stand che sorrideva felice a Salvatore perchè era riuscito ad aiutarlo, "Si, finché siete all'interno di Devil Town riesco a comprendere tutte le vostre paure, pensieri e bisogni", le rispose Luisa con voce calma e risoluta.

"Maria che ore sono?" le chiesi allontanandomi dalla discussione di Luisa e Fortuna e avvicinandomi alla ragazza che era rimasta in silenzio fino a quel momento, "Mancano ancora quindici minuti, anche se non ne ho idea di dove ci troviamo all'interno dell'istituto" rispose Maria mentre osservava la pianta dell'edifico.

All'improvviso si sentì un tonfo, ed all'interno della gemma apparve un ragazzo dai corti capelli castani boccolati. Egli indossava uno smoking nero classico, impreziosito da argento e catene. Il volto era tranquillo e rasserenato, accanto a lui uno stand umanoide con una struttura simile a lui stesso.

Il fatto che fosse così tranquillo non poteva che essere un brutto segno, notai Luisa richiamare il proprio stand accanto a lei, probabilmente quel personaggio poteva evitare il suo potere e voleva mettersi in guardia. 

Ma in realtà compresi solo dopo ciò che Luisa voleva realmente fare. Cioè che il nostro capo, non capo, avesse già pensato di agire.

Un'istante dopo, come se non fossero mai stati lì, Maria e Salvatore vennero cacciati dalla gemma. Luisa era una persona nervosa, e non si fidava mai delle proprie scelte, ma nelle situazioni d'emergenza era probabilmente la più calma e risoluta. Dava del suo meglio sotto pressione.

"Spiders in your favourite shoes!" gridò poi immediatamente Luisa, e la città così pacifica e rilassante si era completamente trasformata. L'atmosfera diventò buia, triste e desolante. Il piccolo e dolce stand scomparve, milioni di figure nere e vaporee infestarono la città. Ognuna di essere urlava o piangeva insulti dedicati a colui che doveva essere Yul, erano stati costituiti appositamente per la sua personalità.

Io e Fortuna osservammo il potere così inquietante e meschino di Devil Town ma Luisa sembrava costernata, come se fosse sicura che Yul aveva previsto di combattere proprio contro di lei.

"Non chiamare il tuo stand, credo che non conosca i nostri stand, possiamo ancora stupirlo" mi sussurrò Fortuna in un orecchio avvicinandosi a me. Il ragazzo e il suo stand sembravano star subendo gli effetti dello stand di Luisa, ma in un certo senso sembrava che stessero aspettando qualcosa. Vi era un silenzio riempito solo da quei suoni così assordanti e deprimenti delle figure create da Devil Town, tutti noi eravamo fermi, fermi che ci osservavamo tra di noi.

Poi Yul si muovè, non verso di noi, era un passo incerto, infondo la sua mente era ancora invasa dalle assordanti paure innestate da Luisa. Sembrava star cercando di rimanere sano di mente, ma sopratutto quel passo sembrava incerto ma non casuale, dove stava cercando di dirigersi?

Mentre gli tenevano gli occhi addosso, mentre nessuno provò a fermarlo, proprio sotto i nostri occhi, lo stand che ricopiava lontanamente l'aspetto del suo portatore alzò un dito scheletrico, toccò una delle figure scure e disse tra gli affanni "All Time Low".

Vedemmo il ragazzo sorridere piacevolmente, eppure non notammo un vero cambiamento. Finchè non sentimmo Luisa urlare un 'non toccarlo' a rallentamento, i movimenti di Luisa, della città, del suo Stand (che si nascondeva nell'ombra appena toccata dall'avversario) era come se fossero stati rallentati da 1,1x a 3x.

POV MARVIN

Le dita della donna mi stringevano il collo, ero tornato nella mia forma d'umano appena mi aveva attaccato ma sopratutto avevo lasciato cadere il gioiello. Nella speranza che lo attaccassero o 'ferissero' e venissero risucchiati da Devil Town.

Ciò che accade fu strabiliante, entrambi conoscevano tutti i nostri stand, ma non sapevano a chi appartenevano quali. La fonte che gli aveva spifferato non si era spinta a rivelargli anche i portatori, ma un sospetto mi salì quando Yul commentò con un qualcosa all'incirca sul quanto nessuno di quei cani della regina erano veramente fedeli come dei cani.

Chissà quanto si incazzerà Fortuna quando le dirò che probabilmente erano stati quella squadra che tanto chiamava ratti ad averci incastrato. Salvatore già sospettava che non si fidavano di noi, e la loro miglior soluzione è stata di venderci questi due?

