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"È eterno un soffio di vento mentre chiudi i tuoi occhi
E ogni cosa che ti dà un'emozione quando la tocchi."

Fabrizio Moro – L'eternità

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Esplodevo di gioia.
Raramente in vita mia mi ero sentita più felice, ferma com'ero da dieci minuti in attesa di mettere per la prima volta piede nell'accademia per la formazione di giovani eroi più famosa del Giappone.
Non stavo più nella pelle, tanto che la notte ero riuscita a dormire poco e niente per l'emozione. Soprattutto per la gioia di poter finalmente vedere Eri, la misteriosa bambina della stanza 203, quella inavvicinabile.
Mirio era come al solito in ritardo, così come avevo avuto modo di appurare durante quei primi tempi in sua compagnia.
Tuttavia riusciva a farsi perdonare ogni cosa grazie al suo sorriso radioso, davanti il quale era assolutamente impossibile non sciogliersi come una statua di ghiaccio al sole. Non si riusciva davvero a tenere il muso lungo in sua compagnia. Mirio era incredibile.
Sorrisi intenerita da quei pensieri, ancora di più notando la sua muscolosa figura all'orizzonte, accompagnata da quella graziosa ed esile di una bellissima bambina fasciata nel vestito bianco e azzurro scelto proprio da me. Alle loro spalle l'eroe Eraserhead, incaricato di garantire la sicurezza della bambina. Era infatti l'unico a poter controllare l'imprevedibile e altrimenti indomabile quirk di Eri, quindi era stato incaricato di seguirla durante le sue uscite. Un po' come un baby sitter.
Non riuscii a trattenere la mia forte trepidazione e mi decisi ad iniziare a camminare nella loro direzione, in modo da incontrarci a metà strada.
<<Lemillion>> dissi una volta abbastanza vicina, utilizzando quel soprannome che tanto mi piaceva.
Lui sorrise radiosamente, com'era solito fare comunemente, posando poi lo sguardo sulla bambina.
Eri alla mia vista si era immediatamente nascosta dietro la possente figura del ragazzo, sbirciando timorosa da dietro la sua schiena, senza mollare la presa da un lembo di tessuto della maglietta di Mirio.
Sentii il mio cuore stringersi dalla tenerezza e decisi di approcciarmi con cautela a lei, in modo da non spaventarla, siccome conoscendo i suoi trascorsi non potevo di certo biasimarla per la sua diffidenza e il suo timore davanti a una sconosciuta come me.
Decisi di sorridere nel modo più rassicurante possibile e mi decisi a parlare. <<Ciao Eri, per me è un grande onore conoscerti>> dissi <<mi chiamo T/N e anche se pensi di non conoscermi so che riconoscerai questi.>>
Conclusi la mia presentazione tirando fuori dalle mie mani diversi palloncini di colore diverso, iniziando ad intrecciarli lentamente sotto agli occhi incuriositi della bambina; talmente interessata da sporgersi leggermente dal suo rifugio improvvisato per poter guardare meglio.
Alla fine riuscii ad ottenere un fiore abbastanza carino e senza esitare lo allungai lentamente in direzione di Eri.
<<Coraggio, non avere paura. Non voglio farti alcun male, prendilo pure... è per te>> la incoraggiai, continuando a sorriderle dolcemente.
La bambina alzò timorosa lo sguardo in direzione di Mirio, probabilmente alla ricerca di rassicurazione, trovando il ragazzo a sorriderle a sua volta.
Quello sembrò dare alla piccola abbastanza coraggio da uscire da dietro la sua schiena, per poi allungare con titubanza la sua piccola mano in direzione del palloncino.
Lo prese quasi con paura di romperlo e iniziò a guardarlo incantata, rigirandoselo tra le mani.
<<Ti piace?>> chiesi.
Lei annuì leggermente con la testa, rivolgendomi uno sguardo sorpreso, come quello di una persona non abituata a simili gesti di cortesia. Quello mi strinse ancora di più il cuore.
<<Posso fartene quanti ne vuoi, sai? Basta chiedere>> le dissi infine.
<<L'orsetto era bello>> commentò lei a voce bassa, riferendosi al primo palloncino che le avevo regalato.
Sentire finalmente la sua voce mi fece sorridere apertamente. <<Ti piaceva l'orsetto? Immagino che quello che ti ho dato tempo fa adesso sia sgonfio, se vuoi dopo posso fartene un altro, ora non voglio occuparti troppo le mani.>>
Eri annuì nuovamente con la testa, lasciandosi avvicinare da me.
<<Sei davvero bellissima con questo vestito, avevo ragione a credere che sarebbe stato perfetto indossato da te>> le dissi <<adesso però che ne dici di andare a vedere cosa succede dentro quella scuola?>>
Allungai una mano nella sua direzione e lei inaspettatamente avvicinò la sua di conseguenza, permettendomi di prenderla per mano. La bambina fissò per diversi secondi le nostre mani unite con un'espressione meravigliata e poi mi permise di iniziare a condurla in direzione dell'ingresso della scuola.
Solo a quel punto posai di nuovo il mio sguardo in direzione di Mirio, trovandolo che mi mostrava un pollice in senso di approvazione.
Gli sorrisi raggiante.

