🌼 24 🌼
"Sparirò come pioggia nella sabbia
Brillerò tra le stelle
Chiudi gli occhi e riuscirai a toccarmi
Dicono che non si può rinascere
Facile dirlo per chi non ha incontrato la tua pelle"
Alessandra Amoroso - Urlo e non mi senti
~~~~~~~~
I bambini erano tutti seduti attorno a me con il fiato sospeso, nessuno escluso.
Stavo raccontando loro una storia, approfittando dell'aiuto di Mirio.
Il ragazzo infatti mentre io raccontavo era impegnato a muovere i pupazzi di pezza protagonisti della storia, talvolta partecipando con dei dialoghi che facevano ridere i bambini.
Era infatti molto bravo a fare le voci ed ero la prima tra tutti a divertirmi guardandolo.
Mirio era un ragazzo dal cuore d'oro e aveva un animo puro impossibile da trovare in un'altra persona, nessuno al mondo era come lui ai miei occhi e ringraziavo ogni giorno di averlo incontrato, permettendomi oltretutto di dare una chance alla nostra storia.
Inizialmente ero stata molto combattuta, ma poi avevo scoperto una gioia che in passato non mi era mai capitato nemmeno di immaginare, tanto era intensa e incontenibile.
Lui aveva cambiato la mia vita e le aveva dato un senso, fino a rendere magico ogni singolo momento.
Continuai a raccontare la storia per almeno altri quindici minuti, improvvisando tutto di sana pianta. Tuttavia, soprattutto grazie al prezioso aiuto del ragazzo, si rivelò un successo e i bambini manifestarono il loro apprezzamento fiondandosi a giocare con i peluche di pezza tra le mani di Mirio.
Io dal canto mio mi limitai a guardare la scena con un sorriso intenerito stampato sul viso, senza perdermi nemmeno un secondo di quel bellissimo spettacolo.
Lui infatti stava sorridendo pieno di vita negli occhi, mentre faceva volteggiare in aria dei bambini a turno, ridendo ancora di più quando anche loro iniziavano a ridere felici.
Chiusi per un secondo gli occhi, cercando di imprimere quanto più possibile quel momento nella mia mente e di scolpirlo a fondo.
Era così che volevo ricordarlo: sorridente.
Mirio meritava solo tanta felicità nella vita, perché era davvero la persona più buona sulla faccia della terra e aveva già sofferto abbastanza.
Quella scena però allo stesso tempo mi causò anche un'inevitabile fitta di nostalgia. Probabilmente a causa di un futuro che sapevo di non poter afferrare in nessun modo.
Lui stava infatti dimostrando di essere davvero bravo con i bambini e la mia mente l'aveva immediatamente accostato all'immagine di un futuro papà.
Avrei tanto voluto proseguire la mia storia con lui e crescere con lui dei potenziali figli, così da potermi beare di quella stessa scena ogni santo giorno, ma purtroppo sarei morta a breve, senza avere la possibilità di afferrare quel sogno.
Sentii crescere dentro di me una fortissima voglia di correre tra le sue braccia alla ricerca di rassicurazione e di lasciarmi baciare da quelle sue labbra così gentili sulle mie, solo che in quel momento non potevo e dovevo aspettare.
Tuttavia il ragazzo sembrò rendersi conto del mio sguardo insistente sulla sua figura, tanto da voltarsi nella mia direzione con il sorriso più grande della giornata, talmente bello da darmi il batticuore, talmente bello da farmi dimenticare anche del forte dolore alla testa che mi portavo dietro dalla sera prima. Ricambiai immediatamente.
Lasciammo l'area pediatrica giusto un'ora dopo, iniziando a camminare lentamente in direzione degli ascensori del piano.
Mi sentivo incredibilmente stanca da qualche settimana a quella parte e per me era sempre più difficile recarmi per fare volontariato.
Non di rado infatti erano anche le piccole cose a farmi stancare molto, sia mentalmente che fisicamente, quindi badare a tutti quei bambini provava davvero il mio corpo. Tuttavia sapevo di non poter mollare, non ancora almeno.
Quei bambini avevano bisogno di me e provavo un profondo senso di rammarico quando realizzavo di non avere più tanto tempo da passare in loro compagnia.
La mia salute infatti era sempre più cagionevole e non sapevo quanto avrei retto ancora con quei ritmi. Proprio per quel motivo oramai chiedevo quasi sempre l'aiuto di Mirio per portare a termine le varie attività.
Da sola non ce la facevo più, probabilmente a causa del frequente senso di spossatezza e di nausea che raramente mi lasciava in pace.
Mi dispiaceva molto per i bambini, specie per Ayato, talmente legato a me da avermi presa negli anni come punto di riferimento per lottare contro la sua malattia, fortunatamente ormai quasi debellata del tutto.
Ovviamente non era stato lui a dirmelo, ma piuttosto me l'avevano confessato i suoi genitori.
