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Fratellastro | Seongjoong


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Ship: Hongjoong x Seonghwa

Dove la madre di Hongjoong e il padre di Seonghwa si mettono insieme e di conseguenza i due diventano fratellastri. Hongjoong è innamorato di una ragazza e Seonghwa è un ragazzo silenzioso...

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Stavo seguendo mia madre con lo sguardo mentre riordinava ogni singolo angolo della casa per i nuovi arrivati. Non ne vedeva l'ora. Era  vedova fino a qualche mese fa, fino a quando non aveva conosciuto il signor Park, che a detta sua, era una persona magnifica. Non lo avevo mai visto sinceramente e non ne ero tanto eccitato all'idea, ma lei era felice e io lo ero altrettanto per lei.
Non avevo problemi ad accettare il mio futuro: da quanto avevo sentito, il signor Park aveva un figlio alquanto tranquillo, perciò non mi scocciava l'idea di averlo in casa, ma questo perché la mia mente si stava concentrando solo su una persona, una ragazza più precisamente, nonché Minjun.
"Hongjoong hai riordinato camera tua? E quella del tuo nuovo fratello?" sentii dire da mia madre, che rimase a guardarmi per qualche secondo negli occhi, mentre io cercavo di mettere insieme le parole e capire cosa avesse appena pronunciato.
"Sì, mamma tranquilla, è tutto a posto" le risposi e lei annuì rapidamente e continuò il suo lavoro.
Non feci in tempo a parlare che qualcuno suonò al campanello: erano arrivati.
"Apro io tranquilla" dissi con tranquillità mentre mi dirigevo verso la porta.
Aprii e trovai un signore sui quarant'anni in su davanti ai miei occhi, sicuramente era il padre.
"Salve signore Park, io sono Hongjoong" feci un inchino e lui ricambiò con un sorriso e allargò le braccia facendomi segno di andare verso di lui. Ero titubante all'idea di abbracciare uno sconosciuto nonostante amassi essere abbracciato, ma mia madre lo conosceva già quasi da un anno, quindi mi feci avanti e lo abbracciai. Alla fine sembrava uno di quei padri là dolci che ti permettevano di fare quello che volevi se solo ti fossi comportato bene, come i bambini piccoli.
"Non c'è bisogno di chiamarmi signor Park, mi va bene Jihoon" aveva un sorriso a trentadue denti mentre mi parlava e io non feci a meno di provare a sorridere.
"Caro" sentii la voce di mia madre, la guardai e le feci spazio andando verso la destra. Lì, potei notare la presenza di suo figlio della quale non me n'ero accorto prima. Era un ragazzo carino a mio parere e sembrava, appunto, una persona tranquilla.
Andai verso di lui superando l'uomo e gli tesi la mia mano come segno di cortesia per salutarlo. Ero fatto così, facevo amicizia con tutti e non mi dispiaceva affatto allargare il mio campo di amicizia. Lui rimase a guardarmi negli occhi per qualche secondo e poi una voce ci interruppe.
"Seonghwa, vieni pure. Non rimanere lì" gli disse mia madre col sorriso e lui mi superò. Scrollai le spalle.
"Oddio siete tutti bagnati" continuò lei e io notai solo in quel momento quel particolare che mi era sfuggito di vista.
Era strano che piovesse a maggio, ma il tempo era abbastanza "bipolare" qui, siccome appena ieri si moriva di caldo.
I due si tolsero la giacca e un forte tuono fece vibrare proprio leggermente i vetri.
Vidi il presunto Seonghwa guardare intorno a lui con uno sguardo misto tra fastidio e paura e risi senza farmi vedere mentre pensavo che forse aveva paura dei tuoni.
"Tranquilla Miujin, nelle valige ci sono i nostri vestiti" disse l'uomo che presto sarebbe diventato "mio" padre.
"Vi aiuto" dissi senza pensarci.
"Joongie tu aiuta Seonghwa" mi disse mia madre mentre si metteva già al lavoro per aiutare Jihoon. Annuì e presi una valigia con lui, per fortuna ne aveva solo due e non di più.
Andammo di sopra e gli mostri la sua nuova stanza che era di fronte alla mia. Posai la valigia per terra e mi girai verso di lui.
"Grazie" mi disse con una voce profonda mentre stavo per chiedergli se volesse aiuto con i vestiti.
"Di che, vuoi aiuto? Tanto non ho niente di più importante da fare" gli risposi. La sua espressione era impossibile da comprendere, non esprimeva niente.
"Se non ti stanchi per me va bene" mi disse e io annuì sicuro, ero abituato ormai con mia madre. D'un tratto vidi un sorriso tranquillo spuntare sulle sue labbra mentre il suo viso si rilassava, ma un altro tuono lo fece sussultare e interrompere il contatto visivo che si era creato tra di noi.
"Hai paura dei tuoni?" gli chiesi senza peli sulla lingua e lui si girò di nuovo verso di me.
"I rumori forti mi creano fastidio" mi rispose e lì, capii perché era così tranquillo e calmo.
"Mi spiace" cercai di distrarlo aprendo la sua valigia e lui mi seguì.
C'era un po' di silenzio tra di noi finché poi lui parlò.
"A quanto vedo hai preso bene la notizia dei nostri genitori" mi disse mentre piegava la sua maglia.
"Sì, era da anni che non vedevo mia madre così felice. Ognuno può innamorarsi di chi vuole" gli risposi sorridendo per mettere un po' di leggerezza alla frase.
"Alla fine, anche noi giovani ci innamoriamo di più persone" conclusi e lui annuì.
"Tu invece?" chiesi a mia volta.
"Stessa cosa" mi guardò per qualche secondo e poi passò a guardare il suo armadio. Io avevo appena finito una valigia mentre a lui rimaneva qualche vestito ancora da piegare. Gli andai vicino e lo aiutai fin quando non finimmo.
"Ti ringrazio...Joongie?" cercò di ricordarsi il mio nome e io sorrisi.
"Hongjoong piacere" gli tesi di nuovo la mano senza rendermene conto, ma questa volta lui me la strinse.
"Seonghwa piacere mio" mi disse e poi sciogliemmo il contatto fisico.
"Scusami per prima se ti ho dato l'impressione di volerti ignorare...ero fradicio e pensavo fosse abbastanza maleducato" si scusò ma io alzai il labbro inferiore.
"Nessun problema" gli dissi poi e sentimmo mia madre chiamarci per cenare. Era già arrivata l'ora di cena?
Ci fu un altro tuono e questa volta Seonghwa sembrò più agitato. Gli misi una mano sul braccio per tranquillizzarlo, ma lui non distolse lo sguardo dalla finestra della sua nuova camera.
"Dai andiamo" gli dissi spronandolo ad uscire dalla stanza e lui finalmente mi guardò. Abbassai la mia mano lungo il suo braccio e sentii la mia mano sfiorare la sua, che però mi strinse subito. Deve avere qualche trauma legato ai suoni forti.
Stemmo zitti e io lo trascinai sotto fino al tavolo per cenare e appena ci notarono, il loro sguardo cadde sulle nostre mani.
"Giusto, ci sono i tuoni" parlò poi suo padre senza distogliere lo sguardo. Cosa c'era di strano?
"Non è un problema, che si mangia?" chiesi sentendo la mia pancia brontolare.
"Venite pure" mi rispose lei e noi ci accomodammo al tavolo. Sentii Jihoon chiamare mia madre per nome e subito mi ritornò in mente la ragazza che mi piaceva a scuola, dato che i loro nomi erano simili. Mi persi a pensarla e a pensare ai suoi morbidi capelli assieme alle sue piccole guance che caratterizzavano un sorriso stupendo.
"Hongjoong non mangi?" il ragazzo mi diede una piccola spinta sulla spalla e io annuì ritornando nel mondo reale. Iniziai a mangiare e appena finito mi alzai e mi diressi in camera mia. Ero stanco e dovevo riposare per il giorno dopo. Ormai andavo a scuola solo per lei.
Stessa cosa fece il mio nuovo fratello, andando però in camera sua e io poi mi addormentai.

