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Capitolo 29 (parte 2)



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Come concordato, lavoriamo tutta la mattina iniziando a valutare la proposta di Tom anche se, prima di prendere un appuntamento con lui faremo passare ancora un po' di tempo, secondo le tempistiche da lui indicate ci vorrà ancora parecchio prima di doversi mettere all'opera.

Ad ora di pranzo, mentre mangiamo della lasagna che c'è stata portata, gentilmente, da mamma, parliamo a lungo della mia situazione con Oliver, le racconto tutto nei dettagli in modo che possa esprimere le sue opinioni avendo tutte le informazioni che le servono.

Prima di rimetterci a lavoro siamo arrivate alla conclusione di una specie di piano anche se, onestamente, non lo definirei tale visto che non è niente di complicato o strano. Monica ne è incredibilmente esaltata ecco perché lascio che lo chiami piano anzi, "missione capitombolo".

Ho cercato di farle notare che, evidentemente, legge troppi romanzi d'amore ma mi ha platealmente ignorata continuando a dare questo nome assurdo a quel che abbiamo organizzato.

E, come da copione, a fine della giornata di lavoro, Monica chiama Oliver.

<< Ehi zio Olly! Pensavo, visto che Faith è stata tanto fuori ed io non ho preparato nulla per stasera, oltre al fatto che dobbiamo andare a fare la spesa, perché non mangiamo con lei da Mason? >> attende la risposta dello zio << Ma che stanca! È stata lei a proporlo! Per favore! Mi farebbe davvero molto piacere se passassimo la sera con lei, come facevamo quando siamo arrivati qui. Ti pregooooooo!! >>

Ed è ora che inizia ad usare una vocina strana, una di quelle che si fanno ai cani quando vogliamo complimentarci con loro per il loro essere tanto carini, dolci o per qualunque altra cosa. Ho notato che Oliver sembra entrare in grande difficoltà quando, Monica, usa questo genere di tono. Sarà perché è incredibilmente buffa.

<< Si! Grazie zietto!! Ti voglio tanto bene, sei lo zio migliore del mondo lo sai? >> Oliver deve dirle qualcosa perché lei si ferma un secondo << Dico sul serio, sei davvero lo zio migliore del mondo e, non solo perché sei l'unico che ho! Ci vediamo direttamente da Mason tra quindici minuti? Perfetto! A dopo! >>

Quando attacca alza il braccio con il palmo rivolto verso di me così, le schiaccio il cinque.

<< Ben fatto ragazza! >> mi complimento.

<< Grazie, modestamente ho fatto un ottimo lavoro >> si vanta gettandosi una ciocca di capelli dietro le spalle e facendomi ridere.

<< Certo! Ora chiudiamo tutto ed andiamo. Non facciamo aspettare Oliver >>

<< Non sia mai >> scherza prendendomi in giro.

Dopo aver controllato e chiuso ogni cosa, ci infiliamo in macchina cantando Lay all your love on me. È evidente che Mamma Mia fa da colonna sonora della mia giornata e Monica è d'accordo visto che l'apprezza.

Appena entriamo da Mason, Monica, corre avanti una volta davanti al bancone salta sul posto fin quando Mason non la raggiunge, anch'io sono a pochi passi da loro.

<< Faith ha intenzione di conquistare zio Olly! >> praticamente lo urla.

<< Monica! >> la riprendo nella speranza che si calmi un po'.

<< Conquistare Oliver? Per questo ieri sei venuta a parlare con Brooke? >> domanda subito interessato Mason << Aspetta! Ma tu stai con Tom! >>

<< No, io e Tom non stiamo più insieme, che devo fare per farlo sapere in giro? Attaccare i manifesti? >> chiedo esasperata visto che è la millesima volta che devo dirlo.

Pensavo che Tom l'avrebbe sbandierato ai quattro venti o che, comunque, si facesse vedere a giro con un'altra ragazza ed invece sembra non aver fatto assolutamente niente, di nuovo.

<< Ringraziato il cielo >> esclama Mason alzando le braccia verso l'alto, facendo ridere Monica e scocciando me << Oh si parla del diavolo e spuntano le corna. Buona fortuna Faith! >>

Facciamo appena in tempo a girarci che Oliver già ci affianca << Allora? Avete fame? >>

<< Si! >> esclamiamo contemporaneamente.

<< Perché ho l'impressione che dovrei preoccuparmi? >> lo chiede a Mason.

<< Perché sei un uomo intelligente caro mio, ecco perché. Ora andate a sedervi, presto verrà qualcuno da voi >> con un gesto della mano lo sottolinea.

Se prima ci siamo sempre disposti io da un lato e Monica ed Oliver dall'altro, questa volta Monica si spaparanza su una poltrona mentre Oliver si siede sull'altra guardando sorpreso la nipote.

<< Che stai facendo? Ti sembra il modo di sederti? >> le chiede mentre io prendo posto accanto a lui.

A differenza di Oliver, io so benissimo perché Monica si è seduta in quella maniera, per dare modo a me di sedermi accanto a lui senza destare sospetti.

