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Capitolo 1




Poche ore fa, una tromba d'aria, si è abbattuta su una piccola città a pochi chilometri dalla cittadina dove abitiamo io e la mia famiglia, parliamo di quindici, venti minuti al massimo d'auto. Temevamo sarebbe arrivata anche da noi, invece, per nostra fortuna, è andata dalla parte opposta. La tromba d'aria in questione è stata così potente da fare parecchi danni a quanto ho capito. Il sindaco e gli abitanti, stanno contattando diverse imprese edili per far in modo che la città venga ricostruita al più presto.

Avevamo appena finito di cenare a casa di mamma, quando è arrivata la chiamata ad Andrew, stavo uscendo per accompagnare Nathan all'autobus militare che dove prendere, quindi ho semplicemente fatto segno ai miei fratelli che qualunque decisione avessero preso per me andava bene.

Adesso, infatti, sono in uno spiazzo, sto salutando, o mettendo in imbarazzo, dipende dal punto di vista immagino, Nate.

<< Un anno passerà più in fretta di quel che pensi, non preoccuparti ok? >>

<< È facile dirmi di non preoccuparmi, ma, giusto per la cronaca, è impossibile che io, o mamma o qualunque dei nostri fratelli o delle persone che ti vogliono bene, non si preoccupino per te. Sveglia? Stai tornando in mezzo a un campo di combattimento. Accidenti a te, non potevi scegliere di andare all'università, come ho fatto io, sei anni fa? No, tu dovevi decidere di entrare nell'esercito per farmi stressare da morire! Sappi che se mi verranno i capelli bianchi prima dei venticinque anni sarà solamente colpa tua! >> lo rimbrotto stringendomi a lui.

Non dimenticherò mai la prima volta che è tornato a casa, alla fine dell'addestramento, pronto a partire per la sua prima missione pochi giorni dopo. Se avevo lasciato un giovane diciassettenne con una buona muscolatura, mi sono ritrovata a casa, un uomo pieno di muscoli, non che prima fosse pelle ed ossa, visto che aveva lavorato in diversi cantieri con papà ovviamente aveva già diversi muscoli, ma non così tanti. Ho fatto un po' di fatica a riconoscerlo all'inizio, i primi a salutarlo infatti sono stati mamma ed i nostri fratelli, io ero rimasta un attimo in disparte per immagazzinare per bene la novità.

<< Ma smettila! Tra un anno sarò nuovamente qui a romperti le scatole sorellina, ed allora non me ne andrò più >>

Alzo la testa di scatto guardando Nate negli occhi << Sul serio? Non ripartirai più? >>

<< No, ho intenzione di tornare definitivamente. Ne ho parlato l'altra sera con Andrew >>

<< Ne hai parlato prima con il brontolone che con la tua gemella! >> esclamo indignata assestandogli un cazzotto sulla spalla anche se non sembra scalfirlo neanche lontanamente.

<< Si, ha detto che quando sarò tornato mi farà sgobbare un sacco per aver "abbandonato" i cantieri, e quindi l'attività di famiglia, tanto a lungo >> dice sorridendo.

<< Ha ragione, l'anno prossimo vedrò di trovare un sacco di lavori in cui si devono rifare completamente i tetti in estate. Si, sarà la mia vendetta per gli ultimi cinque anni pieni di ansie e stress che mi hai regalato >>

Nate scuote la testa alzando gli occhi al cielo << Ne avevo bisogno, lo sai, non volevo studiare, ma non volevo neanche essere inserito nell'attività di famiglia solo perché ne faccio parte. Far parte dell'esercito mi ha insegnato molto, in tutti i sensi. Ora sono pronto a tornare a casa ed a prendere il mio posto all'interno della famiglia. Quindi smettila di fare l'offesa, non sarebbe corretto da parte tua lasciarmi partire sapendo che sei arrabbiata con me >>

Fisso il mio sguardo in quello di Nathan. Quel che dice è assolutamente vero, non posso fare assolutamente una cosa del genere, non sarebbe giusto. Anche se siamo gemelli, non siamo affatto identici, infatti siamo, come veniamo definiti in biologia, dizigoti, a differenza dei nostri fratelli che sono gemelli identici, anche se noi qualche differenza la notiamo, io e Nathan siamo palesemente diversi, sia fisicamente che caratterialmente.

