Capitolo 22
Ieri ho passato tutta la giornata ad aiutare chiunque avesse bisogno di aiuto alla raccolta di donazioni, sono stata un po' alla caffetteria con Monica, poi ho aiutato Melanie allo stand dei parrucchieri, ho dato una mano a Maria ed il suo club di amiche con le torte ed altri dolcetti.
Ad ora di pranzo abbiamo mangiato con Oliver e lo sceriffo e, mentre Monica, Miss Mills e lo sceriffo chiacchieravano sono riuscita a trovare il tempo di parlare con Oliver del fatto che Monica potrebbe darmi una mano quest'estate quando è libera.
Al contrario di quel che ho detto, scherzando, non pensavo assolutamente di sfruttarla o farla lavorare gratis anzi, ho ragionato sul fatto che, effettivamente, ho bisogno di una segretaria e fidandomi di Monica potrebbe essere un modo per iniziare ad averne una.
Così gli ho illustrato l'idea su cui avevo ragionato tutta la mattina, un contratto da stagista come segretaria in cui, all'interno, avremmo stabilito un orario ed il salario mensile. So come vengono usati gli stagisti da tutte le parti, ma non è affatto mia intenzione fare una cosa del genere a Monica.
Oliver è rimasto parecchio sorpreso da tutti i dati che gli ho snocciolato addosso però alla fine della mia illustrazione era piuttosto soddisfatto così, ha detto che avrei potuto sottoporre l'offerta a Monica e, se lei avesse accettato e firmato il contratto, che prima vedrà anche Oliver, per lui non ci saranno problemi.
Inutile dire che il resto della mia pausa pranzo l'ho passata con il tablet in mano a scrivere il contratto in questione, ho usato un modello di contratto normale adattandolo alle esigenze di Monica.
Sette ore giornaliere, dalle nove del mattino fino alle tredici e poi dalle tre del pomeriggio fino alle sei di sera. Per cinque giorni settimanali.
Nel contratto inserisco anche a quanto ammonterebbe il suo stipendio mensile, con una nota di lato per farle capire quanto la pagherei all'ora, così che possa decidere meglio, con tutti i dati che le necessitano.
Nel secondo pomeriggio, Monica ha insistito perché andassimo allo stand della polizia. La presenza di Oliver deve aver calmato gli animi rispetto al giorno precedente perché non c'era nessun combattimento corpo a corpo.
Lui e lo sceriffo si stavano semplicemente limitando a spiegare, teoricamente, come fare per difendersi e le mosse più efficaci con minor sforzo da poter sfruttare.
Insomma, è stata una lezione interessante da seguire. Mentre aspettavamo Oliver per tornare a casa, parlando, Monica mi ha detto che, una volta presa la patente, vuole iscriversi ad un corso che terrà Brooke nella palestra che c'è vicino al centro commerciale.
A quel punto, siamo passate a parlare della patente, mi ha spiegato che ha preferito prenotarsi per dare l'esame dopo la consegna del diploma perché, altrimenti, l'appello precedente era durante il periodo d'esami ed aveva preferito concentrarsi sulla scuola visto che non voleva rischiare di dover ridare la patente.
Visto che Oliver ancora non era arrivato e noi eravamo da sole, abbiamo iniziato a parlare della possibilità che lavorasse per me come segretaria a tempo pieno, fino a quando avesse voluto ovviamente. Il contratto sarebbe a tempo indeterminato, per cui avrà la possibilità di andarsene quando meglio crederà, senza nessun obbligo nei nostri confronti.
Inutile dire che Monica è stata subito incredibilmente entusiasta della cosa e non vede l'ora di firmare il documento ed iniziare, essendo tra di noi, in realtà, verrà in ufficio oggi stesso per iniziare ad ambientarsi, capire quali sono i suoi ruoli ed imparare ad orientarsi tra ogni cosa.
Ho già messo in conto che qualche disposizione potrebbe cambiare, ne abbiamo anche parlato e siamo giunte alla conclusione che ne discuteremo per vedere come fare per adattarci alla logica l'una dell'altra.
Quando Oliver ci ha raggiunte siamo tornati tutti e tre alla macchina. Ho faticato parecchio a farmi lasciare a casa, hanno insistito perché prendessi il cambio ed un pigiama e tornassi a dormire da loro ma ho tenuto duro.
In pratica, la giornata di ieri è stata tranquilla, nessuno dei miei parenti ha provato a chiamarmi ed io ho cercato di distrarmi per quanto mi è stato possibile. Anche se faccio finta di nulla, il mio pensiero è fisso su Nathan, su cosa potrebbe essergli successo ma non posso fare niente. Posso solo aspettare e sperare.
