𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 30. Ceniamo insieme questa sera?
𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙
Un rumore acuto proveniente dalla porta d'ingresso mi fece aprire gli occhi. Sbadigliai appena e cercai di mettere a fuoco l'entrata della stanza nella villa di Jimin che, in quel momento, era socchiusa. Bene. Io e Taehyung eravamo liberi, sebbene non ci fosse dispiaciuto stare in quella "prigione".
Afferrai il cellulare sopra il comodino. La mia lezione di economia era iniziata ed era finita da un bel pezzo. Almeno, la sera prima avevo mentito sul fatto di dover lavorare quella mattina e potevo passare il resto della giornata a letto a mangiare schifezze. Forse aver saltato una lezione non sarebbe stata la fine del mondo.
Mi voltai a fatica verso l'altro lato del letto. Taehyung aveva un braccio attorcigliato al mio petto, mi stringeva a lui come se avesse paura che io potessi scappare in qualche modo. Sollevai la schiena e posai entrambi i gomiti accanto la testa del maggiore. Non riuscii a trattenere un sorriso nel vederlo dormire in modo così pacifico e tranquillo con gli occhi serrati, le labbra socchiuse, i lineamenti del viso rilassati. Baciai dolcemente le guance del maggiore ancora e ancora, poi la punta del suo naso, la sua bocca rossa e morbida. Uno sbuffo scappò dal ragazzo che però continuò a dormire. La sua mano si mosse sulla mia schiena fermandosi poi sul mio sedere. Rimase lì, posata lì sopra. Ridacchiai e premetti nuovamente le mie labbra su quelle del castano, gli spostai i capelli ricci da davanti la fronte continuando a sorridere nel vedere il suo viso dolce, rilassato. Era così carino.
«Taehyung, hey-» sussurrai sopra il suo orecchio prima di baciargli il collo, di far passare le dita fra i suoi ciuffi ribelli. Il ragazzo mugolò qualcosa. «Svegliati, è ora-»
«Decido io quando è ora»
Il tono rauco del maggiore fu in contrasto con la sua voce impastata, i suoi occhi ancora chiusi. Ridacchiai a quell'immagine e continuai a lasciare baci a stampo sulle sue labbra, sulle sue guance facendo lamentare il ragazzo.
Un verso grattato uscì dalla bocca del castano. Non feci in tempo a fare qualsiasi cosa che venni buttata sul letto di schiena. Cacciai un urlo quando Taehyung fu sopra di me. Il ragazzo sospirò pesantemente ed incastrò la faccia nell'incavo del mio collo rimanendo lì fermo con il petto sopra il mio, le mani di fianco la mia testa. Non smisi di sorridere e feci scorrere le dita sui capelli del maggiore con dolcezza tirandoglieli leggermente. Sentii Taehyung grugnire contro la pelle nuda del mio petto, il respiro pesante abbattersi contro di me mandando brividi al mio corpo.
«Che ore sono? Cazzo-» il castano sbuffò alzando la testa dalla mia spalla. Teneva gli occhi socchiusi, la fronte corrugata a causa della confusione iniziale. Si guardò intorno cercando di capire cosa stesse succedendo. Era così carino. «Ti devo portare a lezione? A che ora inizia? Fai ancora in tempo a-?»
«Taehyung- la lezione è finita da un bel pezzo» accarezzai il volto del maggiore e non mi trattenni dal ridacchiare ancora una volta. Il ragazzo mi guardò come a chiedermi perché io fossi così divertita. «Jimin ha aperto la porta- siamo liberi»
«Quel coglione- non so se devo ringraziarlo o no»
«Dipende- sei ancora arrabbiato oppure abbiamo fatto pace?»
Taehyung abbassò lo sguardo su di me e si inumidì le labbra secche. Prese un grosso respiro sistemandosi sotto le coperte e si abbassò sul mio viso prima di lasciare un bacio a stampo sopra le mie labbra. Chiusi gli occhi in automatico quando Taehyung non si allontanò da me, ma rimase con la punta del naso che toccava la mia. Il suo sguardo stava su di me, sulle mie guance, la mia bocca. Sembrava si stesse convincendo che io fossi davvero lì e lui non stesse sognando.
«Non potrei mai essere arrabbiato con te, Hera- anche se fosse, mi basterebbe una tua focaccia per farmi passare la rabbia»
Sorrisi a quelle parole. Ero contenta di sapere che quel ragazzo tenesse a me. Mi sentivo speciale perché sapevo cosa Taehyung facesse a chi lo facesse arrabbiare.