Era tutto molto bello, nonostante il festival fosse ancora solo in fase di preparazione.
Ovunque era pieno di colori e di studenti intenti a lavorare per rendere quell'evento il più piacevole possibile per i visitatori previsti, rendendo il tutto come una tela in costante movimento, ma di estremo splendore.
La bambina stretta alla mia mano aveva il piccolo viso disteso in un'espressione di pura meraviglia ed ogni tanto vedevo il suo sguardo particolarmente catturato da qualcosa.
Ogni tanto indicava anche degli oggetti di suo gradimento, stando ben attenta a non far cadere il fiore di palloncini che custodiva nella mano libera.
Mirio invece camminava al mio fianco, guardandosi anch'esso intorno con un viso molto felice, scoccando di tanto in tanto delle occhiate radiose in direzione di Eri.
Sembrava un padre affettuoso nei suoi riguardi e lo trovavo estremamente adorabile.
A vederci sembravamo quasi come una famiglia e la questione poteva essere smentita solo sulla base della giovane età mia e del ragazzo biondo accanto a me.
Eravamo infatti coetanei e quindi nemmeno maggiorenni agli occhi dello stato, siccome la maggiore età in Giappone si raggiungeva alla soglia dei venti anni. Mancavano quindi ancora due anni a quel momento, due anni estremamente lunghi per me, talmente tanto da essere ai miei occhi praticamente irraggiungibili.
Eraserhead ci seguiva in disparte come un'ombra, senza spiccicare parola alcuna.
<<Come ti sembra?>> mi chiese Mirio vicino l'orecchio, riferendosi a tutta la vita attorno a noi.
<<Lo trovo bellissimo>> ammisi sincera <<certo...è molto diverso dal festival che ero solita guardare in televisione, ma in fondo hanno tutte le ragioni del mondo per ridurre la portata dell'evento e il numero dei visitatori, considerando quanto successo recentemente.>>
Sentii Eri tirarmi docilmente la mano e incuriosita mi voltai nella sua direzione, trovandola a guardarmi con i suoi graziosi occhi cremisi.
<<Izuku?>> chiese semplicemente, evidentemente desiderosa di rivedere il ragazzo in questione.
A detta di Mirio infatti Izuku era stato il primo a donare un gesto di affetto alla bambina, cresciuta tra la crudeltà.
Quella povera piccola non sapeva nemmeno come fare per sorridere e il mio cuore veniva trafitto ogni volta che tornavo col pensiero su quella questione.
Una persona che faceva del male a una bambina non poteva considerarsi un essere umano, ma solo un essere disgustoso.
<<Ehm...>> mormorai in difficoltà, non avendo la più pallida idea di dove trovare il ragazzo in questione.
Fortunatamente ci pensò Mirio a salvarmi dalla situazione. <<Io so dove fa le prove con la sua classe, se volete possiamo andarci.>>
Entrambe annuimmo.

