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Kelly e Tammy

Il tragitto in macchina durò quasi un'ora.
Sessanta lunghi minuti passati a litigare per l'autoradio e perché Nico non sopportava di avere il vento in faccia.

Ad un certo punto si dovettero anche fermare a fare gasolio, in una stazione di servizio che cadeva a pezzi.

Nico scese con un balzo senza aprire la portiera, e osservò Will che faceva tutto come fosse un gran esperto. <Ma come le sai tutte ste cose?> Chiese osservando disgustato l'unto appiccicato sull'erogatore che Will teneva in mano.

<Ricordati che ho vissuto come un ragazzo normale fino a quindici anni. E poi quando io e Argo uscivamo a far scorta di medicinali chi credi che scendesse a fare il pieno?>

Nico annuì. <Effettivamente.>

Quando ebbe finito Will prese lo scontrino e diede un bacio veloce a Nico prima di entrare nel piccolo prefabbricato per pagare.

Quando aprí la porta, uno scampanellio allegro lo accolse nell'ambiente molto meno allegro.

I muri erano macchiati di umidità in diversi punti e il pavimento aveva l'impressione di essere stato lavato senza grande impegno: lo sporco era stato solo ridistribuito in ampi aloni.

Gli scaffali in ferro erano pieni di patatine, caramelle e schifezze varie, tra cui diversi magneti di quelli che si attaccano ai frigoriferi: San Diego, Las Vegas, New York, Venezia. Che poi cosa c'entrava Venezia?

Will osservò la riproduzione in plastica del ponte di rialto e si chiese come dovesse essere quando un piccolo Nico si aggirava per quelle strade.

<Ha intenzione di comprare o lo fisserà in eterno?> Sputò una voce roca e bassa facendolo sobbalzare.

<Eh? Ah, sì, scusi. Devo pagare il pieno.> Gli passò lo scontrino e il commesso glielo levó dalle mani con cattiveria. Will sbirciò la targhetta appuntata sulla divisa sudicia: Tamm.

<Turisti.> Sbottò Tamm pigiando con le dita grasse sui tasti della cassa.

<Papà, non essere scortese.> Si intromise una voce più giovane e dolce. Da una cascata di perline emerse una ragazza con i capelli rossissimi e un sorriso gentile. Sul petto il cartellino riportava il nome Kelly. <Buongiorno.> Augurò a Will.

<Buongiorno.>

<Sei qui da solo?> Chiese la ragazza aggirando il bancone con una bacinella e uno straccio sottomano.

<No, il mio ragazzo mi aspetta in auto.>

La ragazza fece scattare gli occhi fuori dalla finestrella sbarrata e quando ebbe individuato Nico sul suo viso si allargò un ampio sorriso. Sorrideva in modo strano, pensò Will, ma era così gentile che lasciò perdere.

<Che bella coppia. Quali sono i vostri nomi?> Chiese pulendo un tavolino.

<Will e Nico.> Rispose il biondo sorridendole.

La ragazza ridacchiò. Aveva una risata davvero carina. <Che bei nomi, giusti per due giovani semidei con un così buon profumo.>

Il sangue di Will si congelò nelle vene. Rimase immobile mentre Kelly gli passava affianco canticchiando.

<Volevi qualcos'altro?> Gli chiese con lo stesso tono gentile mentre si rimetteva dietro al bancone, vicino al cassiere grasso e pelato, che ora sorrideva nello stesso modo terrificante della ragazza.

Will deglutì, facendo saettare lo sguardo tra figura di Nico, che se ne stava seduto imbronciato nell'auto parcheggiata fuori e i due individui di fronte a se.

Si sforzò di mettere su un sorriso tirato mentre declinava. <È che abbiamo fretta, quindi...>

<Oh, che peccato.> Uggiolò Kelly scoprendo i denti aguzzi. Batté le palpebre e le iridi da  verde mare diventarono rosso sangue.

Will spostò lo sguardo sul compagno e anche lui aveva occhi rossi e denti appuntiti.

<Sicuro di non voler rimanere? Potresti chiamare anche il tuo amico. È tanto che non assaggio un figlio di Ade.> Ridacchiò l'uomo.

Kelly ringhiò. <Tammy sta zitta, stupida.>

<Sei cattiva Kelly.>

<Hai già rovinato tutto quella volta con Jackson, sta volta cerca di non fare casini.>

Will, che stava approfittando del battibecco per strisciare verso l'uscita si bloccò. <Jackson?>

Il sudore gli si congelò sulla schiena.

Tamm, che a quanto padre sotto la divisa nascondeva ben altro che ciò che si aspettava Will, ridacchiò, mentre il suo corpo iniziava a ribollire, trasformandosi in uno dall'aspetto più femminile. Nello stesso momento i capelli dk Kelly presero fuoco e un tintinnio natalizio annunciò l'ingresso di Nico.

<Will ma quanto cazzo ci-> Gli occhi pece di Nico osservarono prima Will, poi Kelly e poi Tamm, che si era strappata di dosso la divisa, mettendo in mostra le due gambe spaiate.

<Ciao, figlio di Ade, desideri acquistare qualcosa?> Chiese gentilmente Kelly, scavalcando il bancone con un balzo.

<Will allontanati.> Ordinò, e Will stesso si sorprese di come in un secondo si fosse trasformato. Si sentiva un codardo, ma non vantava di certo grande abilità nel corpo a corpo, e l'arco e le frecce erano chiuse nel bagagliaio, se solo fosse riuscito a raggiungerle.

Perciò decise di obbedire e si lanciò verso l'uscita proprio mentre Kelly aggrediva Nico.

Il figlio di Ade fece un ampio gesto col braccio, e la porzione di pavimento tra lui e l'empusa si aprí in una voragine.