Le uniche somiglianze fisiche che ci sono tra noi, sono, il naso e gli occhi castani di nostra madre, per il resto siamo quasi all'opposto. Se Nate ha i capelli di un biondo scuro di papà, io ce li ho castani come mamma, lui è alto, io sono bassa o, come mi piace dire, sono nella media per essere una donna. Insomma, ci sono una marea di donne che sono più basse di me, io non sarò una stangona ma non sono neanche una nana, il metro e sessantacinque rientra ancora nella media mondiale.

<< D'accordo. Hai preso tutto vero? Non hai bisogno di nient'altro? >>

<< Tranquilla, ho tutto ciò che mi serve >> mi guarda con il suo solito sguardo impassibile prima di riprendere a parlare << Non essere triste. Piuttosto pensa che presto sarò di nuovo a casa e che questa volta non andrò via. Nel frattempo vedi di impegnarti e di non cacciarti nei guai >>

<< Nei guai? Io? Ma quando mai! >>

<< Certoooo! Farò finta di crederci >> si gira verso il suo autobus << Forza tornatene a casa, devo andare e tu domani dovrai alzarti molto presto, penso che finirete per accettare ed Andrew ha detto che sarà un lavoraccio >>

<< Ha ragione, soprattutto perché dovremo cercare di fare il prima possibile, per poter ridare la quotidianità ed un tetto a quei poveretti, al momento la città è praticamente sfollata, hanno bisogno di ritrovare la loro quotidianità, di avere un posto loro in cui tornare la sera. Il fatto che sia stata una calamità naturale a creare tutti quei danni ci permetterà di ricevere tutti i permessi più in fretta visto che il comune sarà super collaborativo, ma avremo comunque molto lavoro >>

<< Ho capito. Va bene dai, devo proprio andare, ed anche tu >>

Mi prendo un ultimo abbraccio, lo sento chiaramente sbuffare tra i miei capelli ma sta sorridendo, lo so. << Chiama presto, mi raccomando >>

<< Come sempre >> dopo avermi stretta un'ultima volta guardo il mio gemello girarsi e salire sul bus che, una volta aver chiuso le porte, parte.

Tornando alla macchina non posso fare a meno di guardare tutte le altre persone presenti, fratelli, sorelle, fidanzate, figli, mogli, mariti, madri e padri, tutti qui per salutare i propri cari, tutti che sperano e pregano perché la persona che abbiamo appena salutato torni a casa viva.

Lascio andare un sospiro e salgo in macchina, è quasi mezza notte, il che vuol dire che non sarò a casa prima di mezza notte e mezza. Prendo il telefono e faccio partire la chiamata in viva voce.

Ormai mi sapranno dire qualcosa in più per domani, dopotutto, quando ho lasciato casa erano le dieci e mezza, è passata più di un'ora da quando hanno chiamato Andrew.

<< Stai tornando al tuo appartamento? O vai da mamma? >>

<< Ciao anche a te Drew... Quando imparerai a rispondermi prima di martellarmi di domande? >> ironizzo ridendo.

<< Quando imparerai ad essere un po' meno irriverente e risponderai alle mie domande >>

<< Torno al mio appartamento Drew, non vado da mamma, anche perché l'ultima volta che sono andata lo sai come ha reagito >> brontola qualcosa che non riesco a capire << Lo sai, è il suo modo per farci capire che non ha bisogno che ci prendiamo cura di lei, che sta bene >>

<< Oh credimi... So che sta bene, credo che stia architettando qualcosa per farmi impazzire. Ultimamente sembra troppo tranquilla il che vuol dire semplicemente che, quando sgancerà la bomba, sarà qualcosa di grosso, già lo so >>

<< Se speri che possa darti qualche informazione, mi spiace, ma questa volta non so niente. Hai provato a parlare con Clay? È lui quello che di solito sa tutto >> gli ricordo.

