Cinque +1!AU
I.
Rie era stesa sul divano del loro appartamento condiviso, i piedi dondolavano e nessun pensiero girava nel suo cervello. Il ventilatore era appoggiato su una sedia di fronte a lei alla massima potenza, i piccoli fogli di carta legati al ferro si muovevano freneticamente ma il caldo non sembrava fermarsi.
La corvina guffiana tinta sbuffa, in realtà per nessun motivo preciso, nel suo cervello ancora nessun pensiero si carica, il caldo è troppo. Anche se probabilmente era l'alcol e il non aver pranzato, più che il clima. Poi all'improvviso la porta di legno dell'entrata sbatte così forte che Rie poteva giurate che si sarebbe girata e l'avrebbe trovata scardinata per terra.
Ma quando si gira c'era solo una ragazza dai corti castani capelli ricci, così arrabbiata che sembrava fumare come nei cartoni animati. La porta però era intatta, ancora non distrutta dalla rabbia con cui veniva sbattuta otto giorni su sette da Fortuna.
Rie alza un sopracciglio, sperando che basti per lasciare che l'altra spiegasse il suo nervoso, non che fosse inusuale. "Cioè ma ci credi che quella mi ha fatto una smorfia quando l'ho salutata" risponde la castana ancora inviperita, Rie si rialza dal suo nascondiglio di dolore solo perché sentiva odore di drama e ora era estremamente interessata alla conversazione.
"Ma di chi stiamo parlando?" Le chiede la corvina con un accenno di sbadiglio, "La mezza fiamma, tinder, roba, di Salvatore!".
Fortuna procede a sbattere i piedi verso la cucina, probabilmente alla ricerca di qualche gelato che le avrebbe fatto dimenticare l'arrabbiatura inutile.
Intanto la nostra protagonista ora è piena di pensieri, seduta sul divano con il ventilatore che punta alle sue ginocchia, ma il viso è completamente accigliato in un espressione confusa.
"Ma non sei fidanzata tu con Salvatore?" Sussurra a se stessa sentendosi più ubriaca di quando aveva bevuto.
"Cosa hai detto?" Richiede Fortuna tornando in salotto, ma Rie sembrava essere già troppo interessata al gelato che l'altra aveva in mano per ricordarselo. Fortuna fece spallucce immaginando di aver sentito male quella domanda.
II.
"Tieni, comprali per la tua ragazza" si avvicina questo ragazzo probabilmente straniero probabilmente più ricco di lui con tutti i fiori che era riuscito a scroccare ai passanti, infilando un mazzo di rose rosse nel volto di Salvatore. Fortuna accanto a lui scoppia a ridere non riuscendo a fermarsi in nessun modo.
Il ragazzo più alto sposta i fiori che gli erano stati completamente sbattuti in faccia e accompagna Fortuna con una risata lieve molto imbarazzata.
"No grazie mille" risponde Salvatore al venditore abusivo mentre si trascina dietro la castana che stava ancora esplodendo dalle risate. Le guance di Fortuna completamente paonazze dalle risa, le quali però aveva fatto arrossire, per motivi completamente diversi, anche il ragazzo accanto a lei.
I due continuarono camminare verso la piazza dove il resto del gruppo li stava aspettando, dimenticandosi molto velocemente della divertente gaffe del giovane.
Finché Fortuna non se ne ricordò come un fulmine a ciel sereno, e la sua risata contagiosa ricominciò a risuonare. Quindi procedette a raccontare l'evento al resto del gruppo per almeno sei volte con due milioni di nuovi dettagli, mentre Salvatore le ripetevs che non era stato così divertente.
III.
Fortuna era in un locale al centro di Caserta, era tanto tempo che non tornava lì dopo essersi trasferita più in provincia con l'amica. Girava con il suo cucchiaio d'argento un drink alcolico, mentre aspettava che Luisa e Maria Sara arrivassero. Guardò l'orologio sulla mano destra, era arrivata venti minuti d'anticipo, sbuffò. Dopo tutti quegli anni in cui faceva ritardo per colpa di altre persone aveva preso una brutta abitudine di arrivare fin troppo presto agli appuntamenti.
Bevvè un sorso, almeno in quel locale si stava freschi e la Pina Colada rimaneva sempre buona.
"Che bona quella di fronte a noi" all'inizio la castana non crede stessero parlando di lei e non prestò troppe attenzioni alle parole volgari dietro le sue spalle. "Ma quella non è Fortuna?" Osserva ancora una voce accanto alla precedente parlare dietro di lei, eppure è sicura di non conoscere i tre ragazzi seduti dietro di lei, si sentì all'improvvisa un po' osservata ora ma cercò di non farlo notare più di tanto.
"Chi?" Sussurra il primo che aveva parlato, Fortuna si rilassa un pochino, anzi completamente. Forse si sentiva anche un pochino adulata, infondo era da tanto che non aveva una relazione, non che fosse esattamente alla ricerca di una.