Yul aveva di proposito urtato il gioiello, riteneva di poter battere la portatrice dello stand di Devil Town abbastanza facilmente. Ma ciò ovviamente stava a significare che avrebbero saputo solo che Gorillaz apparteneva a me e Devil Town a Luisa. Avevamo ancora quattro assi nella manica da scartare.

"Mollalo" la voce di Maria era crude e pungente, non mi sarei mai aspettato che Salvatore e lei sarebbero usciti dal gioiello, ma infondo era una decisione pensata attentamente. Mi ricordava tutte le volte che Maria mi diceva che se avevo paura, dovevo scappare o con lei o con Salvatore, i due più compatibili con il mio stand e tra di loro.

"Non Esiste" sussurrò proprio vicino al mio orecchio la ragazza, sembrava così gentile in realtà, mi chiedevo se ci fosse un'altra soluzione in qualche modo. Accanto a noi apparve uno stand dalla particolare forma di un camaleonte con occhi a spirale e denti aguzzi. Il piccolo animaletto mi si poggiò sulla spalla, e tutto iniziò a bruciare.

Urlai in pena mentre le mie braccia sembravano prendere un colore diverso, la mia mente si stava torturando ma sopratutto, sopratutto vidi Gorillaz lentamente sgretolarsi. Piansi nei ricordi di ciò che avevo condiviso con il mio unico amico, piansi nell'odore di tutte quelle enciclopedie che avevamo letto insieme.

Sentii le braccia di Maria intorno al corpo, piano piano quel dolore stava scomparendo, ma non sentivo la presenza di Gorillaz. Le mie lacrime non si fermarono, interpretante incubo che egli fosse sparito per sempre mi uccideva.

"Mi chiedo quali siano i vostri stand, forse tu hai la musica cangiante o forse tu il cambio proprietà" fu in quel momento che Adriana si tradì da sola inconsapevolmente, ciò stava a significare che lei non conoscesse i nomi dei nostri stand, ma solo i loro poteri. Sia Maria che Salvatore potevano quindi invocarli ed attaccare più facilmente appena necessario.

Ma ciò purtroppo o, in una possibilità di collaborazione, per fortuna ci poneva in un immediato vantaggio. Tutto ciò che doveva fare Salvatore era guadagnare tempo, mentre Maria agiva all'oscuro della stessa Adriana.

"True Friends!" "The Scientist" dissero in coro i due ragazzi con tonalità completamente diverse, la prima con una nota di vittoria e fierezza, il secondo con l'intenzione di qualcuno che sta ancora analizzando la peggiore delle possibilità.

Accanto a Salvatore si manifestò un'armatura tradizionale dei cavalieri, ma solo l'armatura senza l'uomo all'interno che dovrebbe indossarla. Mentre accanto a Maria non comparve niente, un po' come lo stand di Maria Sara, Copycat, che è parzialmente invisibile, lo stand di Maria è molto piccolo e quasi totalmente invisibile.

Ammiravo e osservavo curiosamente molto lo stand della ragazza, se lo stand di Salvatore rispecchiava la sua intelligenza, quello di Maria era una copia del nero più profondo nella sua anima.

"Hai davvero una mentalità di ferro" disse tra se e se  la donna di fronte a noi mentre osservava le spirali che giravano velocissime del camaleonte sulla sua mano. Lentamente Maria mi abbandonò accanto al muro, ebbi l'occasione di osservarmi nel riflesso della finestra. Il mio viso sembrava simile alla crema anche se non potevo intravedere le punte delle mie orecchie e indossavo un copricapo particolare.

"Hai davvero avuto il coraggio di trasformare un ragazzino in uno stand?" la voce di Maria era acida, cattiva e malefica come non l'avevo mai sentita. Fu in quel momento che compresi, che ero diventato uno stand. Che io fossi sotto il suo controllo. Ma sopratutto che oramai non avevo più uno stand,che Gorillaz non fosse più con me.

"Mi stupisce che io non riesca ad utilizzarlo, non l'avrei tenuto uno stand per sempre in ogni caso, crudele non credi?" disse la ragazza che portava il nome di Adriana con una tona amara e critica. In qualche modo stava giudicando noi che infondo eravamo proprio degli assassini.

Noi passavamo le nostre giornate a fare la crudeltà che Maria le aveva criticato. 

"Ho visto uomini buoni fare cose cattive e uomini cattivi fare cose buone, se ti ritroverai in Paradiso o all'Inferno, lo sai già tu stesso" Salvatore non aveva parlato fino a quel momento, eppure guardò negli occhi di quella ragazza che tanto evitava i loro sguardi,e sputò quella sentenza fermo e risoluto.

Non avevo mai conosciuto il passato di Salvatore, forse neanche Luisa lo sapeva, eppure mi sono sempre chiesto cosa ci facesse tra di noi. Cosa ci facesse un uomo così generalmente lecito e giusto tra dei delinquenti traditori che volevano assassinare la regina.