Nico si voltò, Will era ancora fermo sulla porta, e lo guarda preoccupato. <Muoviti Solace!> Lo rimproverò, dissolvendosi nell'ombra.

Will si immobilizzò. <Ma dove->
Non fece in tempo a finire la frase che Nico era di nuovo lì, con la sua spada nera in mano e l'espressione concentrata che aveva sempre quando combatteva.

<Will cazzo va!> Sbottó lanciandosi su Kelly, che aveva fatto fuori i due scheletri evocati da Nico

Will si riscosse. <Si!>
Giusto. Arco e frecce. Bagagliaio. Auto.
Uscì dal prefabbricato di corsa, puntando dritto verso l'auto, aveva appena messo la mano sulla maniglia del bagagliaio quando Tammy lo atterrò. Facendogli sbattere il mento a terra.

<Oh no, non credo proprio.>

<Will!> Gridò Nico distraendosi abbastanza da dare a Kelly la possibilità di arrivargli al viso con gli artigli. Un taglio gli si aprí sulla guancia destra.

<Non distrarti!> Lo rimproverò biondo.

l'Empusa sopra di lui scoppiò a ridere. <Nemmeno tu dovresti farlo.> Gli fece notare Tammy, sollevando un artiglio in aria.

Will si scansò appena in tempo, e gli artigli di Tammy si frantumarono sull'asfalto. Quella ruggì di dolore, e il figlio di Apollo ne approfitto per allontanarla con un calcio.

Aprí il bagagliaio e afferrò l'arco e la faretra.
<Merda.> Ringhiò Tammy rimettendosi in piedi.

Will schivò i suoi artigli per miracolo, sfilando una freccia e incoccandola alla velocità della luca.

Stava per scoccare ma Tammy era troppo vicina. Allungò il braccio e afferrò il flettente spezzandolo come uno stuzzicadenti.

<Cazzo!>

<E adesso cosa farai raggio di sole?> Lo derise l'empusa scoprendo i denti da vampiro.

Pensa pensa pensa. Aveva ancora in mano la freccia che non aveva potuto usare. Se Kayla avesse saputo che usava una freccia in quel modo l'avrebbe ucciso, ma preferiva morire pre mano di sua sorella che di quel mostro.

Sollevò il braccio e conficcò la freccia dritta in mezzo agli occhi dell'empusa, che si dissolse con un grido in una nuvola di polvere.

Il secondo dopo Will era in piedi, con una freccia ferma a mezz'aria e i vestiti pieni di polvere.

<Will!> La voce di Nico lo risvegliò di colpo.

<Nico! Dei, stai bene?> Esclamò preoccupato, sollevato di vederlo andargli incontro di corsa.

<Sì, tu? Sei ferito?> Nico gli si fermò di fronte, scrutandolo preoccupato. Ma si era accorto che il sangue gli stava gocciolando dal mento.

<No che non stai bene. Siediti.> Ordinò aprendo la portiera dell'auto e facendo segno a Nico di sedersi.

Il minore ubbidì imbronciandosi appena per l'ordine ricevuto.
<Sono anche senza ambrosia.> Si lamentò Will frugando nel bagagliaio in cerca di...<Eccola!> Esclamò tirando fuori la cassetta del pronto soccorso.

Nico ruotò gli occhi. <C'è anche un cavallo lì dentro per caso?>

Will ridacchiò, prendendo un cotoncino per disinfettare il taglio.

Nico strizzò gli occhi quando l'acqua ossigenata bruciò sulla ferita. Will si scusò subito, soffiandoci piano sopra per alleviare il dolore. Era un gesto così premuroso che a Nico si strinse il cuore.

Frugando ancora nella cassetta Will si mise a ridere.

<Che c'è?>

<Ti arrabbierai tantissimo.>

<Per?>

Il biondo gli mostrò una scatolina di cerotti. Di Spidarman.

<No.>

<Nico, non puoi stare con l ferita aperta!>

<Non me ne frega niente! Io quei cosi in faccia non li voglio.>

<Dai. Non fare storie.>

<Solace, guarda che ti tagli a metà. Stammi lontano o finisce male.>

Will sospirò. <Ti prego, amore.>

Nico arrossì, raddrizzando la schiena. <Sei sleale.> Sbuffò lasciando che Will gli appiccicasse sulla guancia uno di quei cerotti imbarazzanti.

Una volta fatto il biondo gli prese il mento fra due dita, stampandogli un bacio sulla bocca. <Ti amo.> Trillò rimettendo a posto i medicinali.

Nico sbuffo, affondando nel sedile.

<Non sai quanto.> Rise Will, poi si voltò verso il prefabbricato. <Cosa dovremmo fare?>

Nico seguì il suo sguardo. <Credo nulla. Non possiamo fare niente, se non andarcene il prima possibile.> Suggerì, e Will annuì.

Mise in moto e fece inversione a U, rimettendosi in carreggiata. Pensandoci, era una fortuna che non fosse passato nessuno per strada in quei pochi minuti.

<Perché torniamo indietro?> Chiese Nico.

<Perché non è il momento giusto per portarti dove volevo portarti.> Spiegò semplicemente.

Nico annuì. Un po' ci era rimasto male.

Will se me accorse e sorrise, mettendogli una mano sulla coscia. <Abbiamo tutto il tempo del mondo.> Lo rassicurò, beandosi del piccolo sorriso che ricevette in cambio.

<Okay.>

~spazio autrice

Ciao pupi e pupe. Dopo tutta questa tranquillità ci stava, per la legge della consequenzialità il prossimo capitolo sarà super cute~ non vedo l'ora!!

Kelly e Tammy, le avevate riconosciute?

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