«Stai cantando vittoria troppo presto, tesoro»
Il ragazzo si sistemò ancora sopra di me con quell'aria dura, severa che però non attaccava con la sottoscritta. Aspettai che Taehyung mi baciasse, che mi accarezzasse o che facesse qualsiasi altra cosa, ma non successe. Quindi lo feci io.
Baciai a stampo le sue labbra a qualche millimetro di distanza dalle mie, poi lo feci ancora, ancora e ancora una volta. Taehyung non rispose e non si mosse nemmeno. Stava fingendo quell'espressione da duro senza sentimenti, ma io mi stavo divertendo. Accarezzai il suo petto con le mani dai pettorali a poco sotto l'ombelico. Almeno, lo feci finché Taehyung me lo permise.
«Questa cosa del giocare ti sta sfuggendo di mano, ti avverto»
«Se tu non facessi il robot senza emozioni sarebbe tutto più facile»
Taehyung sorrise divertito dalla mia risposta e questo mi sorprese parecchio. Il ragazzo si alzò dal letto spostando tutte le coperte da me e facendomi tremare dal freddo. Mi sedetti posando la schiena contro la testiera del letto ed arricciai il naso nel vedere il vestito e gli stivaletti di ieri sera. Avrei potuto indossarlo, ma faceva davvero troppo freddo anche solo per alzarmi. Taehyung si affrettò a rimettersi la cintura ed io mi decisi a togliermi le coperte di dosso. Presi la camicia bianca che era dello stesso Taehyung. Mi imbarazzavo a farmi vedere nuda dal castano e sarebbe sempre stato così, non importava quante volte lui mi vedesse senza vestiti.
Sussultai sul posto quando delle grandi mani mi afferrarono e mi tirarono indietro. Posai il sedere sui fianchi di Taehyung e stetti per parlare, ma le sue labbra sopra il mio orecchio mi fecero desistere. Quel maledetto stava facendo tutto a posta ed io lo stavo lasciando fare senza obiezioni.
«Cosa penserebbe il tuo fidanzato se ti vedesse così, mh?»
Le mani di Taehyung si intrufolarono sotto le mie braccia ed afferrarono i lembi della camicia iniziando ad abbottonarla. Guardai le sue lunghe e magre dita muoversi con lentezza dal basso verso l'alto, sentii i suoi occhi bruciare sul mio petto ancora nudo, il suo respiro calmo e bollente contro il mio collo ricoperto da brividi. Non mi aveva nemmeno sfiorato ed io già non stavo capendo più nulla.
«Sai benissimo che Hoseok non è mai stato il mio ragazzo- ora sei tu quello che gioca sporco» sussurrai incantata dai movimenti del maggiore. Stavo desiderando così tanto che Taehyung mi toccasse come aveva fatto la notte prima, che uno di noi avesse un preservativo, che lui mi facesse urlare esattamente come la notte ancora prima. Sembravo una ninfomane alle mie stesse orecchie.
La risatina appena soffiata del maggiore mandò brividi a tutto il mio corpo, la mia pelle nuda. Continuai a guardare le sue dita abbottonare la camicia fin quando arrivarono sopra il mio seno. Si fermarono proprio lì ed io mi ritrovai a mordermi con forza il labbro. Cosa voleva fare? Si stava prendendo gioco di me? Stavo cominciando ad odiarlo a causa di come mi stava facendo sudare, a causa di come trattava il mio povero corpo come se lui lo comandasse a bacchetta. Era così, ma lui non doveva saperlo.
«Perché hai detto che stavate insieme?»
Taehyung mi girò verso di lui ed in quel momento il mio improvviso odio scomparve. Vidi i suoi occhietti ancora assonnati essere tristi, forse, le labbra pressate tra di loro e la sua espressione piena di colpevolezza. Sembrava un cucciolo bastonato.
«Perché avevo paura- era il minimo che potessi fare per proteggermi-»
«Di me? Da me? Avevi paura e volevi proteggerti da me?»
Il tono basso e grattato con cui Taehyung parlò mi fece stringere il cuore. Il ragazzo teneva le mani sulla mia camicia, la testa e lo sguardo basso su di me. Le sue dita tremavano appena quasi come se fossero impaurite o qualcosa del genere. Non avevo mai visto quel ragazzo ridotto in quel modo.
«No, Taehyung- hey-» presi le mani del maggiore fra le mie e le strinsi. Mi avvicinai al castano e mi alzai sulle punte per dargli un tenero bacio a stampo. Lui però non ne voleva sapere di rilassarsi, di calmarsi e di smettere di essere così irrequieto. «Non ho mentito a causa tua, Taehyung- non eri tu che mi spaventavi-»
«E chi era?»
