Amore amore amore quasi
I festeggiamenti per il quattro luglio iniziarono più o meno verso le quattro del pomeriggio.
I fratelli Stoll decisero di iniziare con il botto; letteralmente. Per la precisione infilando un petardo nei gabinetti della casa grande.
Inutile cercare di riportare la rabbia di Chirone, anche se dopo la strigliata ricevuta i due figli di Ermes sembravano più intenti a cercare di stabilire l'altezza dello spruzzo d'acqua che a pentirsi dello scherzo fatto.
Will guardò suo fratello Austin preoccupato. Insieme a loro quel giorno c'era anche la sorella Kayla, che si lasciò andare a un lungo sospiro.
<Quei due un giorno o l'altra ne combineranno una davvero grossa.> Commentò raccogliendosi i capelli verdi e con un elastico di Hello Kitty.
Austin lo fissò interdetto. <E quello da dove viene?>
Kayla aggrottò la fronte.<Quello cosa?>
Will indicò il fermaglio rosa trattenendo una risata. <Quello quello.>
Kayla sbuffò. <Lasciamo stare.>
Austin ridacchiò. <Hai ragione, qualcuno dovrebbe dirgli qualcosa, a quei due.>
Will annuì. <Già, forse. Ma non oggi. Oggi si fa festa!> Esclamò avvolgendo un braccio attorno alle spalle di Austin.
<Ma sta zitto! Ci abbandonerai appena Di Angelo si farà vivo.> Protestò Kayla quasi offesa.
<Non è vero!> Si difese il maggiore.
<Sì invece.> Risposero all'unisono i suoi fratelli.
<Che palle che siete. Io me ne vado, ciao.> Sbottò incamminandoci verso la baia. La maggior parte dei ragazzi era già in spiaggia a organizzare i festeggiamenti per la serata. Ognuno uno dava il suo contributo, persino i figli di Ares stavano appendendo asce, sciabole e teste impagliate come decorazioni.
Una testa di cinghiale penzolava proprio sopra il barbecue formato maxi costruito dai figli di Efesto: era grande come un letto matrimoniale misura XXL e emanava un calore tale che sembrava di stare davanti al carro del sole.
Alcuni figli di Apollo se ne stavano stesi al sole, sfruttando l'innato talento per abbronzarsi, beandosi dell'intesa che questa pratica creava con i figli di Afrodite. Percy non era chiaro cosa stesse facendo, ma in ogni caso la cosa andava a discapito della povera Annabeth, che continuava a cercare di annegarlo. Non credo funzionerà, commentò Will fra se e se vedendola spingere la testa del figlio di Poseidone sotto l'acqua.
<Solace!> Esclamò Jason Grace avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle.
<Ehi.> Lo salutò, poi spostò lo sguardo alla sua destra e fece un sorriso alla sua ragazza. <Ciao Piper.>
Lei sventolò la mano. <Ciao Will.>
<Allora!...> Riattiró la sua attenzione Jason. <...pronto a fare baldoria?>
Will sorrise di cuore. <Sì, voglio proprio godermelo questo quattro luglio.>Esclamò, e come un segno dall'Olimpo la voce di Nico Di Angelo gli arrivò alle spalle.
<Interrompo qualcosa?>
Will si voltò di scatto. Nico li squadrava con un sopracciglio alzato e le mani puntate sui fianchi. Indossava dei pantaloni di jeans scoloriti blu e una maglietta bianca che sborsava dalla felpa arancione del campo.
Era così strano vederlo vestito in quel modo che Will lo riconobbe a stento.
I capelli raccolti con un codino sulla nuca gli scoprivano il bel viso; Will credette di non averlo mai visto tanto bello, e glielo confermò l'impulso che ebbe di nasconderlo da qualche parte, così che nessuno lo vedesse.
<Santi numi, Nico! Ti sei dato una bella ripulita.> Si complimentò Jason.
<Nico sei un gran figo, lasciatelo dire.> Si intromise Piper abbracciandolo.
Nico arrossì. <Ehm, sì, va bene.> Tossicchiò guardandosi le scar...aspetta, che? Infradito? Cosa?
<Nico, ma quello sono delle infradito.> Gli fece notare Jason quasi leggendolo nel pensiero.
<Wow Jas sei un genio!> Esclamò lui sarcastico facendo ridere il proprio ragazzo e Piper.