"La ragazza di Salvatore" Fortuna quasi soffoca sul suo stesso drink, sente la gola bruciare ma non vuole tossire più di tanto per non attirare ancora di più l'attenzione su se stessa. E quelle sue stupide amiche che si ritrovava decisero di arrivare proprio in quel secondo.
"Eh- perché stai morendo?" Chiese Luisa appena entrata nel locale, Maria Sara appena dietro di lei fa una smorfia tra il preoccupato e il divertito, Fortuna sbuffa e trascina entrambe le amiche fuori dal bar per dirigersi verso un altro molto molto lontano, mentre bofonchia qualunque insulto che mai il suo cervello abbia trapassato le sue tempie.
Luisa e Maria Sara le stanno dietro, non chiedendosi più di tanto perché fosse così arrabbiata.
IV.
È passata una settimana dai tre eventi collegati della sua presunta relazione con Salvatore ma il pensiero che queste convinzioni siano state così radicate sia in Rie che negli estranei che in dei presunti amici di Salvatore le dava fastidio. Non era un fastidio che riusciva proprio a spiegare, anzi non era neanche giusto chiamarlo fastidio forse, le parole le si incastravano nel cervello, non era arrabbiata perché tutti pensavano che stavano insieme ma né tanto meno era vero.
"Arrabbiata come ogni giorno?" Fortuna si girò verso la voce che le aveva rivolto la parola, si ritrovò accanto un ragazzo di bassa statura e biondo come sempre. Marvin la guardava un po' accigliato, era sceso da poco da Roma ed era rimasto a dormire sul divano del suo appartamento, quindi non era così strano vederlo in casa sua accanto a lei ma l'aveva comunque infastidita in qualche modo.
"Si, e allora?" Rispose inviperita Fortuna, il biondo rise lievemente poi si sedette accanto a lei, accanto era un eufemismo, i due erano seduti ai due lati opposti del divano. "Dobbiamo aspettare Rie che finisce di farsi la doccia comunque, quindi dimmi perché anche oggi sei arrabbiata come ogni giorno" Marvin dice altezzoso non guardandola mai veramente, Fortuna alza un sopracciglio ma neanche lei gli rivogle lo sguardo. Gli occhi di entrambi erano incollati sul ventilatore adornato con ancora più fili colorati rispetto alla settimana prima. "Da quando io e Salvatore stiamo insieme?" disse quasi sovrappensiero la castana, Marvin rimase in silenzio per qualche secondo, il rumore della ferraglia del ventilatore riempiva il silenzio assordante.
"Ma che te sei dimenticata il vostro anniversario?", la ciabatta che arrivo sul naso alla velocità della luce al biondo fu accompagnato da una bestemmia così sonora che Rie con l'accappatoio addosso si chiese se dovesse sporcarsi di sangue per seppellire Marvin assassinato Fortuna.
V.
Fortuna e Salvatore erano in un negozio di vestiti, avevano organizzato quest'uscita oramai tanto tempo fa, molto prima di queste nuove condizioni che le stavano attagliando il cervello. La castana si sentiva l'unica a capire che lei non era fidanzata con Salvatore, nè nulla di vicino a ciò. Le sembrava di aver perso tre mesi di chat sul gruppo rinomato di amici. Però al contempo non capiva perchè non si premeva di chiedere a Salvatore cosa ne pensasse, nel fondo del suo cervello una paura che la rifiutasse, non che si stesse confessando, eppure il suo cervello comunque lo ragionava così.
Però in quel momento Fortuna non ci stava tanto pensando, Salvatore stava veramente facendo del suo meglio per distrarla. Erano insieme che prendevano in giro i vestiti più stupidi e pacchiani, alla ricerca di un paio di vestiti eleganti da mettere al matrimonio di una vecchia loro insegnate di liceo. Infatti ogni volta che vedevamo qualche vestito pieno di tinte sgargianti e paiette scommettevano quanto da uno a dieci la Cimmino avrebbe indossato quello.
Fortuna era sorridente, si sentiva veramente in pace e che si stesse godendo la giornata. Era da tanto che non usciva in quel modo con Salvatore, dovevano vedersi più spesso, più spesso così solo loro due. Si sentiva proprio di averne avuto un bisogno di quell'uscita che stava vivendo.
Finché quella cassiera non parlò.
Salvatore aveva tra le mani sia il suo smoking che il vestito da sera di Fortuna, e avrebbe pagato lui semplicemente perché la carte di credito della castana quel giorno aveva deciso di non funzionare.
"Che gentiluomo a pagare anche per la sua donna" Salvatore sorrise in modo Imbarazzato, Fortuna ringraziò che non aveva un'arma a portata di mano.
+1
"Ti amo".
Il gelato era caduto a terra, non era più riuscita a controllare le sue mani da quella improvvisa frase. Forse Fortuna si rese conto ora, che tutti avevano capito prima di lei che loro due avevano una relazione. Anche prima di sé stessa.
Perché ora si era gettata nelle sue braccia ripetendo varie frasi sdolcinate ma dal profumo di nervoso completamente sconnesse, mentre Salvatore rideva cercando di non cadere all'indietro.
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