Stamattina mi sono svegliata prima del solito, proprio a causa della mia preoccupazione per il mio gemello. Sono rimasta a letto, nella speranza di riuscire a riaddormentarmi ma non c'è stato niente da fare. Quando la sveglia ha iniziato a suonare la stavo già guardando da, almeno, cinque minuti senza vederla davvero.
Con calma mi sono tirata su ed ho dato inizio alla mia solita routine mattutina. Una capatina in bagno, preparare la colazione, mangiare, rimettere tutto in ordine, doccia, lavarsi i denti, vestirsi, preparare la borsa con le cose che mi servono per il lavoro ed uscire di casa chiudendo bene la porta.
Quando guardo l'orologio sono solo le otto quindi ho tutto il tempo per arrivare in ufficio prima che arrivi Monica.
<< Meglio. Ho tutto il tempo per sistemarmi e stampare il contratto così che se lo porti a casa stasera e che Oliver lo possa visionare con calma >>
Mentre cammino mi accorgo che sto parlando ad alta voce perché un signore anziano si ferma a guardarmi con le sopracciglia alzate, come per dire "occhio, quella è matta come pochi".
Ad essere onesti ha abbastanza ragione a pensarlo, è piuttosto vero, di certo ho qualche rotella fuori posto anche se io sono dell'idea che non esiste nessuno che non possiede almeno una stranezza o una mania.
La strada per arrivare fino all'ufficio la conosco così bene che non ho neanche bisogno di concentrarmi sulla strada da percorrere, mi viene naturale quindi, il fatto che io continui a pensare a Nathan non mi crea alcuna difficoltà nel percorrere la via giusta.
Nel giro di pochi minuti raggiungo la mia meta, come succede per ogni meta all'interno della mia cittadina, il traffico è praticamente inesistente e la nostra estensione geografica non è molto vasta.
Con gesti meccanica chiudo la macchina ed apro l'ufficio. Secondo la mia agenda, che ho controllato ieri, alcuni dei nostri muratori dovrebbero venire per prendere dal magazzino diverse latte di pittura.
Ormai ci siamo, manca solo la seconda mano di pittura sia al supermercato che al palazzo, nel giro di tre giorni dovrò essere in cantiere per accompagnare chi di dovere nel controllo della struttura per avere il permesso per aprirli al pubblico.
Da quel momento in poi toccherà al gestore del supermercato e agli abitanti del palazzo rendere nuovamente attivi quei luoghi. Il supermercato dovrà fare rifornimento e prepararsi ad una riapertura mentre, gli abitanti degli appartamenti, potranno tornare a vivere nelle loro case ma dovranno ammobiliare il tutto e trasferirsi dentro.
Insomma, potranno riprendere le loro vite e tornare a stare a casa loro. A quanto ne so saranno i primi abitanti a poter rientrare nelle loro case, le altre imprese sono proprio indietro.
Mi sistemo alla scrivania, prendo il portatile ed inizio subito a macchinare, per prima cosa chiamo uno dei muratori per capire chi verrà e verso che ora.
Nel giro di cinque minuti vengo a conoscenza di tutto ciò che mi serve, stampo la lista delle cose che serviranno e, già che ci sono, stampo anche il contratto per Monica che lascio nella stampante mentre mi avvio al magazzino.
Lascio il foglio con la lista su una pila enorme di scatole con mattonelle, serviranno per il pavimento dei corridoi e delle aule della scuola, tra due settimane e mezzo.
Però, prima che arrivi Monica, voglio fare un'altra cosa. L'ufficio che utilizzo è una stanza enorme, è qualcosa del tipo cinquanta metri quadrati con il cucinotto, un bagno ed un'altra stanza di venticinque metri quadrati.
È in questa stanza che, oltre a tenere la stampante professionale, conserviamo tutto il materiale archiviato, anche se abbiamo anche sette copie digitali di ogni cosa, uno per ogni membro della famiglia, a parte mamma che ha due copie visto che Nathan non è da queste parti.
Il punto però è che, l'ufficio ha giusto l'essenziale per me e Jay quindi, c'è la mia scrivania e quella di Jay, ed entrambe, sono piene delle nostre cose quindi, visto che da oggi Monica lavorerà qui, ha bisogno di una postazione tutta sua.
E per poterle dare una postazione c'è bisogno di una scrivania, sedia, telefono, computer e cancelleria.