Sospirai nel sentire quella domanda. Non volevo tirare fuori quell'argomento in quell'istante, dato che mi piaceva l'atmosfera, il fatto che io e Taehyung avessimo chiarito, che stessimo insieme e che fossimo dolci l'uno con l'altro. Nominare quello stronzo del suo amico non era esattamente nei miei piani.
«Il tizio delle patatine, non so come si chiama-»
«Chi?»
«Il tizio che quella sera in cui tu e i tuoi amici siete entrati in casa mia mangiava le mie patatine- non lo conosco-»
«Durji? Ti ha mai detto o fatto qualcosa?»
«No, no, ma è molto inquietante- non mi piace»
Presi un grosso sospiro e chiusi definitivamente la camicia sopra il petto. Non riuscii a rendermi conto di nulla che Taehyung premette le sue labbra sulla mia fronte in modo delicato, gentile. Sentii le guance andare a fuoco.
«Hey piccioncini! Come state?»
La voce allegra e contenta del ragazzo ora fermo davanti la porta della stanza mi fece sobbalzare. Lo sguardo di Jimin scorreva felicemente per il mio corpo seminudo, prima che Taehyung potesse mettersi davanti per coprirmi.
«Vedo che avete fatto pace, perfetto- la moquette è intatta, vero? Se vedo anche solo una goccia di-»
«Sparisci da qui prima che ti appenda al muro-»
«Figurati, Taehyung- è stato un piacere aiutare il mio caro amico-»
«Fuori!»
Ridacchiai alle urla incazzate del maggiore quando Jimin corse via con un grido d'aiuto. Potevo solo immaginare lo sguardo infuriato del ragazzo e la cosa, chissà perché, mi divertiva troppo. Allacciai le braccia alle spalle del castano e mi sollevai sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. Sentii il suo intero corpo rilassarsi sotto il mio tocco, un sospiro carico di stress finalmente rilasciato.
Taehyung voltò la testa verso di me e mi guardò dall'alto con fare superiore, ma questo mi fece solo ridere di più. Ormai quella sua finta espressione omicida non attaccava più, anzi. A me sembrava solo un tenero cucciolo di rottweiler.
«Ceniamo insieme questa sera? Nel mio appartamento?»
Il mormorio del ragazzo fu accompagnato dalla sua mano alla base della mia schiena che la accarezzava. Il suo naso sfiorava il mio, le mie braccia ancora sopra le sue spalle, il mio petto contro il retro del suo corpo.
Sorrisi alle sue parole e mi staccai da quella vicinanza. Conoscendolo avrebbe lavorato per tutto il pomeriggio ed avrebbe staccato da tutte quelle carte solo per poter cenare con me. Queste era forse la cosa più romantica che lui potesse fare. Subito dopo il panino del McDonald's senza cetriolini.
«Certo- porto le focacce, va bene? Vuoi quella con il prosciutto? Abbiamo anche quella con la pancetta-»
«Ci penso io alla cena, devo sdebitarmi per quello che è successo»
«No, ci penso io- tu offri sempre tutto, almeno lascia che-»
«Hera»
Il maggiore mi avvertì facendo un passo avanti ed alzando le sopracciglia. Sembrava mi stesse minacciando di starmene buona, zitta e di assecondare qualsiasi cosa lui volesse fare senza aprire bocca. Non sarebbe andata di certo in questo modo e, da qualche parte, lo sapeva anche lui.
«Fa quello che vuoi- io porterò le focacce-»
«Hera, ho detto-»
«Smettila di chiamarmi così»
Sbuffai infastidita e mi sedetti sul letto per potermi rimettere le scarpe. Sentii i passi di Taehyung farsi più vicini alla sottoscritta, ma non sollevai lo sguardo.
«E come dovrei chiamarti? È il tuo nome»
«Ogni volta che mi chiami Hera sembri innervosito e non mi piace che-»
Venni attirata in un bacio dolce, gentile, ma tutt'altro che a stampo. Chiusi gli occhi quando Taehyung sollevò la mia testa per facilitare i movimenti e ricambiai il bacio. Dovevo smetterla di assecondare Taehyung e qualsiasi cosa lui volesse fare, altrimenti non avrei più avuto voce in capitolo. Sinceramente, però, lasciare che il ragazzo facesse ciò che voleva con me non mi dispiaceva affatto. Hera, porca puttana.
«Mettiti il cappotto- ti riporto a casa»
Continuava a prendermi in giro, sebbene la cosa mi divertisse.
Non lo avrei mai ammesso.
«Niente bacio dell'arrivederci?»
«Esiste un bacio dell'arrivederci?»