Mi risposi che volesse rispettare un sistema giusto, a costo di doversi macchiare le sangue e finire all'Inferno tanto temuto. 

In questi minuti che sembravano inutilmente sprecati in chiacchiere, i tre giocavano ad un gioco di strategia, Adriana stava cercando di scoprire quali erano gli stand di Salvatore e Maria, magari voleva costringerli ad utilizzarli mentre dall'altro canto i due dovevano tenere le loro abilità segrete il più possibile.

"Molto poetico Salvatore, ma la verità è che i buoni perdono, perdono sempre; devono seguire le regole per forza, i cattivi invece no" il sorriso della ragazza dai capelli rasati si allargò sulla sua faccia, ma forse mi piaceva credere che nel profondo del cuore Maria era forse più 'buona' di come si definiva, forse anche dello stesso legittimo Salvatore.

"Visto che io ho la possibilità di scoprire i vostri stand, vorrei esporvi in modo preciso cosa può fare il mio, Non Esiste" sembrava tranquilla Adriana, ma questa infondo era un'intera guerra basata sull'avere i nervi saldi e mostrare nessuna insicurezza, "Ogni volta che Non Esiste tocca un oggetto o una creatura essa viene trasformata in uno stand utilizzabile dal portatore di Non esiste, in questo caso io, ciò significa che ogni oggetto che viene toccato dallo stand è in grado di danneggiare un altro stand, è solitamente sotto il mio controllo e diventa anche invisibile ai non portatori di stand".

The Scientist, lo stand di Salvatore, quando prende a pugni qualcosa, il suo pugno lascia un quadrante analogico, questo quadrante si attacca alla superficie dell'oggetto che ha perforato e non può essere rimosso con la forza. Modificando  questo quadrante radio, The Scientist può scegliere un singolo tratto fisico di quell'oggetto e "regolarlo" a suo piacimento. Ad esempio, il portatore potrebbe aumentare la densità di un oggetto per renderlo più pesante e più resistente agli attacchi; potrebbero aumentare la capacità di un muro di trasmettere suoni per ascoltare una conversazione in un'altra stanza e così via.

Dall'altro canto lo stand di Maria, True Friends, mi ci impiegò una settimana per capirlo totalmente. True Friends si insidierà nel cervello del bersaglio, apparirà come un vago ricordo, diventando sempre più importante col passare del tempo. Dopo che True Friends ha assunto la forma della persona o della cosa che la vittima ha più a cuore, tornerà al suo portatore ovvero Maria con uno specchio che riflette tutti i ricordi del bersaglio e le consente di modificare o cancellare completamente i ricordi. 

In un certo senso Maria era completamente capace di manipolare le persone, convincendole di qualunque cosa e sfruttando completamente il bersaglio. Ma il più grande difetto di True Friends, era il tempo impiegato per realizzare l'operazione. Viaggiava tra i dieci minuti e un'ora e mezza.

POV MARIA SARA

Tutto ciò che era sotto il controllo di Luisa era completamente fuori sincronizzazione e a rallentatore, fu abbastanza facile per Yul prendere a calci e pugni tutte le figure che prima lo tormentavano e liberarsi di loro. Accanto a noi Luisa iniziò a sentire le ferite del suo stand che veniva martoriato, colpire la città era proprio come uccidere lei. 

Infondo sia io che Fortuna sapevamo che se avrebbe continuato con quella tortura saremmo stati rispediti all'esterno della gemma e ciò sarebbe stato completamente sconvenevole per i nostri stand, We will Rock You e Copycat.

We will rock you, aveva una portata molto corta, mentre CopyCat utilizzava terra e muschio per creare copie. All'interno della scuola avremmo subito un grande svantaggio entrambe.

E questo Luisa lo sapeva bene, cercando di incanalare e assorbire tutti quei colpi ma mantenendo il proprio stand attivo, nonostante ciò le provocasse solo dolore e ferite.

In un certo senso dovevamo impedire che Yul capisse che volessimo rimanere in Devil Town, o avrebbe intuito qualche abilità dei nostri stand ma allo stesso temo non potevamo lasciare che costringesse Luisa a ritirare il suo stand o a distruggerla così tanto da svenire e richiamare Devil Town automaticamente. 

"Non toccare la mia amica!" urlai a pieni polmoni, ciò che potevo fare per impedirgli di continuare, era fingere che il mio unico motivo per cui volessi che smettesse è perchè non volessi che uccidesse la mia amica. Nonostante fosse ovviamente vero, egli non doveva sapere che volevamo anche rimanere all'interno di Devil Town.

