𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝗢3. Ti Sfido.
𝙎𝙚𝙪𝙡 𝙑𝙚𝙣𝙤𝙢𓆙
Da quanto tempo ero a quella festa? Un'ora? Due ore? Tre? Probabilmente dieci minuti. Questo comunque non cancellava il fatto che io non mi stessi per niente divertendo. Non solo Hoseok era sparito lasciandomi da sola, non solo avevo avuto quello spiacevole incontro con Taehyung, non solo ero entrata in quella festa solo per pietà, ma mi ritrovavo ferma nel nulla del salotto circondata da ragazzi e ragazze che si strusciavano su di me come non ci fosse un domani. Un domani però c'era e quello stesso domani io sarei dovuta tornare a lavorare.
Presi un grosso respiro e accesi lo schermo del mio cellulare. 23.47. Era tardi ormai anche solo per poter dormire otto ore considerando che mi sarei dovuta svegliare alle sei del giorno dopo. Dovevo trovare Hoseok e portarlo via da quella festa privata e più costosa della mia intera casa sperando che lui non avesse bevuto. La cosa positiva era che mi ero rimpinzata di tramezzini e patatine.
Dopo un'attenta occhiata in giro capii che Hoseok non si trovasse lì e che probabilmente era rimasto fuori casa per tutto il tempo pur di non pagare la quota di partecipazione. Taccagno, t-rex. Era fortunato che io fossi la migliore amica del mondo e che non avrei detto ai suoi genitori che aveva fumato e che era entrato illegalmente ad una festa. Non come me che per pietà mi avevano lasciato passare.
Sorrisi cordialmente al buttafuori di poco prima e scesi i tre scalini per poi mettere un piede sui sassi che circondavano la villa. Rabbrividii subito quando l'aria ghiacciata di quella sera colpì la mia scollatura, le mie braccia coperte e il mio viso. Mi strinsi nella giacca di pelle ed iniziai a camminare intorno alla grande casa nel tentativo di trovare quell'imbecille del mio migliore amico. Ci mancava solo che se ne fosse andato senza di me. Mi sarei arrabbiata, ma non sorpresa. Sapevo con chi avevo a che fare.
Voltai l'angolo della villa e passai dietro qualche paio di coppia che si stava divorando la faccia a vicenda. Maleducati. Come osavano amarsi davanti a chi era solo come un cane? Scossi la testa ai miei pensieri e con le mani ancora sul petto per tenermi la giacca mi avviai più velocemente verso il retro della casa, anche se seppi perfettamente che Hoseok non potesse trovarsi lì. Cosa poteva farci lì dietro?
Imprecai sottovoce quando stetti per inciampare sopra chissà che cosa, ma non mi fermai. Tutto era deserto dietro quella villa forse perché in penombra e non si sentiva nemmeno la musica. Dove diavolo sta quell'idiota? Stetti per urlare il suo nome in modo che, dovunque lui fosse, potesse sentirmi, ma qualcosa mi bloccò. Delle voci. Quante erano? Cinque o sei? Erano voci maschili che parlavano con un tono pacato, calmo. Quello che dicevano, però, era tutto fuorché calmo e pacato.
«Sempre la stessa storia, Hoseok- cosa dobbiamo fare con te?»
Un sospiro quasi dispiaciuto scappò dalle labbra fini di qualcuno che io già conoscevo e che già avevo visto. Yoongi.
«Hai un debito grande come la tua casa, eppure continui ad andare alle feste, a divertirti? Mi fai pensare di avere soldi per poter pagare»
Debito grande come la tua casa? Quasi svenni sul colpo nel sentire quelle parole, nel capire che Yoongi stesse parlando proprio con il mio Hoseok. Senza fare il minimo rumore sporsi in fuori un occhio dall'angolo della villa e nascosi il mio corpo dietro di esso. Non ci potevo credere. Hoseok stava tremando con la testa bassa, lo sguardo rivolto verso l'erba finta del giardino, le braccia insicure lungo i fianchi. Il biondo era circondato, si trovava al centro di un cerchio fatto da sole persone, soli ragazzi di cui io già avevo visto qualche viso. C'erano Yoongi, Jimin e, poi, Taehyung. Credetti di star sognando. C'erano esattamente altri sei ragazzi che circondavano il mio amico, che si dondolavano da una gamba all'altra come se non stesse succedendo niente di che, come se io non avessi appena sentito ciò che avevo sentito. Dove diavolo ero finita?