Taehyung alzò le spalle e sporse in fuori in labbro inferiore. Quella sua espressione mi fece sorridere e poi scuotere la testa. Mi strinsi nel cappotto lungo e caldo che giorni prima avevo fregato al ragazzo seduto accanto a me. Mi sporsi in avanti verso il sedile del guidatore e baciai dolcemente la guancia del ragazzo. Aprii poi la portiera della macchina, ma qualcosa mi bloccò.
«E questo sarebbe un bacio? Non-»
«Se ti comporti bene, questa sera te ne darò un altro»
Uscii velocemente dall'auto ridacchiando nel sentire qualche borbottio da parte del ragazzo. Lo salutai con la mano e lo vidi sfrecciare via da davanti casa. Non riuscii a contenermi e saltellai allegramente per tutto il marciapiede fino a raggiungere l'ingresso. La camicia che portavo addosso era lunga, il cappotto di Taehyung mi copriva fino a sotto le ginocchia, ma le mie gambe erano comunque nude. Avevo freddo, ma tutta la felicità del momento lo sovrastava.
«Mamma! Papà! Sono a casa-!»
«Abbiamo notato»
Quella strana voce mi prese in contropiede e non perché io non la conobbi, ma perché quella specifica persona non doveva essere lì. Spalancai gli occhi nel guardare una figura alta, magra, vestita con una semplice t-shirt e dei pantaloni di tuta larghi. I suoi capelli biondi erano pettinati, gli occhiali da vista sistemati sul naso, le labbra pressate tra di loro e le braccia incrociate al petto. Hoseok se ne stava lì in piedi, fermo davanti le scale di casa mia con lo sguardo più severo che io gli avessi mai visto addosso. Merda. Mi aveva vista uscire dalla macchina di Taehyung? Sapeva tutto? Magari era solo arrabbiato per la sera precedente. Doveva essere così.
«H-Hoseok, cosa-?»
«Hera, amore! Sei stata con Taehyung questa notte?» porca puttana. «Potevi avvisarmi e potevi avvisare anche Hoseok, sai? Ci hai fatti preoccupare»
Mia madre fu la persona più felice del mondo nel vedermi. Mi abbracciò subito dopo avermi guardato dall'alto al basso con un sorrisetto divertito come a darmi una pacca sulla spalla. Non sapevo se mi piacesse quella sua mania di amare Taehyung per i soldi o meno, ma almeno mi assecondava e non mi metteva i bastoni fra le ruote. Ora, però, il grosso ed unico problema era Hoseok. Mia madre, conoscendola, doveva già avergli raccontato tutto e qualsiasi cosa. Doveva avergli detto di aver conosciuto Taehyung, di averlo invitato a cena solo pochi giorni dopo e di amarlo come se già fosse suo figlio. Avrei volto seppellirmi.
«Ora io e tuo padre dobbiamo andare a lavoro, ci vediamo sta sera, va bene?» mia mamma mi premette un bacio sulla fronte prima di afferrare la sua borsa ed aprire la porta «Hoseok, fa come se fossi a casa tua- divertitevi ragazzi!»
Quando l'uscita si chiuse alle spalle della donna, l'intero salotto cadde nel più pesante e terrificante dei silenzi. Rimasi lì ferma immobile con ancora il cappotto addosso, le mie cose in una mano con la camicia di Kim Taehyung che mi faceva da vestito. Non seppi perché, ma mi vergognai come mai avevo fatto.
Aprii la bocca per parlare o almeno per dire qualcosa, ma la richiusi subito dopo. Cosa diavolo potevo dire?
«In questo modo hai convinto Taehyung ad estinguere il debito? Facendoci sesso?»
«Cosa? Hoseok, assolutamente-»
«Hera, porca puttana!»
Il biondo si avvicinò. Teneva i pugni accanto i fianchi, il viso contorto in una smorfia di pura rabbia, furia. Non ero spaventata, non avevo paura di Hoseok perché lo conoscevo bene come le mie tasche, ma vederlo ridotto in quel modo mi faceva male. Gli avevo mentito per così tanto tempo e riguardo a così tante cose.
«Hoseok, aspetta-»
«Lui è un criminale! Kim Taehyung è uno spacciatore, cazzo! Vende droga!-»
«Anche tu ti sei drogato, Hoseok! Sei finiti in ospedale per questo!-»
«Perché il tizio che ti scopi mi ha fatto pestare a sangue, merda!»