<< Niente anche da quel fronte. Questo vuol dire solo una cosa. Qualunque cosa stia macchinando è terribile >> il tono drammatico che usa accentua ancora di più le sue parole.

<< Ahaha >> scoppio a ridere veramente forte << Dai Drew! Probabilmente se c'è tutta questa calma da parte di mamma è perché non sta facendo assolutamente niente >>

<< Non credo affatto che sia così, diciamo solo che per ora siamo così pieni di lavoro che farò finta che tu abbia ragione >>

<< Ecco, ti ho chiamato proprio per questo >>

<< Ed hai fatto bene. Alle sei e mezza sarò sotto casa tua, fatti trovare pronta, dobbiamo andare a fare tutti i sopralluoghi e vedere come muoverci >>

Il mio telefono trilla << Mi sono appena arrivate delle email >>

<< Te le ho mandate io. Ho richiesto subito tutta la documentazione che poteva servirti per iniziare a lavorare domani stesso sui progetti >>

<< Bene, appena arrivo a casa aprirò la documentazione per dare un'occhiata a ciò di cui dobbiamo occuparci >> gli domando mentre mi immetto in una rotonda.

<< Dobbiamo pensare a una palazzina di tre piani con quattro appartamenti ed un negozio, la scuola locale e del supermercato. A quanto sembra molte proprietà pubbliche sono rimaste apparentemente intere, i vigili del fuoco le controlleranno al più presto per dichiararle agibili, sempre che lo siano >>

<< I cittadini come stanno? >>

Parcheggio la macchina ma resto seduta a finire la conversazione.

<< Nessun disperso, solo una ventina di feriti >>

<< Meno male >>

<< Si, è andata bene, poteva andare molto peggio >> commenta.

<< Hai avvertito la squadra? >>

<< Si, domani mattina appena capiremo meglio quando possiamo iniziare a muoverci avvertiremo tutti come al solito con una catena di chiamate. Questa è una delle comodità di avere tanti fratelli, dividendoci il lavoro facciamo più in fretta >> Drew usa spesso questa battuta, soprattutto nel lavoro visto che facciamo parte tutti dell'impresa di famiglia anche se, a padre Andrew, noi finiamo sempre per fare anche altri lavori << Sei arrivata >>

<< Si >>

<< Va bene, vatti a riposare, ci vediamo tra poco più di sei ore >>

<< Ok Drew, do un'occhiata ai documenti e vado a dormire >>

<< Sta tranquilla sorellina, Nate tornerà a casa molto presto ed allora potrai tenerlo d'occhio come fai con noi >>

So che ha alzato gli occhi al cielo, Andrew non è solo il maggiore dei miei fratelli ed il brontolone, lui è quello che ha aiutato mamma a farci andare tutti avanti dopo la morte di papà.

<< Buona notte Drew, ti voglio bene >>

<< Notte! >> il suo è più un lamento che mi fa ridere perché anche se non lo dice sappiamo tutti che ci vuole un'infinità di bene.

Scendo dalla macchina, entro nella palazzina e salgo al secondo piano, apro il mio appartamento, accendo le luci, lancio la borsa sul divano e mi dirigo direttamente al mio computer.

Le email di Andrew sono tre, una per ogni edificio di cui ci dobbiamo occupare, trovo le piantine originali ed aggiornate delle strutture in questione, così, anche se è tardi, inizio a lavorarci su.

Non so come siano messe le strutture quindi decido di fare due progetti per ogni cosa, il primo consiste semplicemente nel riprodurre gli edifici esattamente com'erano, nel secondo invece apporto diverse migliorie, soprattutto per la scuola e per la palazzina.

Ovviamente non saremo noi a decidere cosa fare, saranno i proprietari, magari cercheremo un posto in cui poter discutere del progetto in modo da fare un buon lavoro.

Una volta finito e stampato tutto, oltre ad aver cercato tutti i numeri che mi servono per i vari permessi, preparo la borsa, la macchinetta, quella più grande, del caffè e me ne vado a letto che è davvero tordi.

Non riuscirò a dormire molto, non che sia la prima volta che succede.

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