Fortuna mi guardò, io le feci l'occhiolino, e lei mi sorrise. Mi rivolse un sorriso fiero, come quelli di una madre che vede la figlia essere promossa nella più prestigiosa università. E per qualche secondo mi sentii proprio come se mia mamma mi avesse dato le congratulazioni per un diploma.

Yul smise di rivolgere le sue attenzioni allo stand di Luisa, e si rivolse verso di noi. Quando si assicurò che non si sarebbe rialzato molto presto per riutilizzare Devil Town ci prestò completa attenzione, rimanendo comunque in completo silenzio.

Eppure avevo ovviamente notato che non uccise Luisa, infondo ne aveva la possibilità, nessuna delle due si era avvicinato a lui. Forse vi era ancora un margine di possibilità di discussione.

"Copycat" invocai il mio stand prima di Fortuna, rispetto al suo io potevo attaccare anche ad una data distanza, ma da sola non potevo fare molto. Copycat era costruito per lavorare con almeno un'altro portatore di stand.

Eppure il mio scopo era quello di costringere Yul ad avvicinarsi e poi farlo cadere nella trappola di We Will Rock You. Lo Stand di Fortuna suona musica dagli altoparlanti sul suo corpo e chiunque lo ascolti deve fare ciò che dice la musica. Il portatore può decidere se devono danzare oppure fare letteralmente ciò che dice la canzone.

Veniva molto facile utilizzare We Will Rock You a Fortuna, il suo sogno era sempre stato quello di diventare una chitarrista di successo, di conseguenza conosceva un reparto vastissimo di possibili canzoni da utilizzare contro i propri avversari. E mi sarei fidata ciecamente della scelta che avrebbe fatto.

Per ora la mia unica missione era quella di portare Yul nel raggio d'azione dello stand di Fortuna. Mantenendo lo scopo di non far capire le mie intenzioni a Yul e che egli non conoscesse o comprendesse immediatamente il mio stand.

Eppure però avvicinare Yul era un'arma a doppio taglio, se si sarebbe avvicinato fin troppo saremmo state in pericolo che il suo stand ci rallentasse. Ciò significherebbe per me riprodurre meno copie e per Fortuna di non rendere la canzone da riprodurre efficace.

Infatti lo stand dell'avversario, il quale portava probabilmente il nome di All Time Low, doveva basarsi generalmente sull'abilità di accelerare o rallentare il tempo di un oggetto o un essere vivente. 

Dovevo riuscire a sfruttare tutti i pregi e difetti che Luisa e Fortuna avevano ripetutamente scritto a riguardo del mio stand. Copycat ha la capacità di fare copie di un oggetto all'interno di quello originale. Le copie e l'oggetto originale possono separarsi con una grande forza esplosiva. Le copie sono realizzate in terreno o muschio.

Pensai di ingannare Yul facendogli credere che l'unica abilità del mio stand sia quella di creare copie, ed invitandolo a separarle, nel migliore dei casi sarebbe esploso e ci saremmo potute avvicinare in sicurezza. 

Rimanemmo tutti incredibilmente in silenzio, non mi era mai capitato di combattere qualcuno in questo modo. Di solito con tutti i nostri avversari si creava una sfida nel rimanere il più tranquilli e rilassati, nell'ingannare l'altro di aver già risolto l'enigma ed aver automaticamente già vinto.

POV MARVIN

Vi era un corso una insensibilissima e probabilmente infinita sfida nel rimanere il più tranquilli e rilassati, nell'ingannare l'altro di aver già risolto l'enigma ed aver automaticamente già vinto.

"Ti rivelerò cosa il mio stand è capace di fare, credo sia semplicemente giusto nei tuoi confronti" prese parola Maria confidente, poggiandosi una mano sul petto. Salvatore la guardò sconvolto e preoccupato, ciò diede ad Adriana la sensazione che lo avrebbe veramente fatto, che non stesse per mentire.

"True Friends può suonare musica da degli altoparlanti sul suo corpo e chiunque lo ascolti deve fare ciò che dice la musica, è però invisibile e la sua portata è di due metri" la voce di Maria era calma e rilassata, la sua beffa era fin troppo credibile. Per qualche secondo credetti di aver confuso gli stand di Fortuna e Maria.

"Mi dispiace, ma io non mi abbasserò a rivelare il mio stand" rispose Salvatore richiamando più vicino a se The Scientist, cercando di reggere il più  lungo possibile quella menzogna dello stand di Maria. Dovevano riuscire a reggere una discussione e un eventuale battaglia per minimo un'ora.

Fu in quel momento che mi guardai allo specchio, Adriana aveva detto che era capace di trasformare qualunque oggetto vivente e non in uno stand, solo che a causa della mia forza d'animo non riusciva a controllarmi. Questo però non voleva dire che io non potessi autonomamente magari utilizzare i miei poteri stand.

Si ma come faccio? Come mi sarebbe potuto porre la domanda a Gorillaz, nel profondo del mio animo tutto ciò che desideravo era solo tornare umano e rivedere il mio preziosissimo amico. Ma per fare ciò forse avrei dovuto combattere almeno per un'ora senza di lui, aspettami Gorillaz, torno a prenderti.

Intanto alla mia destra all'improvviso Adriana iniziò a correre, Salvatore e Maria si prodigarono a rincorrere la ragazza universitaria. Mi rialzai velocemente ed inseguii il velo nero e il cappotto rosso dei due che ancora riuscivo ad intravedere nell'angolo.

Rimasi però nascosto, dietro il muro, senza attraversare il corridoio in cui i tre erano stati trascinati da Adriana. Non sapevo quale fosse il mio potere da stand, ma neanche loro sapevano che io riuscissi ad utilizzarlo. Ero ancora in vantaggio, non dovevo tradirmi da solo.

Capii immediatamente il piano di Adriana, tenersi lontana da Maria in modo da non attivare il 'suo' stand e rendere stand qualunque cosa di utile per scaraventarglielo contro. Era ora di vedere cosa succedeva ad un oggetto che acquisiva il potere stand.

Il camaleonte toccò due coltelli che erano stati abbandonati sul pavimento. Guardai l'orologio sulla parete, Maria aveva attivato True Friends da mezz'ora.

Quando gli oggetti si animarono e il loro potere stand fu percepibile, rimasero nelle loro sembianze originali e svolazzavano intorno alla donna che li aveva attivati.

Adriana in un movimento lanciò entrambi i coltelli, i quali una volta evitati da Maria e Salvatore, una volta incastratosi nella parete opposta, si sfilarono magnificamente da soli e si spinsero di nuovo contro i loro due obiettivi. Erano incastrati e perennemente colpiti dalle traiettorie dei due oggetti d'acciaio. Notai però che ogni tanto i coltelli tentavano anche di colpire me, ed erano effettivamente capaci di sfiorarmi, eppure perdevano interesse abbastanza in fretta. 

Eppure non compresi perché, dannazione magari sarebbe stato utile a Maria e Salvatore!

"Fa qualcosa porca troia!" urlò Maria mentre evitava per l'ennesima volta lo stesso coltello, tentò di bloccarlo con la mano ma ottenne solamente essere ferita dalla lama, si muovevano troppo velocemente per essere fermati. 

"E' attirato da tutto ciò che si muove! Non c'entriamo nulla noi!" cercò di attirare la sua attenzione Salvatore, Maria però non lo stava assolutamente ascoltando, troppo impegnata a muovere assurdamente braccia e gambe ed evitare i coltelli.

"Sta scappando!" interrompei la concentrazione dei due sui coltelli indicando la figura dell'universitaria che si allontanava, i due mi guardarono stupiti ma non feci che iniziare a fluttuare con lo scopo d'inseguire colei che in teoria era la mia portatrice di stand.

"Aspetta ho avuto un'idea" urlò all'improvviso Maria tirandomi leggermente il copricapo che avevo assurdamente in testa in questa forma, "Se Marvin si facesse colpire dai coltelli, Adriana ne rimarrebbe ferita e magari tu avresti il tempo di toccarli".

Il piano della giovane dai capelli rasati non fu neanche completamente esposto che venne subito messo in pratica da me e Salvatore, mi ferì leggermente la lama nel petto ma essi stavano già lentamente cercando di sfilarsi dal mio corpo, essendo probabilmente pensati per non ferire il proprio portatore.

Presi tutto il coraggio che avevo in corpo per afferrare il manico di entrambi ed infilarli più profondamente nella mia carne immediatamente Salatore chiamò The Scientist e incastrò i due oggetti d'acciaio con i quadranti. Si prestò a cambiare la temperatura di essi e quando finalmente raggiunse i 1370 gradi, l'acciaio dei due coltelli iniziò a fondersi.

Bruciava, bruciava terribilmente, ma a giudicare dalle urla che si potevano sentire dall'altra parte del corridoio, il portatore di stand soffriva molto di più degli stand a cui donava il potere. Ci prestammo subito a correre da lei, ma in questo frangente Salvatore mi accarezzò la spalla rivolgendomi il sorriso più caloroso che avevo mai visto, ma mi colse ancor più di sorpresa sentire Maria dirmi, senza note d'ironia "Ottimo lavoro, ragazzino".

Quando arrivammo al cospetto di Adriana, sembrava distrutta, ma continuava a tenere su un sorriso e uno sguardo fermo. Poi all'improvviso, in un nano secondo, sentii il mio corpo e la mia anima tornare, ma sopratutto vidi Gorillaz piano piano riformarsi di fronte a me. 