Quell'urlo fu più forte e violento di tutti gli altri ed io dovetti chiudere gli occhi. Mi chiusi il cappotto sul petto ed abbassai lo sguardo a terra. Hoseok aveva totalmente ragione ed io mi sentivo come una bambina che stava venendo sgridata dal padre. Non riuscivo però ad ammettere del tutto che il mio amico fosse nel giusto, perché io conoscevo il vero Taehyung. Quel Taehyung che sapeva essere dolce, tenero, gentile ed educato e che solo io avevo conosciuto.
Hoseok sbuffò spazientito prima di prendersi la testa con le mani. Lo vedevo sull'orlo di una crisi di nervi, un pianto isterico e lo avevo visto in quello stato solo quando si era trattato di rischiare che i suoi genitori gli ritirassero la macchina.
«Hera- dimmi che è uno scherzo- dimmi che non ti scopi Kim Taehyung-»
«Non mi scopo Taehyung, Hoseok-»
«Oh grazie a Dio-»
«Io e lui usciamo insieme»
«Porca di quella troia!»
Giurai che di lì a poco il biondo sarebbe potuto svenire o avere un attacco di panico. Mi avvicinai al ragazzo e gli appoggiai una mano sulla spalla, mentre si dimenava e camminava nervosamente a destra e a sinistra. Avevo più paura di un Hoseok ridotto in quello stato che di un Taehyung arrabbiato e questa la diceva lunga.
«Tu- merda, cazzo- è colpa mia- non dovevo trascinarti in questa merda-»
«Taehyung non è come credi tu, fidati di me- lui è-»
«Cosa, Hera? Com'è davvero quello spacciatore, eh? Dorme con dei peluche? Ha un pigiamino rosa con degli unicorni stampati sopra?-»
«Lui è una brava persona» deglutii ed annuii alle mie stesse parole. Presi un grosso respiro prima di riprendere a parlare e guardare Hoseok negli occhi scuri e spalancati. «Lui è- non è così male-»
«Tu devi starmi prendendo per il culo- non c'è altra spiegazione-»
«Mi piace, okay?»
Quelle parole uscirono nervose dalle mie labbra, ma non riuscii più a trattenerle. Vidi lo sguardo del mio migliore amico spalancarsi e le sue orbita quasi lasciare i due buchi nel cranio. Mi passai le mani sul viso e mi sedetti subito dopo sul divano guardando Hoseok negli occhi. Volevo davvero che lui capisse, che accettasse quello che stavo facendo e che mi perdonasse. Io tenevo a Taehyung, mi piaceva, amavo pranzare e cenare con lui, parlargli e passarci del tempo insieme. Hoseok lo avrebbe capito prima o poi.
Il ragazzo si sedette di fianco a me e lasciò che un enorme sospiro scappasse dalle sue labbra socchiuse. Il biondo mi guardava dall'alto con un'espressione abbattuta, quasi delusa. Mi fece male vederlo così.
«Tu devi- devi giurarmi che non l'hai fatto a causa mia-»
«Mi sono avvicinata a Taehyung perché lo volevo io- non l'ho fatto affinché lui eliminasse il tuo debito»
Hoseok annuì convinto alle mie parole e sospirò ancora e ancora. Si torturava le mani, le nocche delle dita nervosamente ed io lo guardavo essere preoccupato, agitato al massimo. L'aveva presa bene, almeno, sebbene quella non fosse una notizia da tutti i giorni. Dire quelle cose ad alta voce, però, mi fece uno strano effetto. Taehyung mi piaceva sul serio? Kim Taehyung, l'amministratore delegato della Tower, lo spacciatore che aveva fatto ricoverare Hoseok, mi piaceva? Provavo davvero qualcosa per lui che non fosse pura attrazione fisica? C'erano troppe domande nella mia testa, troppe preoccupazioni che non aveva senso pormi al momento. Non potevo semplicemente uscire con quel ragazzo ed aspettare che il destino facesse il suo corso? Forse saremmo stati bene insieme, forse ci saremmo lasciati per sempre il giorno dopo, ma al momento io stavo bene con lui, al pensiero di passare del tempo assieme a lui e mi andava bene così.
xxx
Buona sera,
come state?😏
spero che questo capitolo vi abbia migliorato al giornata🌚
jimin è sempre un impiccione, ma è stato solo grazie a lui se hera e Taehyung si sono riappacificati.
hoseok ha appena scoperto tutto. dobbiamo dire che non lha presa molto male. o forse sì? cosa succederà quando anche taehyung saprà di questo?💃
nel prossimo capitolo ci sarà l'ennesima cena fra taheyung ed hera, chissà cosa succederà🫠
vi aspetto al prossimo capitolo, fatemi sapere se questo vi è piaciuto con commento e un voto♡
al prossimo,
-J××
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