«Yoongi, non dire così, dai- se il nostro Hoseok avesse i soldi per pagare avrebbe già pagato, no? Giusto, amico?»
Jimin si avvicinò sorridente al centro del cerchio e, come ormai di consuetudine, posò di peso il braccio sulle spalle dell'altro biondo. Quest'ultimo tremò e non disse niente, non si tolse dalla morsa fintamente amichevole del maggiore.
Il silenzio durò pochi secondi a causa del movimento veloce di Jimin. Il ragazzo colpì con forza lo stomaco del più piccolo con un pugno ed Hoseok non poté far altro se non urlare e tenersi la pancia con le mani. Il minore iniziò ad accasciarsi a terra, ma Jimin non glielo permise e lo tenne in piedi dal colletto della maglia.
«Devi rispondere quando ti viene fatta una domanda, lo capisci, vero?»
Il maggiore premette una mano sopra la bocca prima spalancata dell'altro ragazzo di cui io vedevo solo le spalle. Merda. Jimin sorrise in un modo che io definii pazzo. Avevo visto quel ghigno solo in film con protagonista uno psicopatico.
«Vedi di smettere di far rumore- non vogliamo che qualcuno ci senta, giusto?» il più grande stringeva la presa sia sul colletto dell'altro ragazzo sia sulla sua bocca quasi volesse staccargli la faccia di dosso. Non c'era più traccia del Jimin che avevo visto poco prima, di quel tipo con troppa parlantina. «Hai capito Hoseok?!-»
«Sì! Ho capito!»
Quello fu un urlo di terrore attutito dal palmo dell'altro ragazzo sulla bocca del minore. Hoseok stava morendo dalla paura, forse anche dal dolore e nessuno di quei tizi lo avrebbe aiutato. Cosa stava succedendo? Com'era possibile che Hoseok avesse un debito con quei ragazzi? Lui era ricco, i suoi genitori erano ricchi e avrebbero potuto fornire qualsiasi tipo di somma. Ma soprattutto, perché Hoseok era indebitato? Cosa potevano avergli dato quei tipi che a lui era servito? Mi aveva detto che non li conosceva, che non ci aveva mai parlato. Merda. Dannata e fottuta merda.
«Sto aspettando da mesi, Hoseok- quando hai intenzione di pagare?»
Fu Taehyung a fare un passo avanti sbuffando come se fosse la persona più stanca e stressata sulla faccia della Terra. Il castano si inumidì le labbra prima di buttare a terra la sigaretta che teneva fra le dita tatuate e ne calpestò l'estremità con la punta della scarpa. Stronzo e inquina pure.
Il mio respiro accelerò quando il castano fece dei passi e Jimin si spostò da davanti il corpo dolorante di Hoseok ora inginocchiato sull'erba. Taehyung scosse la testa guardando il mio amico dall'alto e grattandosi distrattamente il viso.
«Il tuo tempo sta per finire, te l'ho già detto più e più volte.
Non gli importava di avere un ragazzo inginocchiato che stava sputando sangue e saliva da minuti interi, non gli importava che Jimin lo avesse colpito così forte e in modo così violento. Era con Taehyung che Hoseok aveva un debito, era a lui che dovevano tornare i soldi. Cazzo. Quel tipo non scherzava e questo l'avevo capito persino io già dal primo momento. Mi diedi mentalmente della stupida sapendo di averlo mandato a fare in culo solo poche decine di minuti prima.
Taehyung sbuffò quando Hoseok non rispose e fece un segno con la testa agli altri suoi amici. Sperai che se ne fossero andati in modo da poter aiutare il biondo, ma non fu così. I presenti si avvicinarono al centro del cerchio e, contro ogni mia aspettativa, iniziarono a riempire di pugni e calci il mio amico. No, no.