<< Ho preso una botta sul ginocchio e preferisco tenere un po' la gamba distesa >>

<< Ti fa male? Se vuoi andiamo da un medico >> si preoccupa subito Oliver.

<< No no, non è niente, non preoccuparti, la voglio tenere in alto solo per sicurezza, così sono certa che domani non mi farà male >>

<< Non ha sbattuto molto forte Oliver, non preoccuparti, ha dato solo un colpetto contro il paraurti della mia auto >> mi intrometto per aiutare Monica che stava per incartarsi da sola.

<< Ok... >> alterna lo sguardo tra di noi prima di aggiungere << Mi sembrate strane stasera ma... Non voglio sapere cosa state combinando, fin quando sono all'oscuro di tutto sono in salvo e, voi due, mi spaventate abbastanza da voler rimanere fuori da qualunque cosa stiate progettando >>

<< Noi? Non stiamo facendo nulla >>

<< Proprio nulla >> sottolineo anch'io.

<< Certo... Farò finta di credervi per la mia sanità mentale >>

Il resto della serata lo passiamo tranquillamente, sembra davvero di rivivere una delle serate che passavamo all'inizio, in grande armonia, con un sacco di chiacchiere, risate e serenità.

Racconto loro del viaggio verso la base, di com'era il posto e del fatto che non potessi andare da nessun'altra parte oltre che in delle zone precise, delle condizioni di Nathan, di cos'era successo a grandi linee. Non sono scesa nei particolari perché non volevo impressionare Monica e, comunque, sono cose personali di Nate, non sono certa che voglia si sappia.

Quando ho raccontato delle condizioni degli altri soldati, in particolare di quanto posse irreversibile la situazione di Brody, l'aria si è fatta un po' più cupa ma, sono passata subito alla notizia dell'attesa dei gemelli e che, il primogenito verrà chiamato come mio fratello in suo onore.

Passato il momento del mio racconto siamo riusciti a tornare ad un clima più leggero e sereno.

Monica è davvero entusiasta stasera e, lo dimostra, sbracciandosi come una matta nel raccontarmi alcune vicende divertenti successe in quei giorni. Come il fatto che, la signora Larrison ha fatto un gran baccano per tutta la città perché un cane, assassino ed infernale come l'ha definito lei, ha terrorizzato le sue galline.

In realtà mi spiega Oliver che, il cane assassino non era altro che un enorme golden retriver americano, e, il cucciolone, voleva semplicemente giocare con le galline. Ovviamente il cane in questione non era di nessuno degli abitanti della nostra città, semplicemente un escursionista che ha fatto tappa da noi, non si era accorto che il cane andava in direzione opposta alla sua.

Insomma, il cane se n'era andato alla ricerca di qualcuno con cui giocare invece di farsi una scampagnata con il padrone, la sera, quando l'uomo è riuscito a trovare la stazione di polizia per denunciarne la scomparsa l'ha visto entrare con Oliver, Brooke ed una signora Larrison particolarmente indignata per l'incresciosa situazione.

<< È stato assolutamente esilarante, il cane poi non voleva saperne di lasciare le sue nuove amiche quindi, io e Brooke, abbiamo fatto una fatica incredibile per riuscire a portarlo via. Comunque non era assolutamente pericoloso, al contrario, un vero e proprio giocherellone oltre che molto tonto >>

<< Sai come si dice no? Più un cane è grosso più è sciocco ed ingenuo >> afferma Monica continuando a ridere con me.

<< Si bhè, io non sono così convinto che si possa applicare a tutti i cani ma va bene lo stesso >> commenta Oliver.

Abbiamo finito di cenare, quando arriva il conto, come al solito, io ed Oliver ci ritroviamo a fare il solito teatrino, questa volta però cerco anche di bloccarlo afferrandolo per tirarlo indietro. Fallisco miseramente visto che, con un solo braccio riesce a tenermi ferma al suo fianco, con l'altra mano, di profilo, paga un Mason sempre molto divertito.

<< Scusatemi, prima vado un attimo al bagno e poi faccio anche una telefonata, ci metterò un po' >> ci avverte Monica facendomi l'occhiolino.

Mentre Monica si avvia con calma al bagno io ed Oliver usciamo fuori dal locale.

<< Allora? Cosa state combinando voi due? Devo preoccuparmi? >> me lo chiede appena siamo fuori portata dall'orecchio di chiunque.

<< Ma no >> mi scappa una risatina << Diciamo che ho detto a Monica una cosa e lei ne è particolarmente entusiasta >>

<< Ah si? E cosa le hai detto? >> chiede curioso.