Non era infatti inconsueto per me conoscere i familiari dei bambini che intrattenevo, anche perché prima di affidarmeli venivano sempre a fare un breve colloquio con me, così da spiegare loro il ruolo che ricoprivo e farli stare più tranquilli.
Chiaramente non dipendeva dalla mia volontà la consapevolezza di dover smettere prima o poi, ma solo dalla mia malattia, ormai sempre più invalidante e debilitante.
Mirio alla fine della giornata al cimitero mi aveva convinta a scucirmi un po' con i miei zii e insieme avevamo deciso di anticipare la tac di controllo di qualche settimana, in modo tale da vedere in fondo alla questione quanto prima.
Avevo appuntamento per la settimana seguente e avevo un paura dannata, tuttavia ci stava pensando il mio ragazzo a consolarmi e a farmi distrarre.
Temevo di sentire delle parole poco rassicuranti dal primario e di uscire da quella visita con in mano la prova definitiva di essere purtroppo giunta al capolinea.
I miei zii mi avevano consigliato di non fasciarmi la testa prima di rompermela, ma era inevitabile per me avere tali pensieri.
Non potevo fare altro se non aspettare e sperare in notizie migliori delle mie pessimistiche previsioni.
Riuscimmo ad arrivare davanti alle porte dell'ascensore giusto qualche paio di minuti dopo, cliccando immediatamente sul tasto per prenotare la fermata di quest'ultimo.
Il vano si aprì davanti a noi giusto pochi secondi dopo, completamente sgombro ad eccezione nostra.
Anticipai il ragazzo entrando per prima e solo una volta iniziata la discesa mi decisi a soddisfare quel desiderio che mi portavo dietro da quando avevamo messo piede nella sala di intrattenimento per i bambini: lo infatti abbracciai forte, trovando rifugio contro il suo collo.
Mirio sobbalzò leggermente, forse sorpreso dal mio moto di affetto improvviso, ma non disse nulla, limitandosi a lasciarmi tanti piccoli baci tra i capelli.
<<Grazie per essere venuto qui con me anche oggi. Sei stato meraviglioso come al solito con i bambini e ti devo molto>> gli sussurrai, scostandomi quel poco che bastava per poterlo guardare in viso.
Lo trovai per l'ennesima volta bellissimo, fin troppo per essere mio.
Spinta da quel pensiero lo baciai teneramente, dopo aver controllato di avere ancora qualche momento prima dell'apertura delle porte.
<<Mi piaci così tanto...>> confessai, baciandolo a stampo diverse volte.
Sentii Mirio espirare rumorosamente e poi le sue mani afferrare saldamente i miei fianchi. Mi baciò a sua volta, mordicchiando con cura il mio labbro inferiore, senza risparmiarsi di inumidirlo con la lingua.
Quel ragazzo riusciva a mandarmi fuori di testa anche con un gesto semplice come quello e dentro di me iniziavo a desiderare con crescente bisogno di diventare completamente sua e di unirmi definitivamente a lui, così come avevo scritto nella mia lista con tutti i miei desideri.
Lessi negli occhi del ragazzo lo stesso bisogno e capii da me di essere ormai prossima a quel momento, perché nessuno dei due riusciva ancora ad aspettare.
Il desiderio di appartenerci era troppo forte, troppo intenso per essere domato in qualche modo e stava finendo col travolgerci completamente.
Riuscimmo a staccarci in tempo prima dell'apertura delle porte, uscendo con disinvoltura dall'ascensore, tuttavia senza smettere nemmeno per un secondo di guardarci con complicità.
. . . .
Quella giornata non era ancora finita e aveva davanti ancora tante sorprese per me.
Mirio era infatti passato da casa mia di primo mattino per andare a fare un po' di volontariato insieme, mentre la seconda tappa era il suo liceo, così da poter far visita alla piccola Eri.
Andavamo da lei quasi ogni giorno e la bambina dal canto suo si mostrava sempre molto felice di vederci.
Chiaramente a noi faceva immensamente piacere stare con lei ed ogni scusa era buona per passarla a trovare per farle compagnia.
Volevo molto bene a quella bambina e fin dal primo momento avevo percepito il fortissimo desiderio di prendermi cura di lei. Un po' per la sua immensa dolcezza e un po' per la storia estremamente triste alle sue spalle.
Era davvero piccola, ma aveva subito già tantissime cose atroci, talmente tante da far accapponare la pelle al solo pensiero. Proprio per quel motivo cercavamo quanto possibile di farle arrivare il nostro affetto e il nostro calore, riuscendo a strapparle di tanto in tanto anche qualche sorriso.
Eri aveva imparato a farlo dal giorno del festival culturale, ma ogni volta vederla ridere era comunque un dono prezioso di immenso valore, capace di scaldarci il cuore.