Mi svegliai accaldato e con il cuore che batteva velocemente, mentre sentivo dei rumori provenienti da fuori dalla porta.
Mi alzai e andai ad aprire trovando Seonghwa visibilmente spaventato e solo lì mi resi conto che, anche se faceva caldo, i tuoni e la pioggia quella notte stavano aumentando.
"Che succede?" gli chiesi e lui si strinse le braccia.
"Posso stare da te? Anche per terra va bene" mi chiese e io annuì.
"Stai pure sul letto, tranquillo. Vado solo un attimo in bagno e arrivo" gli dissi e lui entrò. Andai dove avevo detto e cercai di ripulirmi dal sudore lavandomi la faccia e il collo. Finii e poi ritornai in camera mia. Stava già dormendo a quanto pare, perciò feci piano e mi stesi anche io sul letto con molta cautela.
"Sono sveglio tranquillo" la mia mente iniziò a pensare che forse non riusciva a dormire senza la presenza di qualcuno durante queste tipo di notti.
"Cerca di riposare perché domani c'è scuola" dissi e chiusi gli occhi per mettermi a dormire.
Avevo la netta sensazione che volesse abbracciarmi perché continuava a sfregare le sue mani contro i suoi bicipiti creando anche un rumore abbastanza fastidioso.
"Seonghwa so che non ci conosciamo se non da poche ore, ma se hai bisogno di abbracciarmi puoi farlo" cercai di rassicurarlo e lui dopo qualche attimo di esitazione si avvicinò al mio corpo e mi strinse a sé. Sapevo benissimo che la paura giocava brutti scherzi, ne ero ben consapevole perciò non mi dispiaceva aiutarlo.