<< Prima di partire, quando Andrew mi ha accompagnata a casa, prima di arrivare, mi sono fatta lasciare un attimo davanti al municipio. Avevo bisogno di parlare un attimo con Tom >>

<< Capisco. In effetti credevo che stasera uscissi con lui visto questo bel vestito. Pensavo ti fossi fatta tutta carina per lui, non che tu ti vesta male, in genere stai sempre molto bene ma di solito porti i pantaloni. Insomma, non è così che fate voi ragazze? Vi impegnate ad essere ancora più belle quando dovete uscire? >>

<< Diciamo di si però, contemporaneamente, no >> gli rispondo e lui mi guarda alzando le sopracciglia e facendomi ridere << Scusa, hai ragione, non mi sto spiegando bene. Per rispondere alla tua domanda no, non ho messo questo vestito per uscire con Tom e, se mi fai finire, capirai il perché >>

<< Ok, sono tutto orecchi >> dice appoggiandosi alla mia macchina ed incrociando le braccia al petto.

<< Quando Drew mi ha lasciato davanti al municipio sono andata a dire a Tom che se voleva che lavorassi per lui doveva farmi un contratto... >>

<< Era l'ora, hai fatto bene, dovrebbe pagarti con tutto quello che fai per lui... >>

<< E per lasciarlo >> aggiungo mentre continua a parlare.

<< E non importa se uscite insieme. Aspetta, cosa? >>

<< Io e Tom non stiamo più insieme Oliver... >>

Sembra parecchio sorpreso infatti rimane in silenzio. Gli do il tempo di immagazzinare per bene le mie parole e rimango a guardarlo mentre si lascia cadere le braccia lungo i fianchi e sbatte più volte le ciglia fissandomi.

<< Hai capito cosa ti ho detto? >> glielo chiedo visto che continua a non reagire alle mie parole.

<< Mi fa piacere >> inizia a parlare << Cioè, non è che mi fa piacere, hai fatto bene, la vostra relazione era un po'... Si insomma, sai già cosa ne penso, te l'ho detto chiaramente il giorno prima che tu partissi >>

<< Si, me lo hai detto in maniera molto diretta >>

<< Ti sei pentita di averlo lasciato? >> credo voglia una qualche rassicurazione e conferma che io intendo dargli.

<< No, non mi sono affatto pentita di aver lasciato Tom e sai perché? >> non parla, si limita a negare con la testa << Perché mi sono resa conto che io e lui non andavamo bene insieme, c'ho messo un bel po' ad aprire gli occhi ma alla fine l'ho fatto. Mi sono presa una bella sbandata per lui quando ero adolescente e, negli anni, ho creato questa fantasia su di lui che dovevo realizzare, non mi rendevo conto che era tutta una semplice illusione. Quindi... Avevi ragione su tutto, stavo mentendo a me stessa per non ammettere che stavo sbagliando >>

<< Wow... Accidenti, questa è la prima volta che una donna ammette, ad alta voce, che ho ragione. Fa uno strano effetto sai? >> mi fa un sorriso un po' tirato << Comunque sono contento per te, non è giusto vivere un rapporto univoco, meriti di amare qualcuno che ti ami quindi... Ben fatto! >>

<< Grazie ma, devo ammettere che è stato solo merito tuo se mi sono data una svegliata, non è stato solo per il discorso che mi hai fatto. Diciamo che sono state una serie di cose a farmi aprire gli occhi, il primo vero scossone me lo hai dato quando mi hai baciata ma non mi sono davvero soffermata su quello nell'immediato. No, la prima cosa che mi ha fatto dubitare è stato il giorno del mio attacco di panico, non c'ho pensato un attimo Oliver, sono venuta dritta da te, sapevo di trovarti a casa. Il giorno del diploma di Monica ho avuto la conferma, hai saputo gestirmi anche in quella situazione e, quando ci siamo salutati, ti ho guardato e l'ho capito, Tom non sarebbe mai andato bene per me ed il motivo è molto semplice. Provo qualcosa per te Oliver, qualcosa di vero e sono sicura che tra noi le cose possano funzionare se ci darai una possibilità >>

Mi sento molto più leggera dopo aver detto ogni cosa. A questo punto dipende tutto da lui, ecco perché aspetto e basta la sua decisione, una sua parola, ma resta lì, a fissarmi e non riesco a capire cosa provi.

Più il tempo passa peggio mi sento ed ormai, sono passati diversi minuti ed Oliver continua a non dire assolutamente niente.

<< Oliver? >> provo ad incoraggiarlo a dire qualsiasi cosa << È forse troppo tardi? Ieri ho parlato con Brooke ma, dalle sue parole, non sembrava che aveste intrapreso una relazione, insomma, lei non ha detto nulla a riguardo >>

<< Perché non abbiamo una relazione, se ti avesse detto che stiamo insieme avrebbe mentito >> afferma lui facendomi tirare un sospiro di sollievo << Ma questo non vuol dire che noi... Mi spiace Faith ma non posso. Scusami ma devo andare >>

Rimango spiazzata perché, se un momento prima ero sollevata adesso non capisco, quando mi giro lo vedo entrare nel locale di Mason e fare un segno secco con la mano, sta richiamando Monica.

Quando la ragazza esce fuori guarda prima lui e poi guarda me. Scuoto la testa e, abbastanza abbattuta, salgo in macchina per tornare a casa. Vedo Monica dallo specchietto retrovisore parlare e gesticolare nella mia direzione ma non sono pronta a parlare con lei quindi, accendo il motore e parto.

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