<<Pensi che Eri apprezzerà questo libro che le abbiamo preso? Non è ancora molto brava a leggere, visto che ha iniziato ad imparare seriamente da poco e non vorrei metterla in difficoltà>> dissi, sfogliando dubbiosa alcune pagine del volume in questione.
L'avevamo scelto dopo numerose ricerche e molta indecisione, chiedendo un consiglio anche a un gentilissimo commesso in turno quel giorno. La nostra scelta alla fine era ricaduta su un libro con dentro delle favole, pieno di immagini bellissime e adatto a bambini alle prime armi con la lettura. Tuttavia mi stavo mostrando ansiosa come mio solito, facendo di conseguenza sorridere Mirio.
<<Secondo me le piacerà>> rispose lui, massaggiandosi debolmente lo stomaco, forse perché troppo pieno dopo il recente pranzo consumato insieme in un delizioso locale in centro senza troppe pretese.
Lo guardai sospettosa, senza riuscire a nascondere il mio di divertimento. <<Forse hai mangiato un po' troppo, piccolo ingordo. Ti sei impossessato anche di un mio yakitori, ladruncolo che non sei altro.>>
<<Non è giusto che accusi solo me. Tu mi hai mangiato mezzo taiyaki>> ribatté lui, mostrandomi enormemente offeso.
Non riuscii a trattenere un sorriso, aggrappandomi nel mentre al suo muscoloso braccio sinistro, così da camminare accanto a lui.
<<Cambiando discorso... stamattina prima di uscire mi sono messa a guardare la lista e mi sono resa conto per davvero di averla quasi completata, praticamente mancano solo cinque desideri per finirla. Sono dannatamente incredula...>>
<<Tra questi cinque hai incluso anche quello previsto per stasera di partecipare ad una festa tradizionale in yukata?>> chiese lui.
Annuii. <<Certo, sembra strano... ma questa sera sarà per me la prima volta. Avrei dovuto farlo tanto tempo prima.>>
<<Meglio così, perché voglio essere il primo ragazzo ad ammirarti in quel modo e voglio averti tutta per me>> disse lui, lasciandomi un buffetto scherzoso sulla guancia che mi fece inevitabilmente arrossire <<posso vedere la lista?>>
<<Certo che puoi>> dissi, affrettandomi per tirarla fuori dal diario riposto con cura dentro la mia borsa.
Una volta recuperata ci sistemammo in un angolo marginale del marciapiede, così da avere privacy e non dare fastidio a nessun passante.
Mirio l'aprì lentamente e si prese qualche secondo per esaminare il contenuto, iniziando a leggere sottovoce i punti mancanti.
<<Partecipare a una festa tradizionale in yukata, ammirare il tramonto sulla spiaggia, visitare il tempio Saihō-ji, volare e fare l'amore con->>
Il povero ragazzo non riuscì a terminare la frase, arrossendo vistosamente, così come gli succedeva ogni volta che anche solo toccavamo l'argomento. Lo trovavo di una tenerezza immensa.
Tra tutti i punti era sicuramente quello più importante, ma non quello più difficile da realizzare. Era infatti un qualcosa profondamente desiderato da entrambi ormai da settimane, mancavano solo il momento e l'atmosfera giusta.
Piuttosto ero preoccupata rispetto ad altri due punti in particolare e decisi di dare voce ai miei pensieri.
<<Per quanto riguarda il desiderio sul volo... non so davvero come fare per realizzarlo, perché come ti ho già spiegato non mi riferisco ad un volo in elicottero o simili. Quindi a meno che non nascondi Hawks nella tasca posteriore dei pantaloni non vedo altra soluzione...>>
<<Non ho Hawks nella tasca, ma fidati di me se ti dico che un modo c'è>> disse lui.
<<Posso avere paura? Non mi fido molto delle tue pensate>> dissi scherzosamente, ottenendo un piccolo schiaffo sulla testa da parte del ragazzo, tuttavia delicato. Non sentii alcun male.
<<Oltre a questo c'è anche la questione del tempio. Come ben sai si trova a Kyoto e sono cinque ore abbondanti in treno, non è esattamente dietro l'angolo>> dissi <<qualche giorno fa mi è capitato di consultare qualche tariffa per il trasporto e il pernottamento per una notte, ho trovato prezzi interessanti e mi chiedevo se->>
<<Sì, per me va bene>> rispose di getto lui.
<<Non ti ho detto nemmeno quando o come. Sei sicuro di->>
<<Sono sicuro. Per me è un piacere e la tua lista è diventata una mia priorità. Fartela completare è il mio unico desiderio>> disse <<ma ricordati di me dopo, al termine voglio tanti baci come premio e come pegno non potrai più lamentarti per le gif che ti mando.>>
Sorrisi, aggrappandomi di nuovo al suo braccio. <<Allora poi quando vuoi ci mettiamo da qualche parte insieme in tranquillità per decidere il giorno e prenotare. Non vedo l'ora... anche se ho comunque paura delle tue gif.>>
Mirio scoppiò a ridere.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro