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Capitolo 4 (parte 2)



Mi allontano andando in cucina, prendo l'acqua dal frigo e la porto a tavola dove, mi accorgo, mancano i tovaglioli.

<< Faith! Questo è mio zio Oliver, zio lei è Faith, diciamo che è stata lei a trovarmi ed aiutarmi per prima >> prima di girarmi prendo un profondo respiro cercando di ricordarmi che devo mantenere la calma e, anche se mi sta antipatico, comportarmi in modo civile per Monica.

Il problema principale? È che lo zio Oliver non è esattamente come me lo aspettavo. Insomma, Monica ha diciotto anni, mi aspettavo un uomo con un'età più avanzata, sulla quarantina ma lui decisamente non ci si avvicina neanche.

La prima cosa che mi salta all'occhio è che, oltre ai capelli neri non hanno davvero niente in comune. Ha la pelle dorata, sembra appena tornato da una giornata al mare e gli occhi sono davvero scuri, è alto ma non in maniera esagerata, di certo è più basso dei miei fratelli, direi che ad occhio e croce sarà un metro e settantacinque o giù di li.

Non penso abbia più di trent'anni e, per mia grande sfortuna, devo ammettere che è proprio bello.

<< Piacere >> il tono che usa è freddo, mi fa subito ricordare che sono arrabbiata con lui, allunga una mano nella mia direzione.

<< Piacere >> mi sporgo per stringere la sua mano.

Ha una stretta sicura come il suo sguardo, i suoi occhi sono di un marrone così torbido che sembrano neri. Ha lo sguardo annoiato ed è rigido nei movimenti, evidentemente l'antipatia è reciproca.

<< Sono molto rammaricato per come ho urlato al telefono questa mattina >>

Lo guardo scettica, non sembrerebbe affatto dispiaciuto << Si, certo >> sfilo la mano dalla sua presa spostando lo sguardo.

<< Bene, ora che avete chiarito direi che ci possiamo mettere a tavola >>

<< Signora, grazie per l'invito ma... >>

<< Niente ma giovanotto, non accetterò no quindi mettiti l'anima in pace. Monica mostra a tuo zio dov'è il bagno così può lavarsi le mani, troverai le salviette per gli ospiti sul mobiletto di lato >>

Mentre mangiamo mamma conversa con Oliver chiedendogli del viaggio e della sua organizzazione per il trasferimento. A quanto sembra ha tutto sotto controllo, era già riuscito a sistemare ogni cosa a casa sua, deve solo mandare il nuovo indirizzo al suo amico e lui si occuperà della spedizione. Sembra anche che abbia già trovato lavoro qui in città, non gli chiediamo di più perché lui sembra molto restio e mamma non è mai stata una donna invadente anche se sono molto curiosa di scoprire cosa farà.

<< Bene, chi vuole il caffè? >> chiedo una volta finito il dolce e tutti sembrano volerlo.

La macchinetta era già stata impostata ed infatti il caffè è pronto, preparo il vassoio con quattro tazzine che riempio, la zuccheriera ed il latte, afferro i due manici del vassoio e lo porto a tavola.

Mentre beviamo il caffè mi viene in mente una cosa e, ovviamente, non riesco a trattenermi.

<< Dove alloggerete? >> guardo dritto negli occhi Oliver, è rivolta a lui dopo tutto la mia domanda.

<< Quando ho fatto domanda d'assunzione mi avevano offerto una casa dove abitare, avevo rifiutato per non far spostare Monica ma a questo punto andrò oggi stesso ad accettare l'offerta >>

<< Oh! Bene >> torno a bere il mio caffè << A proposito, mamma tra poco devo andare, ho un appuntamento per lavoro >>

<< Vai pure tesoro, ci pensiamo noi qui >> la guardo un attimo chiedendomi se sia davvero il caso di lasciarla qui con quest'uomo che neanche conosciamo.

Mamma deve capire la mia preoccupazione perché mi lancia un'occhiataccia passandomi le mie cose << Va bene, va bene, calmati >> le sussurro.

<< Meglio che sparisci prima che prenda il mestolo >> rido salutando tutti.

Nel giro di pochi minuti arrivo al comune, parcheggio, scendo dalla macchina ed entro salutando Jolen che mi accoglie subito facendomi sapere che Tom mi sta attendendo.

Entro senza bussare, conosco Tom da quando ero una bambina, è abituato alle mie entrate.

<< Tom! >> chiudo la porta.

<< Ecco la mia ragazza preferita >> irrimediabilmente arrossisco.

Tom ha l'età dei gemelli, è incredibilmente biondo ed ha un paio di occhi azzurri che fanno girare la testa e si, ho una cotta per lui da tempi immemori, oserei dire quasi da sempre.

Mi siedo davanti alla sua scrivania sorridendogli << Cosa posso fare per te? >>

<< So che sei sempre piena di lavoro, ma puoi trovare un po' di tempo per me, vero? >>

<< Ma certo! >>

<< Ottimo! Allora, devi sapere che abbiamo fatto un po' di nuovi acquisti per la città >>

<< In che senso? >> chiedo un attimo confusa visto che siamo a maggio e non c'è nessuna festa particolare in arrivo.

<< Ci sono delle persone che sembrano davvero interessate ad acquistare il vecchio locale dei signori Green, hai presente? Quello che ha chiuso dieci anni fa? >>

<< Oh si, lo ricordo >>

<< Ecco, verranno a fine estate per dare un'occhiata e per parlare con te per un eventuale rimodernamento >>

<< D'accordo, ma mancano più di tre mese alla fine dell'estate >>

<< Lo so, ma voi avete sempre così tanto lavoro che ho pensato fosse meglio avvertirti così puoi prepararti al meglio, è importante questo incontro, capisci? >>

<< Ok >>

<< Poi, visto ciò che è appena successo alla città qui vicino, vorrei che mi facessi sapere quali sono le strutture più fragili e... avrei bisogno di un grosso favore >>

<< Sarebbe? >> chiedo mentre ormai ho iniziato ad appuntarmi quel che mi sta dicendo.

<< Lo sceriffo è vecchio e tra poco arriverà la persona che deve addestrare per quando prenderà il suo posto, inoltre avremo anche un membro in più all'interno della nostra squadra di polizia >>

<< Accidenti, è una bella notizia, la centrale si allarga >> la mia è una velata ironia visto e considerato che, qua, non succede mai niente le forze dell'ordine sono composte da quattro persone, tra queste c'è anche la segretaria della centrale.

<< Vero? La nostra città adesso sarà ancora più sicura grazie a me ed agli investimenti che sto facendo >> gli sorrido perché si sta impegnando davvero a migliorare le cose << Al momento sto lavorando su un progetto per le emergenze scatenate da calamità naturali. Lo sapevi che non siamo preparati per nessuna evenienza? >>

A settembre sarà un anno che è in carica come sindaco della città, alla sua candidatura erano tutti molto scettici, io invece l'ho appoggiato fin da subito. Certo, i miei fratelli hanno continuato a rimbrottarmi per tutto il tempo che, accecata dai miei sentimenti, non riuscivo a vedere bene Tom per quello che è davvero, che orami l'ho idealizzato ma non è vero.

Solo perché è giovane non vuol dire che non può fare uno splendido lavoro, al contrario è esattamente quel che sta facendo, cerca sempre di migliorare ogni cosa e... si insomma si impegna molto per questa città.

<< Vorrei trovare il modo per attirare più persone, cercare di ampliare il turismo così da aiutare i commercianti >> mi spiega.

<< Va bene, ma come pensi di poter avere turisti se non c'è un albergo o un b&b? >> gli faccio notare.

<< Sto lavorando anche su quello, purtroppo ci vuole sempre del tempo per queste cose >>

<< Abbi pazienza >>

<< Ah! Dovresti sentirti con lo sceriffo per poter controllare tutti gli edifici, sai no? È meglio se qualcuno delle forze dell'ordine è con te, nel caso qualcuno abbia qualcosa da ridire >>

<< D'accordo >> in realtà non credo affatto ce ne sia bisogno ma se questo lo rende contento lo farò.

<< Allora è tutto >>

<< Ok >> mi stava già congedando.

Ammetto che speravo mi concedesse un po' del suo tempo ma capisco che sta lavorando e che è impegnato quindi raccolgo le mie cose. La porta alle mie spalle si apre e sento i tacchi di Jolen ticchettare sul pavimento.

<< Sindaco c'è il signor Ryder per lei >>

<< Oh! Signor Ryder che piacere conoscerla di persona, abbiamo parlato anche del suo arrivo ma credevo che avrebbe iniziato a lavorare dalla prossima settimana >> Tom si alza dalla sedia per stringere la mano al nuovo venuto.

Quando mi giro rimango un attimo interdetta << Come mai sei qui? >>

<< Faith! Ma che modi >> Tom mi riprende come una bambina ed io ovviamente mi imbarazzo come non mai << Signor Ryder la prego di scusare la mia concittadina, non so proprio cosa le sia preso, di solito è così garbata >>

<< Non si preoccupi, io e la signorina Reed ci siamo già conosciuti e, per favore, mi chiami Oliver potremmo essere coetanei >>

<< Effettivamente, Oliver, so che hai solo due anni più di me >> questo vuol dire che ha ventotto anni, l'avevo immaginato ma cavolo, saperlo è tutt'altra cosa << E come mai vi conoscete? >> la domanda di Tom è rivolta a Oliver.

È incuriosito da lui << La signorina ha aiutato mia nipote >>

La risposta non sembra soddisfare Tom visto che mi fissa con ostinazione attendendo che aggiunga qualcosa << Siamo stati chiamati per dei lavori di ricostruzione nella città qui accanto, quella colpita dal tornado, è lì che ho trovato sua nipote e diciamo che io ed i miei fratelli abbiamo cercato di renderci utili >>

<< Come sempre, la famiglia Reed è sempre pronta ad aiutare chiunque >>

<< Di sicuro hanno fatto molto per mia nipote ed io gli sono molto grato >> Oliver mi fissa mentre parla e, sinceramente, rimango molto sorpresa perché è sincero.

<< Faith devi sapere che Oliver è la persona di cui ti parlavo, è lui che prenderà il posto dello sceriffo >>

<< Sei un poliziotto? >>

<< Si >> mi risponde prima di rivolgersi nuovamente a Tom << Comunque, sono qui per un'altra questione, lo sceriffo mi ha detto che dovevo parlare con lei per la questione della casa >>

<< Cosa? >>

<< La casa, quando ho accettato il posto mi avevate offerto una casa nel contratto che ho firmato, visto che l'abitazione dove dovevo abitare è andata distrutta speravo di poter avere quel che mi avevate proposto >>

<< Ma certo, penso di poterle procurare le chiavi nel giro di due o tre giorni >>

<< Ok, e fino ad allora dove posso pernottare con mia nipote? >>

<< Prego? >>

<< Fino a che non mi avrà procurato le chiavi, dove posso trovare un hotel, albergo, motel o b&b o quel che avete da queste parti? >>

<< Ecco... >> Tom mi guarda a disagio << Questo potrebbe essere un problema >>

<< Potrebbe spiegarsi? >>

<< Diciamo che l'albergo più vicino è a... >>

<< Un'ora di macchina >> mi intrometto perché capisco subito che Tom non lo sa.

<< È uno scherzo vero? >>

<< Temo proprio di no >> ammetto controvoglia.

Oliver mi fissa per diversi secondi per poi tornare su Tom << Ok, può darmi il numero? >>

<< Faith non è che potresti chiamare per prenotare due stanze? >>

<< Ehm... certo >> in realtà vorrei fargli presente che non sono la sua segretaria, che Jolen è fuori, ma non sono mai riuscita a dirgli di no.

Con la coda dell'occhio vedo Oliver sobbalzare sorpreso mentre con il telefono cerco il numero dell'albergo e chiamo, esco dall'ufficio così da non disturbarli, parlo diversi minuiti con la centralinista mentre cammino su e già per il marciapiede, sospiro di stanchezza quando attacco.

<< Cavolo! >>

<< Cosa c'è che non va? >>

<< Oddio! Sei impazzito? Mi hai spaventato >> Oliver è proprio dietro di me ed io non l'avevo sentito arrivare.

<< Cosa c'è? >>

<< C'è che non hanno camere disponibili, neanche una >> ammetto alzando le braccia.

<< D'accordo. Non fa niente, grazie per aver chiamato >>

<< Figurati... >>

<< Senti, Monica potrebbe restare a dormire da voi finché non mi danno le chiavi dell'appartamento? >>

<< Ma certo, e tu cosa pensi di fare? >>

<< Dormirò in macchina >> lo dice come se fosse una cosa normale e con un'alzata di spalle.

<< Che? >>

<< Non sarà la prima volta. Ti sorprenderesti se sapessi quanti appostamenti e nottate ho dovuto fare in macchina. Quel che importa davvero è che Monica possa stare bene ed a casa vostra è al sicuro quindi, se non è un problema, potrebbe restare da voi. Ah e se mi fai sapere quanto vi devo per le cose che le avete comprato oggi vi restituirò i soldi >>

Aggrotto le sopracciglia << Ascoltami bene, per prima cosa, non c'è bisogno che tu restituisca soldi a nessuno, abbiamo comprato solo lo stretto necessario per questo primo periodo quindi il resto delle cose che le serviranno potrai pagarglielo tu, vedilo come un regalo per Monica. Secondo, non dormirai in macchina, ma per che razza di persone c'hai preso? Dormire in macchina, non so proprio come ti sia venuta in mente questa >> dopo la mia domanda, retorica, mi sono avviata verso la mia macchina continuando a parlare anche se era più una discussione tra me e me a quel punto.

<< Tu ascolti quando le persone ti parlano o fai finta? Se potete tenere Monica con voi ancora per questi giorni è più che sufficiente e poi dico, sul serio? Mia nipote è una ragazzina ma io sono un uomo adulto che neanche conoscete, non sarebbe molto responsabile da parte vostra un gesto del genere >>

Mi giro a guardarlo, mi sta fissando come se fossi matta e forse un po' lo sono << Che fai ancora lì? Diventerai il nuovo sceriffo e poi, puoi star certo che, i miei fratelli verranno a dormire a casa di mia madre quindi non saremo da sole. Ora prendi la macchina ed andiamo a casa su! Ho del lavoro da fare >> lo sprono salendo in macchina ed accendendo il motore.

Appena va verso la macchina prendo il telefono e faccio partire la telefonata ad Andrew per avvertirlo, inutile dire che mi ha fatto la predica per tutto il tragitto dal comune a casa.

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