Portai una mano alla bocca quando sentii le suppliche di Hoseok pregare quei ragazzi di smetterla, di lasciarlo stare. Il minore continuava a dire che avrebbe pagato presto, che avrebbe estinto il debito, ma nessuno di quei tizi accennava a volersi fermare. Merda, cazzo. Lo avrebbero picchiato a sangue, lo avrebbero fatto finire all'ospedale. Dovevo fare qualcosa e presto, subito. Maledizione.
Afferrai il cellulare dalla giacca e avvertii le mani essere sudate, tremanti come delle dannate foglie. Dovevo sbrigarmi e chiamare qualcuno, qualche adulto vero, la polizia o chiunque altra persona. Dovevo salvare quell'idiota di Hoseok.
Stetti per digitare il numero della polizia, appunto, ma a causa delle mie dita sudate, il cellulare cadde dalle mani per finire a terra sui sassi. Merda. Lanciai un'occhiata ai ragazzi al di là dell'angolo della villa e persi dieci chili di ansia quando vidi che nessuno di loro avesse sentito quel rumore. Mi accucciai a terra e cercai nuovamente di digitare quel dannato numero, ma qualcos'altro me lo impedì. Porca di quella puttana.
Il display del telefono si illuminò all'improvviso con sopra la scritta Mamma e, cosa più importante e degna di nota, la suoneria riecheggiò per quel silenzio notturno riempito solo dalle suppliche di Hoseok.
Mi affrettai a rifiutare la chiamata e cominciai a sudare freddo da ogni parte dal corpo finché non sollevai lo sguardo dove poco prima stava avvenendo il pestaggio. Ero morta, decisamente. Ero morta e senza eredi.
Gli sguardi spalancati di tutti quei ragazzi furono su di me ancora accucciata a terra e con il cellulare fra le mani. I miei occhi stavano per uscire dalle orbita, le labbra separate tra di loro, le gambe e braccia che minacciavano di staccarsi dal mio corpo e correre via per salvarsi la vita. Mi alzai in piedi di scatto con il cellulare stretto fra le mani e feci un passo indietro. Ero pietrificata, scioccata, sul punto di svenire. Ero anche scoperta e fuori dall'angolo della villa che mi permetteva di essere nascosta. Qualcuno lassù doveva volermi morta.
«Straniera, hey-»
«Stai- state fottutamente lontano da me»
Indietreggiai appena Jimin fece un passo avanti con quella sua finta espressione amichevole. Non riuscii a voltarmi e scappare, a mettermi ad urlare come avrei voluto perché ero paralizzata dalla paura. Ero nei guai fino al collo.
Jimin rimase fermo al suo posto con le mani nelle tasche della giacca, la testa leggermente inclinata di lato nel guardarmi da qualche metro di distanza. Hoseok se ne stava ancora appallottolato a terra tremante che borbottava chissà che cosa. Poteva alzarsi ed approfittare di quell'attimo di distrazione per scappare, ma anche lui doveva essere paralizzato dalla paura proprio come lo ero io. Fantastico. Due idioti.
«Cosa pensi di fare, mh?» la voce di Taehyung arrivò dritta alle mie orecchie. Il maggiore fece dei passi avanti fino a superare Jimin ed Hoseok e cominciò a fissarmi con uno strano sorrisetto dipinto in faccia. Maledetto bastardo.
«Andate- lasciate stare Hoseok e-»
«Altrimenti?»
«Altrimenti chiamo la polizia»
La mia ultima risposta fece tacere tutti i presenti e sembrò far tacere anche il paesaggio circostante. Tenevo ancora il mio telefono stretto al petto, le braccia tremanti assieme alle mani sudate, lo sguardo pieno di terrore e paura allo stato puro.
Seppi nel momento in cui pronunciai quella frase di aver fatto un terribile errore, ma fu troppo tardi. Quel silenzio venne interrotto dalle risate sentite di tutti i presenti. Quei ragazzi erano divertiti, spaccati a metà da ciò che io avevo detto.
Fu quando Taehyung fece un passo nella mia direzione che io ne feci due indietro. Hoseok stava a terra agonizzante, Jimin non lo lasciava solo un attimo ed io mi ero appena scavata la fossa da sola. Meglio di così non poteva andare, insomma.