Corsi tra le braccia del mio stand e lo stritolai, sentendo le mie stesse braccia che lo facevano male su di me, era una sensazione strana.

"Non penso debba spiegare che True Friends ce l'ha fatta" sussurrò poi Maria, raccogliendo l' Adriana che era svenuta sul pavimento, la giovane universitaria guardava la portatrice di True Friends con gli occhi scintillanti ma palesemente fuori da se stessa. Chissà quale figura così importante della sua vita True Friends aveva rimpiazzato con Maria.

"Direi di legarle braccia, gambe, riportarla in Devil town insieme a Yul e poi la puoi liberare da True Friends e interrogarli insieme" propose Salvatore mentre The Scientist giocherellava con al coda di Gorillaz.

POV MARIA SARA

Copycat nel silenzio che continuava a rimbombare nelle mie orecchie iniziò a creare delle copie dei sassi che erano tutto intorno Devil Town, cercai di continuare l'azione alle spalle di Yul, in modo da non insospettirlo.

Eppure però ovviamente il mio stand era abbastanza debole essendo io lontana quasi tredici metri, quindi decisi di iniziare ad avvicinarmi. Deglutii un paio di volte, mentre compievo passi lenti e calcolati per sia tenere me stessa lontana dalla portata dello stand di Yul che Copycat.

Forse data la mia concentrazione, mi tradii da sola. Una volta Luisa mi disse che quando si combatte, la tua prossima azione è ovvia non c'è bisogno di impegnarsi, bisogna solo ragionare al come io ingannerei me stessa.

Quando i massi creati dal mio stand furono abbastanza grandi, decisi che il piano migliore sarebbe stato di farli cadere sul corpo inerme del mio avversario, e di conseguenza dato l'enorme urto che sarebbe stato sentito come un tentativo di dividere le coppie, questi sarebbero sicuramente esplosi.

Infondo io ero abbastanza lontana da All Time Low, mentre Copycat era nascosta dietro i suddetti massi. Forse assunsi un'espressione felice, rilassata, come quella di una persona che ha già vinto. 

Ma appena il mio stand diede un leggero colpo ai massi, "Time-Bomb" la voce di Yul era tranquilla, rilassata, come se gli avessi fatto un favore. Tra le mani del portatore di stand qualcosa dalla forma risalente ad un teschio esplose. 

Eppure niente si ruppe, niente volò, quella esplosione era ancor peggiore di qualunque normale detonazione. Vidi con i miei occhi lucidi i massi cadere lentamente, come se fossimo in un film, tutto era calmo, lento. Ma il corpo di Yul che si muovette a passo imperturbabile, mentre mi guardava negli occhi, e si allontanava dai massi che oramai sarebbero caduti tra sette minuti circa. 

Lo stand di Yul aveva una seconda opzione, richiamata con Time-Bomb, che gli permetteva di rallentare gli obiettivi in sette metri circa. Egli stava solo aspettando che mi avvicinassi abbastanza.

Quando chiesi mentalmente scusa a tutta la mia squadra per aver fallito, quando sentii le amare lacrime cadere così lentamente che sembravano solo bruciare di più, realizzai qualcosa. 

Perchè prima Yul si era assicurato che Luisa fosse completamente inerme ma con me invece non ha prestato più tanta attenzione. Fu in quel momento che un ingranaggio nel mio cervello, si collegò ad un altro, e presupponi che All Time Low poteva probabilmente rallentare solo un massimo di oggetti all'unisono.

Quindi ovviamente essendo le figure di Devil Town almeno sette, si dovette assicurare che Luisa non potesse più utilizzare il suo stand per poter fare spazio alle nostre abilità da rallentare. Ma in questo caso sotto il suo raggio c'erano solo due massi, io e Copycat. Probabilmente le copie all'interno dei massi che li avevano resi così mastodontici non valevano come entità separate.

Yul era completamente voltato vero Fortuna, probabilmente aspettando che si avvicinasse in modo che potessero avere uno scontro corpo a corpo. Il quale per quanto potesse spuntarla Fortuna, era fin troppo rischioso. Egli avrebbe potuto attivare Time-Bomb prima che Fortuna sarebbe stata abbastanza vicina da attivare We Will Rock You.

Ma, Lusia era ancora sul pavimento martoriata, stanca, ma viva sveglia. Mi sentivo enormemente in colpa nel dovere di nuovo usufruire dei suoi potere quando era in quelle condizioni. Ma era l'unica nostra via di fuga.

Probabilmente il ragazzo non si aspettava che capissimo come funzionasse precisamente il suo stand, quindi era realmente pacato e sicuro ora. Si sentiva di aver già vinto, ed infondo l'avevo capito a mie spese, che questo era il momento perfetto per agire.