Ora, per il computer dovremo provvedere un altro giorno o, comunque, più tardi, il telefono le darò quello che è sulla scrivania di Jay, tanto lui viene in ufficio giusto una volta a settimana e di certo non usa il telefono fisso, preferisce fare le chiamate dal cellulare così da potersi muovere senza troppi problemi.
Per Jay non è un problema fare una telefonata di lavoro al bagno, la prima volta che l'ho visto uscire dal bagno al telefono stava parlando con qualche operatore per discutere di una tassa che era stata fatta troppo alta secondo lui. Ora, tralasciando il fatto che aveva ragione ed infatti si è fatto valere, il punto è che è andato a fare i suoi bisogni senza troppi problemi mentre era al telefono, cosa, nient'affatto, appropriata.
Ed è per questo che sto andando nel laboratorio, il posto dove i ragazzi lavorano la maggior parte dei pezzi che gli servono, papà ha insegnato loro anche i lavori di falegnameria, oltre al fatto che hanno seguito i corsi a scuola. Quindi, quando abbiamo tempo, di norma sono loro a costruire gli infissi per le porte e per le finestre.
Entro in laboratorio, qui dentro c'è sempre odore di segatura, non importa quanto faccia circolare l'aria e lasci aperto, è come se fosse persistente in questa stanza, non se ne va e, in realtà, non mi dispiace affatto.
Ricordo che Edward stava lavorando ad una scrivania per la sua ex ragazza, quando lei è andata via l'ha finita ma è sempre rimasta qui. Pensavamo l'avrebbe buttata o distrutta appena abbiamo saputo cos'era successo ed invece non l'ha mai fatto, ed infatti la trovo poco dopo, era coperta da un telo di plastica, probabilmente per evitare che si rovinasse.
Teoricamente dovrei chiedergli il permesso ma è una cosa solo temporanea e non ho voglia di chiamarlo quindi, senza preoccuparmene minimamente, inizio a trascinarmi dietro la scrivania.
È davvero molto bella, è tutta in noce, dalle linee dritte e pulite. L'ha fatta ad L quindi è angolare ed ha un lato di almeno un metro e settanta e l'altro di un metro quindi non è proprio piccolina.
La scrivania in sé, non è troppo pesante, ma essendo mastodontica è difficile da portare da una stanza all'altra da sola, anche per il semplice fatto che, non potendola sollevare, la devo trascinare ed ho paura di rigare tutto il pavimento.
Quando riesco a oltrepassare la porta che passa dal laboratorio all'ufficio con la prima parte della scrivania, la porta si apre.
<< Faith? Che stai facendo? >> non ho bisogno di girarmi, è Monica.
<< Sto cercando di portare la tua scrivania in sala ma non è molto collaborativa quindi una mano sarebbe molto apprezzata >>
<< Possibile che ogni volta che arriviamo sei in qualche genere di difficoltà? >>
<< Faccio abbastanza a meno della tua ironia al momento, ti sarei molto più grata se potessi far uso dei tuoi muscoli in maniera diversa >> dico lasciando la scrivania a terra e girandomi verso Oliver << Magari facendo il maschio forzuto ed aiutandomi con questa bellissima scrivania >>
<< E tu la chiami scrivania quella? Io lo chiamo transatlantico tra poco >> dice avvicinandosi e scoppiando a ridere da solo della sua battuta.
Tutti e tre ci mettiamo, io e Monica da una parte ed Oliver dall'altra, e nel giro di pochi minuti riusciamo a portare la scrivania nella stanza e a posizionarla in maniera strategica esattamente in mezzo alla scrivania mia e di Jay ma dalla parte opposta, così da poterci guardare in faccia.
<< Ottimo lavoro! >> esclamo.
Mi dirigo alla postazione di Jay, stacco la spina del telefono e, dopo aver sbrogliato tutti i fili ed afferrato l'apparecchio, mi riavvicino a loro sventolandolo in alto.
<< Questo sarà il tuo telefono >> lo appoggio alla sua scrivania e mi abbasso a collegare la spina << Così non dovrai correre sempre da una parte all'altra quando suona. Ti basterà allungare il braccio ed afferrare la cornetta >>
Angolo autrice:
Grazie a:
MartinaLoreto, betta94, GaiaBarbello, fede5494, Wonderwall44, AnnaDelGrosso, MeloniValeria, libertyflashquick, Fiofio1912, CarmelaM4, assa2003, giojamo11, _lelle2004_, Flore82, emmamartinucci, Monicalovino3, SilviaSimbula e VlastitchiDina
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