Iniziammo a fare la strada a ritroso per uscire dal perimetro della scuola solo diverso tempo dopo.
Non avevo quasi mai lasciato la mano della bambina e lei sembrava meno spaventata da tutte quelle persone, siccome era stata debitamente rassicurata da noi. Lì nessuno le avrebbe fatto del male.
Eri meritava solo tanto affetto e tanta gentilezza, specie dopo tutto quello che aveva passato, e noi eravamo decisi a farle sentire quanto più calore possibile da parte di tutti.
Notai gli occhi della bambina illuminarsi leggermente ancora una volta e incuriosita dirottai lo sguardo nella sua stessa direzione, trovando alcuni ragazzi intenti a testare una macchina per caramellare le mele.
Stando alle parole di Mirio erano la sua pietanza preferita e sicuramente era la prima volta che vedeva dal vivo delle mele caramellate.
Decisi di darmi da fare per soddisfare quel piccolo desiderio chiaramente leggibile sul suo viso.
<<Puoi restare un secondo con lei, per favore?>> chiesi a Mirio, indicando la bambina con lo sguardo.
Lui sembrò intuire le mie intenzioni e annuì, facendo cenno ad Eri di avvicinarsi alla sua figura. Lei lo ascoltò immediatamente.
Successivamente mi avvicinai al gruppo di ragazzi tutti indaffarati, captando una parte del loro discorso.
<<Così dovrebbe andare. Cosa ne dite?>> chiese uno di loro, mostrando ai compagni il risultato ottenuto. Tutti annuirono, mostrandosi soddisfatti del prodotto finale.
Ne approfittai per introdurmi nella conversazione. <<Ehm, scusate? Potrei avere quella mela per favore? Posso pagarvela ovviamente>> chiesi, leggermente imbarazzata dalla mia richiesta, puntando lo sguardo sul ragazzo con la mela caramellata in mano.
<<Ma non sono ancora in vendita e stiamo ancora testando la macchina, non so se->>
<<Te lo chiedo per favore>> dissi <<vedi quella bambina laggiù?>>
Lui annuì, cercando di capire il senso della mia bizzarra richiesta improvvisa.
<<Non ha avuto proprio un passato facile ed oggi è la prima volta che ha l'occasione di vivere un giorno vagamente felice. Adora le mele e non ha mai assaggiato una mela come quella, non sapeva nemmeno della loro esistenza. Vorrei darla a lei>> spiegai.
I ragazzi davanti a me si guardarono velocemente tra di loro e sembrarono prendere presto una decisione.
<<Se le cose stanno così non possiamo rifiutare. Spero che le piacerà>> disse infatti il ragazzo, consegnandomi lo stecco.
<<Quanto vi devo?>> chiesi grata, iniziando a frugare nella borsa a tracolla, alla ricerca del portamonete.
<<Nulla, non siamo ancora aperti e non vogliamo approfittarci del desiderio di una bambina così piccola.>>
Mi inchinai educatamente in segno di ringraziamento e tutta felice tornai da dove ero venuta.
Quando Eri notò la mela tra le mie mani spalancò i suoi occhi in preda alla meraviglia, evidentemente incredula per quel dono.
<<Indovina chi sarà la prima bambina a provare la mela caramellata di quello stand?>> le chiesi con un sorriso, consegnandola nella sua piccola mano timidamente protesa nella mia direzione.
Eri non assaggiò subito la mela, troppo presa a fissarla con la bocca leggermente spalancata e un'espressione ancora incredula.
<<Non avere timore, assaggiala pure. È tutta tua>> la incoraggiò Mirio.
Lei decise di provare, sotto ai nostri sguardi felici.

• • • •

Eraserhead si prese l'impegno di riaccompagnare la bambina al sicuro nella sua stanza ospedaliera, lasciando me e Mirio da soli.
Mi presi qualche secondo per fissare intenerita la figura della bambina allontanarsi da noi, tutta presa dal custodire con cura i palloncini che le avevo regalato, compreso quello a forma di orsetto che mi aveva lasciato intendere di desiderare. Era così carina e dolce da far scoppiare il mio cuore di tenerezza.
Una volta troppo lontana per seguirla con lo sguardo tornai coi miei occhi su Mirio, trovandolo già intento a guardarmi a sua volta con uno dei suoi bellissimi sorrisi stampato sul viso.
Quel ragazzo era semplicemente stupendo, forse bello come nessun altro di mia conoscenza.
<<Ehm, forse per me sarà meglio rincasare...>> mormorai, tuttavia abbattuta al pensiero di dover salutare il ragazzo.
<<E perché? È ancora presto, no? Approfittiamone per fare qualcosa insieme, se sei d'accordo>> propose lui.
<<Sarebbe splendido.>>

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