Riuscii a incrociare lo sguardo con la ragazza dai capelli colorati, quella che tanto s'era sacrificata per venirmi a salvare in prigione, in quel momento le promisi mentalmente che questa sarebbe stata l'ultima volta che mi avrebbe dovuto aiutare.

Le feci comprendere che lei probabilmente non era più sotto l'effetto di All Time Low, mi ci volette un po' fare dei gesti a rallentatore, ma almeno Yul era voltato di spalle e stava solo osservando Fortuna. La quale stava palesemente fingendo di star preparando una mossa in modo che egli non guardasse me e Luisa.

Come se tutto perfetto, come se fossimo in perfetta coordinazione, Fortuna iniziò a correre verso Yul ma lui non fece in tempo ad attivare Time-Bomb che l'unica figura che Luisa riuscì a riprodurre di Devil Town gli bloccò le braccia dietro la schiena.

"We Will Rock You,  JailHouse Rock!" non sentii mai Fortuna richiamare il suo stand in un modo più felice e fiero di così. Vedere quella luce nei suoi occhi e  la sua voce così brillante, mi fece realmente più sorridente di quanto immaginassi.

La canzone che iniziò a suonare dalle casse del suo stand è un brano musicale composto da Jerry Leiber e Mike Stoller, portato al successo da Elvis Presley nel 1957. Ovviamente Fortuna scelse quel pezzo grazie al testo, che inneggiava al ballare e cantare in una prigione.

infatti in tempo zero, intorno all'espressione sconfitta ed amareggiata di Yul si materializzò una gabbia gigante, ed il ragazzo fu costretto a ballare e muoversi a tempo di musica.

Vidi la bocca di Luisa pronta ad aprirsi per dire qualcosa, ma la ragazza non fece in tempo che sveni proprio accanto a noi. Venimmo tutti immediatamente teletrasportati all'esterno di Devil Town, e la gabbia ora aveva un aspetto molto divertente nel bel mezzo del corridoio dell'edifico universitario.

Fortuna si apprestò subito a correre verso Luisa e posarle una mano sul petto, esalò un respiro di sollievo, il cuore batteva e il respiro era regolare.  Aveva ovviamente però perso fin troppo sangue e essersi forzata fino all'ultimo goccio delle sue forze.

"Che minchia è successo a Luisa?" conoscevo quella voce tra un milione, quella voce così meschina e cattiva con chiunque ma così incredibilmente preoccupata per i membri della squadra. Quando io e Fortuna ci girammo, dietro di noi vi erano Maria, Salvatore e Marvin con una ragazza dallo sguardo da tossicodipendente, sognante e tra le nuvole.

"Ma voi l'avete drogata?" chiese Fortuna mentre cercava di non ridere, Maria si avvicinò alla ragazza e le diede una pacca sulla spalla. Intanto Salvatore e Marvin s'impegnarono a legare Yul e Adriana, una volta che entrambi furono liberai dagli stand delle ragazze. Però non sentii bene cosa le rispose Maria a Fortuna, ma osservai quanto le due fossero affezionata l'una all'altra come nessun'altra. A loro bastava essere insieme, essere vicino, ridere insieme, per essere felici.

Maria aveva solo tredici anni quando uccise un uomo per la prima volta, quando prese una pistola e senza paura o ritegno puntò alle tempie di qualcuno, uccidendolo in un colpo secco. Fu Maria a raccontarmi come fossero entrate nel giro di Luisa, come si fecero coinvolgere ad essere due portatori di stand, due cani della regina, due traditori. Forse la cosa che le convinse di più fu la promessa che sarebbero state accolte in una famiglia in cui potevano sentirsi a loro agio e fidarsi ciecamente di lei e Marvin. Al tempo Salvatore ancora non ne faceva parte né lo conoscevano.

Fortuna era una ragazza che Maria non sopportava, andavano in classe insieme ma non erano mai state veramente amiche. Avevano però la stessa compagnia, gli stessi amici del sabato, e gli stessi luoghi in cui si divertivano.

Era stato un sabato sera come tutti gli altri, lei e Fortuna avevano litigato, erano arrivate a prendersi a calci nel bel mezzo del piccolo parchetto comunale. Per avere a testa dodici e tredici anni erano davvero giudiziose e perfide.

La ragazzina più giovane, dalle paffute guance e i corti capelli ricci scappò via, urlandole che era la peggior persona che avesse mai conosciuto. Dopo dieci minuti che la ragazza non tornò, come di solito faceva dopo una sfuriata, Maria iniziò a preoccuparsi. Infondo era solo una piccola, ancora innocente, bambina di tredici anni.