«Dimmi una cosa, tesoro»
La testa di Taehyung si inclinò di lato nel continuare a guardarmi come se io fossi la sua prossima preda, come se si stesse divertendo davvero tanto. Deglutii quando vidi una strana scintilla in quegli occhi piccoli, scuri e terrificanti. Il ragazzo si inumidì le labbra nel riportare poi lo sguardo sul mio e riprendere a parlare.
«Corri abbastanza veloce?»
Doppia porca puttana.
Non aspettai mezzo secondo per iniziare a muovere le gambe come se da questo dipendesse la mia vita e fu fottutamente così. Le mie braccia si muovevano ad angolo retto allo stesso tempo delle mie gambe, dei miei piedi. Non sentivo alcun passo dietro di me a causa della musica che diventava sempre più vicina, ma non mi sarei di certo voltata per controllare se Taehyung mi stesse seguendo oppure no. Cercai di sbloccare il cellulare, ma l'impronta digitale non funzionò a causa del sudore sulle mie dita ed il mio codice era troppo lungo per poter essere digitato mentre correvo. Che cazzo. Ero una stupida sfigata.
Saltai tutti e tre gli scalini che mi avrebbero portato dentro la dannata villa e in un altro contesto mi sarei fatta i complimenti da sola, ma non in quella situazione. Mi mescolai in mezzo alla folla ubriaca e smisi di correre. In quel momento mi voltai e vidi, purtroppo, la testa di Taehyung spuntare dall'alto di tutta quella gente a causa della sua altezza. Lui poteva vedermi senza nessun problema allungando lo sguardo e basta. Quasi scoppiai a piangere quando i suoi occhi pieni di fuoco si posarono sui miei in mezzo alla folla. Avrei potuto chiedere aiuto a qualcuno, ma erano tutti troppo fatti o ubriachi per darmi retta o aiutarmi. Merda. Il piano ora consisteva nel trovare una stanza, chiudermici dentro a chiave e chiamare la polizia, mia madre, il parroco o qualsiasi altra persona che potesse aiutare me ed Hoseok rimasto in balia di quegli altri strozzini. Avrei ammazzato quell'idiota appena gli avrei salvato la vita.
Mi aggrappai alla maniglia di una porta a caso come se fosse la mia unica ancora di salvezza e per poco caddi a terra. Entrai in quella stanza chiudendomi l'ingresso alle spalle e tenendo la schiena su di esso. Il mio respiro iniziò ad accelerare quando qualcuno, dall'altra parte, cercò di abbassare la maniglia e di entrare. Merda. Taehyung sapeva che io fossi lì. Doppia schifo di merda. Mi guardai intorno e mi maledissi mentalmente nel vedere dove mi trovassi. Un cazzo di scantinato. Afferrai un'altra volta il cellulare e con le lacrime ad appannarmi la vista cercai di far leggere la mia impronta digitale con Taehyung che continuava a spingere la porta. Impronta non riconosciuta. Avrei buttato via tutto. Un mio braccio rimase attaccato alla porta assieme alla schiena per impedire che quella specie di assassino entrasse e l'altro si affrettò a mettere il codice, ma l'ennesima spinta di Taehyung fece volare il mio telefono da qualche parte in mezzo a tutto quel buio in penombra. Cazzo. Cosa potevo fare adesso? Potevo rimanere così tutta la notte? No. Quella era la casa di Jimin e questo significava che non sarebbe di certo andato via. Dovevo fare un'ultima mossa disperata.
Mi lanciai verso il centro dello scantinato con le mani sul pavimento per cercare il mio dannato telefono e, come mi aspettai, la porta alle mie spalle venne aperta. Appena afferrai il mio cellulare mi rialzai in piedi e raggiunsi il fondo della stanza con l'oggetto sul petto. Le mie spalle toccarono una parete fredda, umida ed i miei occhi rimasero fissi sulla porta ora spalancata dello scantinato. Santa merda.
Taehyung fece schioccare il collo prima a destra e poi a sinistra, le sue mani nelle tasche, il volto pulito e asciutto come se non avesse fatto chissà quale fatica fino a quel momento. I suoi punteruoli vagarono per qualche attimo per tutta la stanza alla ricerca di qualcosa, di me. Deglutii il nodo in gola quando quelle iridi luccicanti persino nella penombra mi colpirono in pieno petto. Ero morta. Ero sepolta.