Jason li fulminó tutti e tre con gli occhi. <Simpaticone. Volevo dire che non immaginavo che ti avrei mai visto indossare delle infradito.>
Il moretto si limitò a scrollare le spalle. <Mi sarei sentito più ridicolo a venire con gli anfibi di quanto non mi senta con queste ai piedi.>
Piper scosse la testa, prendendolo a braccetto. Nico avvampò chiaramente a disagio ma lei non parve accorgersene, oppure non gliene importava. <Sciocchezze! Stai che è una favola.>
Assolutamente.
Per una volta sento qualcosa di sensato.
Oh per gli dei è tornata.
Parli di me?
No. Macché.
Sei sarcastico? Perché se lo sei, sei davvero pessimo.
Pussa via!
Jason affiancò Will a braccia conserte, osservando le rispettive metà allentarsi a braccetto.
<Dovremmo essere gelosi o offesi?> Chiese Will indeciso. Si sentiva abbastanza ignorato.
Jason scrollò le spalle, lasciandosi andare in una risata serena. <Nah, non direi. Forza Solace, andiamo a salvare Annabeth da quel cretino di Percy e lui da se stesso.>
La sera arrivò in fretta e senza intoppi. Con intoppi si intendono i fratelli Stroll e i loro scherzi.
Finalmente Nico era riuscito a sfuggire a Pip, in un momento di distrazione, e adesso non riusciva più a trovare Will. Era sparito.
Si avvicinò a Jason con le mani in tasca.
<Jas hai visto Will?>
Il biondo smise per un secondo di rotolarsi nella sabbia con Percy come due bambini dell'asilo e sollevò gli occhi su Nico.
Ma che fanno, la lotta? Dei che scemi. Come ho fatto a prendermi una cotta per uno così infantile?
<Ehi Nico.> Disse Percy.
<Ciao Percy. Allora Jason?>
<Non so, se n'é andato con suo fratello da un po' ormai. Non fate porcherie quando lo trovi.> Si raccomandò facendogli l'occhiolino.
Nico avvampò violentemente, girando sui tacchi e allontanandosi alla velocità della luce, facendo purtroppo però comunque in tempo a sentire la raccomandazione di Percy. <Se proprio dovete però, usate le protezioni mi raccomando!>
<Stronzi.> Sibilò guardandosi attorno in una bolla di imbarazzo mai provato prima.
Austin era davanti al barbecue assieme a un figlio di Efesto grande come un armadio a due ante che discutevano, ognuno con un bicchiere rosso di plastica in mano.
<Austin.> Lo richiamò Nico.
Il fratello di Will distolse l'attenzione dal ragazzone davanti a se per un momento, dedicando la sua attenzione a Nico. <Ehi bellezza!>
Ma cos'è!? La serata "mettiamo in imbarazzo Nico Di Angelo"?
Nico sbuffò. <Sai dov'é Will?>
Austin scosse la testa. <Era qua fino a un secondo fa, ma poi si è allontanato di corsa dicendo che doveva fare una cosa importante.>
<Appena lo trovo lo strozzo. È mezz'ora che lo cerca, dannazione.> Sbottó il minore allontanandosi.
Ma che cavolo stava facendo.
Si diresse verso la cabina 7 a passo pesante. Ormai erano quasi le nove e lui non aveva passato nemmeno cinque minuti con Will, che era l'unico motivo per cui aveva accettato di andare a quella festa, tra parentesi.
Stava per aprire la porta della cabina, ma Will la spalancò dall'interno, stampandogli in faccia le assi di legno. <Cazzo!>
Il biondo sobbalzò sentendo l'imprecazione di Nico.
<Nico!> Strillò soccorrendolo.
<Eh sì, sono io.> Gracchiò il minore da terra. <Dovremo dare un nome anche al mio bernoccolo ora.>
<Fai dell'umorismo?> Ridacchiò Will, sollevato.
<Sì, perché sennò ti uccido. Adesso aiutami ad alzarmi.> Ordinò brusco.
Will rise, e la rabbia scivolò di dosso a Nico come acqua fresca. Lo infastidiva che riuscisse a fargli passare l'arrabbiatura senza provarci nemmeno davvero. Che nervoso! Ecco adesso era arrabbiato di nuovo.
Will gli tese la mano e lo aiutò a rimettersi in piedi.
<Si può sapere che ci fai qui, comunque? Sono tutti in spiaggia. Compreso io, che ti cerco come un cretino dappertutto, poi arrivo qua e mi becco una porta in faccia e adesso tu hai quel sorrisetto da ebete che AAAAAARGH NON TI SOPPORTO WILL SOLACE!> Concluse con il fiatone.