La ragazza che ancora portava i capelli lunghi, neri e svolazzanti, iniziò ad urlare il nome della compagna mentre la cerava per le strade desolate della cittadina. Sua madre le consigliò di chiamare la polizia, così lo fecero, ma Maria non si fermò e si allontanò dai suoi genitori per cercare Fortuna. Ma quando la trovò tutto si spezzò, come se fino a quel momento ci fosse stato un muro invisibile che era lì a  proteggerla dal mondo crudele degli adulti.

Iniziò a piangere quando nella sua testa riapersero i ricordi della compagna che aveva scritto un dolce tema, che la loro maestra aveva letto a tutti, un tema in cui narrava quanto volesse sposarsi, avere tanti figli,e d essere felice per sempre. 

Fortuna aveva solo dodici anni quando venne stuprata, tutti i sogni candidi e giovanili le vennero strappati via in un secondo. Quando la polizia arrivò,guardarono l'uomo e la bambina e risero. Colui che stava compiendo quell'atto così illecito corrompeva la polizia da anni immemori, tutti i sui crimini di pedofilia venivamo semplicemente ignorati volontariamente dalla polizia. 

Maria aveva solo tredici anni quando rubò la pistola di un poliziotto ed uccise il rapitore di Fortuna. Entrambe erano due bambine quando vennero incastrate dai poliziotti per omicidio. Entrambe si promisero fedeltà eterna per la giustizia. Entrambe si legarono come nessun'altro  mai potesse.

Ad oggi tutti noi avevamo un passato turbolento, pieno di ferite, tradimenti, siamo tutti l'ancora dell'altro, siamo stati tutti dei delinquenti, nessuno di noi è una persona buona o giusta. Noi combattiamo per i nostri ideali, nel modo più cattivo che conosciamo.

"Yul, Adriana, sarebbe un mio immenso piacere," disse Fortuna mentre osservava Luisa che piano piano stava tornando su di lei,la quale probabilmente avrebbe preferito fare il discorso al suo posto, Marvin che stava mano nella mano con il suo stand, Salvatore e Maria che le rimanevano accanto e ovviamente io che ero rimasta dietro Yul e Adriana "esporvi il piano della sesta squadra dei cani della regina".

!!! NOTE !!!

-Tutti i nostri vestiti sono rubati ai personaggi di Black Butler, anche se ho rimosso tutti i loro copricapi; Maria Sara ha quelli di Ciel Phantomhive, Luisa quelli di Alois Trancy,Marvin quelli di Ash Landers, Maria quelli di Grell Sutcliff, Fortuna quelli di Madame Red (Angelina Durless), Salvatore quelli di Undertaker, Adriana quelli di Claude Faustus, Yul quelli di Sebastian Michaelis.

-Lo Stand di Fortuna è ispirato a We Will Rock You dei Queen, quello di Maria Sara a CopyCat di Billie Eilish, quello di Maria a True Friends dei Bring me the Horizon (essendo che il suo stand crea una sorta di fake friend che poi ti manipola, i liked the joke), quello di Salvatore a The Scientist dei Coldplay, quello di Marvin prende il nome della band Gorillaz (Essendo che il suo stand lascia che Marvin si trasformi in qualunque animale pensavo avesse senso, inoltre sono una band britannica quindi essendo figlio della regina, Marvin è proprio di sangue blu anche nel suo stand), quello di Luisa a Devil Town dei Cavetown, quello di Yul dalla band All Time Low (essendo che può manipolare il tempo, i liked the joke, again) ed infine quello di Adriana alla canzone Non Esiste di Madman (essendo che il suo stand trasforma cose non stand in stand, le rende invisibili per le persone normali).

-Marvin ha la stessa ossessione di Death the Kid di Soul Eater per le cose simmetriche, ma ho deciso di unirla alla paura di Mista di Jojo del numero 4, rendendo la passione di Marvin i numeri simmetrici, come l'8.

-Nella storia non viene mai specificato ma Luisa per salvare Maria Sara dalla prigione ha semplicemente nascosto al propria gemma con se stessa all'interno nella tasca di un'altro delinquente arrestato quel giorno.

-Il verso dello Stand di Luisa 'Machi' significa 'Città' in giapponese.

-La frase detta da Salvatore "Ho visto uomini buoni fare cose cattive e uomini cattivi fare cose buone, ma che hanno preso una decisione e se ti ritroverai in Paradiso o all'Inferno, lo sai già" è una rivisitazione della frase citata nel film Cowboys & Aliens. Mentre quella di Maria "La verità è che i buoni perdono, perdono sempre. Devono seguire le regole per forza, i cattivi invece no" è una citazione dalla serie tv C'era una volta (One upon a Time).







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