I passi del maggiore si stavano facendo troppo vicini per i miei gusti tanto che stavo sentendo ogni singola parte del corpo tremare come una foglia, delle lacrime incastrate fra le ciglia, il petto muoversi velocemente e in modo sconnesso.
«F-fermati o chiamo la polizia»
Balbettai nel parlare e mi maledissi da sola. Feci vedere il cellulare a Taehyung in modo che si rendesse conto che io non stessi scherzando, ma al contrario di ciò che mi aspettai, il maggiore sollevò un sopracciglio e mi guardò come a chiedermi se stessi facendo sul serio. Cosa? Aggrottai le sopracciglia non capendo e rivolsi il display del telefono verso di me. Quasi mi venne un colpo. Lo schermo di quell'affare era crepato, rotto in ogni angolo e lato esistente. Tentai di premere il bottone per accenderlo, ma non si illuminò nemmeno. Era rotto. Il mio cellulare era rotto e prossimamente lo sarebbe stato anche il mio osso del collo.
Feci un salto sul posto quando Taehyung afferrò il telefono dalle mie mani e lo fece volare dall'altra parte della stanza. Squittii come un topo in trappola nel sollevare lo sguardo e ritrovarmi gli occhi del maggiore a pochissima distanza dal mio viso. Abbassai la mia attenzione a terra e tentai invano di superare quel petto largo e muscoloso. Fu tutto inutile. Delle mani premettero sulle mie spalle e spinsero la mia schiena contro il muro. Chiusi gli occhi a causa del dolore improvviso alla nuca ed alle scapole e mi impedii di scoppiare a piangere come una poppante.
«Adesso non parli più come prima? Non mi dire che hai paura, tesoro»
Il soffio del ragazzo colpì il mio viso tremante. Mi rifiutai di guardarlo in faccia, di tenere la testa dritta verso di lui. Non volevo cacciarmi in quel guaio.
Sentii una mano prendere il mio mento e girare il mio volto in modo da avere davanti quello del ragazzo. Cercai di lottare con tutte le mie forze, mossi le mani sopra il petto di quello stronzo, spinsi con le gambe per potermene andare via da quella situazione orribile, ma fu tutto inutile.
«Lasciami- lasciami andare o mi metto ad urlare-»
La mia nuca venne attaccata con poca gentilezza alla parete alle mie spalle ed io non riuscii a spostarmi in alcun modo. L'altro braccio di Taehyung finì accanto la mia tempia sulla parete fredda, la sua testa piegata di lato, i suoi occhi assottigliati nel guardarmi in viso. Ci divideva forse qualche centimetro e basta e tutto dipendeva da lui, da cosa avrebbe fatto. Prepotente del cazzo.
«Non so se è una buona idea urlare quando tutti ti hanno visto entrare qui con me- potrebbero pensare che le tue urla siano di tutto fuorché di paura»
Il primo ghigno che comparve su quel bellissimo viso, il primo ghigno che mi fece tremare di paura. Lo odiavo. Lo odiavo così tanto.
Iniziai a muovere in modo frenetico le braccia, le gambe ed ogni parte del corpo nell'intento di liberarmi, ma fu tutto inutile anche questa volta. I miei polsi vennero bloccati da delle dita lunghe e magre che li attaccarono alla parete sopra la mia testa. Una mano del ragazzo raggiunse nuovamente il mio mento e mi tenne fermo il viso con l'altra mano. Senza che io potessi controllarla, una lacrima scappò dai miei occhi per finire con il correre giù per la guancia. Taehyung la vide. Il maggiore tolse la mano dal mio mento per poi avvicinarla alla mia faccia e spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, io mi scansai con solo la testa.
«Non mi devi toccare»
Il mio ringhio praticamente supplicato fece bloccare i movimenti del castano e quella fu l'unica vittoria della giornata. O forse no. Il ghigno del maggiore si espanse ancora di più come se questo fosse possibile ed io volli solo scoppiare a piangere e nascondermi in un angolino finché mia mamma non fosse venuta a prendermi.
Taehyung non era dello stesso avviso.