Will aspettò qualche secondo per parlare. <Finito?>
Nico sbuffò, incrociando le braccia al petto. <Sì.> Borbottò imbronciato.
<Bene.> Ridacchiò sotto i baffi Will stampandogli un bacio sulla bocca. <Allora possiamo andare.> Concluse prendendolo per mano e tornando in spiaggia.
<Ancora non mi hai detto che facevi in cabina.>
<Perché non sono affari tuoi.>
<Scusa?>
Will rise. <Sta buono e vedrai okay?>
Nico roteò gli occhi. Non gli piacevano le sorprese. Il che era un peccato, perché Will ne era letteralmente pazzo.
La serata trascorse tranquilla, nonostante l'impegno dei fratelli Stoll, che per andare sul sicuro fecero uno scherzo a Clarisse.
Ci volle mezz'ora buona per convincerla che ucciderli non era una buona idea.
Alle dieci erano quasi già tutti piazzati da qualche parte su un asciugamano, pronti per i fuochi d'artificio.
Will e Nico erano seduti dove si erano seduti quella volta che Will aveva confessato di ammirare Nico da tempo.
Non si stavano nemmeno tenendo davvero per mano, avevano solo i mignoli intrecciati sull'asciugamano e le ginocchia che si sfioravano, ma Will sembrava come volare a un metro da terra.
Nico non poteva non essere divertito dalla sua trepidazione. <Mi vuoi dire cosa stai aspettando?>
<Eh?>
<Sembri un bambino che deve ricevere un regalo.>
Will ridacchiò. <In realtà devo fare un regalo. A te.>
Nico strabuzzò gli occhi. <A me?>
Will annuì contento, ficcandosi una mano nella tasca dei jeans. Ne tirò fuori una chiave argentata attaccata a una specie di portachiavi peloso e arancione orribile.
Nico fissò il batuffolo fluorescente schifato. <Io quel coso non lo tocco.>
L'entusiasmo trasformò lo sbuffò esasperato di Will in una risata. <Dai! Chiedimi cos'é!>
Nico sospirò. <Cos'è?>
Will quasi brillava nel rispondere. <La chiave di casa nostra!> Lo disse così velocemente che Nico credette di aver capito male.
<Davvero?>
Will invece che rispondere si lanciò su Nico, abbracciandolo così stretto che sembrava più lo stesse soffocando.
Il minore ci mise un secondo a riprendersi dallo shock. Poi avvolse le braccia attorno al busto di Will e lo abbracciò altrettanto forte.
Inspirò il suo profumo, caldo e luminoso. Sì, Will sapeva di luce, e se sembra scontato va bene lo stesso. Ma era quello il suo odore: una soleggiata giornata di prima estate, fresca e piacevole.
<Però c'è un problema.> Interruppe il momento Nico, scostandosi da Will, che nel sentire quelle parole perso tipo una decina di battiti.
<Un problema?> Ripeté bianco come un cencio.
<Un problema.> Annuì Nico, grave. <E anche serio.>
<E sarebbe?> Lo spronò Will con la voce che tremava.
<Quelle chiavi io non le posso usare.>
<E perché?>
<Quel coso arancione mi fa paura.>
Will batté più volte le palpebre, sicuro di aver sentito male. <Come prego.>
<È disgustoso, se lo tocco fa a finire che cago arcobaleni.> Spiegò alzando le spalle. L'espressione di Will in quel momento era impagabile; un misto tra: adesso lo uccido e 'è uno scherzo vero? Dove sono le telecamere?'.
<Di Angelo, è meglio se cominci a correre.> Lo avvertí tra i denti.>
Nico deglutì. <Subito.> Ma essere umano si mosse così velocemente. In un secondo se la stava già dando a gambe.
<Sei morto ragazzino!> Lo minacciò Will inseguendolo, facendo ridere Nico, che per poco non travolse Clarisse cercando di sfuggire a Will.
<Se ti prendo ti spezzo!>
<Eddai! Dove hai messo il buon umore Raggio di Sole?>
<Ohhh vedrai dove te lo ficco il buon umore appena ti prendo!>
~spazio autrice
C'è così tanto amore in questo capitolo!
Ragazzi sono così happy che profumo di unicorno! E non so nemmeno perché 🤷🏻♀️
Vi voglio così tanto beneeee ❤️
Ps. Giuro che non mi sono fatta di niente
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