«Cosa dovrei fare adesso con te, tesoro? Non posso lasciarti andare così»
Il ragazzo fece un passo avanti e la punta delle sue scarpe toccò quella delle mie. Il suo naso sfiorò il mio, un suo braccio disteso verso l'alto ad intrappolare i miei polsi sopra la testa. La musica al di fuori dello sgabuzzino si sentiva ovattata, la luce appena flebile sul soffitto sfarfallava in continuazione.
«È per questo che siete venuti oggi, vero? Per questo ce l'avevate con Hoseok-»
«Il tuo amico mi deve parecchi soldi e non si è fatto vivo per giorni, tesoro- gli è andata bene che mi sono limitato a dargli una semplice lezione-»
«Sei solo un prepotente, uno stronzo che è forte solo in gruppo-»
Venni interrotta alla sua presa più forte sui miei polsi, dalla scomparsa improvvisa del suo ghigno divertito di poco prima. Quindi il modo per farlo arrabbiare era offenderlo come si offendevano dei bambini fra di loro, fantastico. Cercai di sgusciare via ancora una volta quando Taehyung drizzò le spalle ed io mi ricordai di quanto lui fosse più alto di me. Di molto. Fui costretta a sollevare la testa a causa della presa del maggiore da cui cercai di scappare, ma fu inutile.
Ora avevo decisamente paura.
«Lo sai, forse dovrei lasciar perdere il tuo patetico amichetto e prendermela con te- sei decisamente più interessante»
Deglutii il nodo in gola e cacciai indietro le lacrime. Abbassai lo sguardo tentando di sfuggire a quello del maggiore, ma non ci riuscii. Ero completamente alla sua mercé, non potevo fare nulla per scappare da quella situazione se non peggiorarla. Ed ero brava in questo.
«Puoi solo parlare, Kim Taehyung- cosa pensi di fare? Uccidermi? Pestarmi a sangue come hai fatto con Hoseok? Non credo sia una buona idea- sei stato tu a dire che ci hanno visti entrare qui da soli»
Sperai di aver guadagnato tempo con quelle parole perché o era così o avevo solo peggiorato le cose ed entrambe le opzioni erano molto probabili.
Nessuno di noi disse si mosse, nessuno respirò più forte dell'altro. Rimanemmo a guardarci per secondi ed io nemmeno seppi chi mi stesse dando la forza di farlo senza abbassare lo sguardo come una codarda. Una cosa era certa: avevo ragione. Taehyung non avrebbe potuto farmi niente di male, altrimenti se ne sarebbero accorti tutti. Comunque sarebbe andata quella terribile serata, io avrei denunciato quello stronzo e tutti i suoi amichetti a costo di andare a piedi in commissariato.
Il maggiore si inumidì le labbra ed inclinò la testa di lato. I suoi occhi assottigliati corsero attentamente per tutto il mio viso fino ad alzarsi sulle mie braccia ancora attaccate alla parete, fino ad abbassarsi sul mio petto. Appena questo successe, il ghigno di poco prima comparve ancora una volta sul viso di quel ragazzo viziato. Non capii subito a cosa puntassero quegli occhi taglienti, ma poi spalancai i miei. Dannazione alla mia scollatura e a quella stramaledetta festa.
«Penso che con te preferirei fare altro, tesoro»
«Vaffanculo, lasciami andare- lasciami!-»
Iniziai ad urlare, ad agitarmi ancora una volta pensando di prendere in contropiede il bastardo, ma fu tutto inutile. La sua mano si staccò dai miei polsi e premette con forza sulla mia bocca, tappandola. Continuai ad urlare, a scalciare, ma fu inutile. Nessuno mi avrebbe mai sentito con tutta quella musica, nessuno mi avrebbe mai aiutato.
«Ascoltami bene perché lo ripeterò solo una volta» Taehyung avvicinò il viso al mio e questa volta le nostre labbra si sarebbero toccate se non ci fosse stata la sua mano di mezzo. Presi paura a causa di quella vicinanza, a causa della situazione ed altre lacrime scapparono al mio controllo correndo per tutto il viso. Vaffanculo. «Lo sfigato del tuo amico mi deve dei soldi e ha tempo fino al prossimo weekend per trovarli tutti- se questo non dovesse succedere entro la scadenza, me la prenderò prima con lui e le sue gambe e poi tornerò proprio da te, tesoro, mi hai capito?»
Il suo sibilo, le sue sopracciglia alzate, quella vicinanza mi fecero piangere ancora di più. Il mio petto era scosso da singhiozzi, la mia gola secca e le labbra ancora premute dalla sua mano per niente gentile. Aveva lasciato cadere la sua maschera di ragazzo apparentemente tranquillo e pacato. Ora era ciò che era davvero. Un criminale.
«Mi hai capito, Hera?»
Mi affrettai ad annuire in velocità e questo causò alle mie lacrime di scendere in modo continuo e veloce. Mi sentii così piccola, così inutile e patetica e fu tutta colpa di quel mostro davanti i miei occhi.
Subito dopo, il corpo del maggiore si allontanò. Le sue braccia tornarono lungo il corpo, le mani nelle tasche, lo sguardo severo verso il mio corpo tremante.
Passai le mani sul viso e usai le maniche della giacca in pelle per pulirmi dalle lacrime. Continuavo a singhiozzare fuori controllo, a piangere come una bambina, sebbene avessi tutte le ragioni del mondo per starlo facendo. Chiusi la giacca di pelle in modo da coprire il mio petto. Ero estremamente a disagio in quel momento, mi sentivo come non mi ero mai sentita prima.
Saltai sul posto quando la porta dello sgabuzzino venne spalancata all'improvviso. Sollevai lo sguardo inondato di lacrime sul nuovo arrivato e volli urlare disperata nel vedere quegli occhi grandi, scuri e quei capelli biondo tinto. Jimin. Lo sguardo del proprietario di casa si spostò prima su Taehyung e dopo su di me spalancandosi probabilmente nel vedermi ridotta in quello stato. Il biondo scosse la testa guardando il suo amico e poi posò la spalla allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto, la testa posata anch'essa al lato dell'ingresso.
«Hoseok è stato sistemato- sa come deve comportarsi» Jimin si inumidì le labbra spostando la sua attenzione su di me «E la nostra nuova amica? Che le hai fatto?-»
«Puoi andare, muoviti» Taehyung mi fece un cenno veloce con il mento. Mi indicò l'uscita e mi diede degli ordini come se io fossi il suo dannato cane.
Strinsi la giacca sopra il mio petto e non me lo feci ripetere due volte. Camminai velocemente verso la porta di uscita, ma prima di sorpassare Taehyung, qualcosa mi afferrò dal braccio e mi tirò indietro di poco. Non è possibile.
«Prova ancora a rivolgerti a me in quel modo, tesoro- ti sfido»
Mi persi un attimo a causa di quel sibilo perfido, a causa di quegli occhi appuntiti che quasi mi fecero fisicamente del male.
Strattonai via il braccio dalla sua presa e continuai a camminare per la mia strada correndo il rischio di scoppiare a piangere davanti a quei tizi. Sorpassai Jimin senza che lui me lo impedisse in un qualche modo e mi avviai verso l'uscita da quella maledetta villa. Sapevo di avere degli sguardi puntati addosso che non erano di certo quelli dei ragazzi ubriachi attorno a me, no. Probabilmente erano di Yoongi, delle altre persone che avevano pestato Hoseok.
Non sarebbe finita lì. Se pensavano di avere avuto a che fare con una stupida ragazzina si sbagliavano di troppo. Io credevo nella giustizia.
×××
SCUSATE. Ormai penso abbiate capito quanto io sia pessima con il ricordarmi le cose BUT SONO SIMPATICA GIURO.
Come state?🦦
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, giuro che imparerò a mettere la sveglia così mi ricorderò di aggiornare🙏
Come vi è sembrato?
La storia si sta facendo un po' più complessa e si stanno aggiungendo cose nuove da sapere. Molto presto arriveranno anche i nostri amici Jungkook, Nam e Jin e NON VEDO L'ORA.
Allora, cosa ne pensate di questo Taehyung? E di Jimin? Ho sofferto scrivendo la parte in cui pestano Hobi, ma era per il bene della storia🥺
Hera è una protagonista un po' imbranata, ma vi accorgerete presto del suo caratterino che di sicuro non andrà d'accordo con Taehyung. Questa però è la parte divertente della storia🥰
Scusate ancora per il ritardo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate💜
Al prossimo,
-J××
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