Non mi accorsi nemmeno di essermi addormentato e mi svegliai grazie alla sveglia che suonava ininterrottamente.
Guardai fuori e c'era il sole accompagno ad un cielo sereno senza nessuna traccia di nuvole. Io non lo capivo proprio il tempo.
Sentii una presa sul mio braccio e mi girai verso il ragazzo che aveva dormito con me.
"Hwa svegliati che dobbiamo andare a scuola" iniziai a scuotere il braccio che teneva fino a quando non aprì gli occhi e mi guardò.
"Oh, scusami" disse e si alzò.
"Ma di cosa, stai più rilassato con me. Sono un ragazzo aperto" misi la mano dietro la sua schiena e poi mi alzai per andare in bagno. Uscii ed entrò anche lui mentre io andai a vestirmi e poi lo aspettai fuori da camera sua e andammo di sotto per far colazione.
"Mi scusi tanto, ma io non faccio mai colazione" disse poi rivolgendosi a mia madre.
"Ecco perché sei così magro infatti, dovresti mangiare" dissi prendendo un biscotto.
"Lascia stare mio figlio, è senza pudore con tutti" mia madre mi guardava mentre parlava e negava con la testa. Mi accigliai e la guardai male.

"A me piace" ci fu qualche secondo di silenzio in cui io e il ragazzo rimanemmo a guardarci.
"Vedi mamma? Ci sono persone che ci tengono per come sono fatto. Andiamo Hwa" dissi spingendolo fuori di casa.
"Oh" guardai i due veicoli davanti a me.
"Vieni" disse l'altro mentre apriva una delle due macchine, la sua presumo.
Mi sentivo abbastanza idiota siccome io non sapevo guidare la macchina. Salimmo e poi partì fino ad arrivare alla nostra scuola grazie alle mie indicazioni.
"Rimani con me" dissi io, ma lui allo stesso tempo mi chiese "Posso rimanere con te?". Scoppiammo a ridere e poi entrammo a scuola fino alla nostra classe, che per fortuna era uguale.
"Vieni, siediti vicino a me, tanto non penso che a Yeosang darà fastidio" dissi pensando al mio amico e poi guardai la sedia accanto a quella di Jongho. Andrà a sedersi lì se Kai non verrà oggi e difatti, così accadde: Kai non venne a scuola -solito suo- e Yeo, appena vide il nuovo accanto a me, capì già la situazione siccome gliene avevo già parlato.
"Buongiorno ragazzi" la professoressa entrò.
"Come potete ben vedere, oggi abbiamo un nuovo compagno. Presentati pure" disse poi guardando Hwa.
"Salve a tutti, io sono Park Seonghwa e spero di andare d'accordo con tutti voi" disse alzandosi e facendo un inchino. Ovviamente non mancarono le voci su di lui e....sulla sua bellezza. Mi girai verso
Minjun, ma per fortuna lei non sembrava interessata a mio fratello, però mi rimangiai subito i miei pensieri quando la vidi girarsi e guardare dolcemente Seonghwa.
Sbuffai e ritornai a guardare la professoressa. Cosa aveva lui che io non possedevo?
"La prossima volta potremmo andare dietro?" mi chiese avvicinandosi al mio orecchio.
"Se ti metterai dietro sarai circondato da quelle galline urlanti....non penso ti convenga sai?" scherzai e lui abbozzò un tenero sorriso. La lezione iniziò.

Durante l'ora di pranzo andammo in cortile come nostro solito e lì, accompagnato dai miei amici, potei osservare meglio la ragazza dei miei sogni. Di punto in bianco decisi di andare a parlarle, ma alcune voci mi fermarono.
"Seonghwa" delle "ragazze" si erano messe intorno al mio nuovo amico e stavano creando abbastanza casino con le loro voci acute. Davano fastidio persino a me.
Mi girai e lo raggiunsi mettendomi davanti a quelle ragazze.
"Sì sì, va bene, è un fregno della Madonna, ma adesso lasciatelo respirare Cristo" le spostai e trascinai con me il ragazzo fino a dove ero seduto con gli altri. Yeosang iniziò a presentarsi e da lì si presentarono tutti perciò io sfruttai l'occasione per girarmi e guardare di nuovo lei, ma ci rimasi male siccome stava di nuovo guardando il ragazzo di fianco a me sorridendo. Era normale iniziare a provare un certo fastidio nei confronti di una persona per amore, giusto?

Seonghwa era pure bellissimo e magnifico a detta loro, ma perché lei, proprio lei, doveva focalizzarsi su di lui?
Alcune vennero vicino a noi, più precisamente vicino a lui.
"Seonghwa posso farmi una foto con te?" ma per caso sto tipo e famoso?
"Sì ti prego anche con me" ci fu un'altra voce.
"Vorresti uscire con me?" le ragazze continuarono e io mi stufai. Mi alzai per andare verso Minjun, ma ancora alcune voci mi interruppero.
"Ew Hongjoong sei tutto sporco dietro" era di nuovo quella ragazza che parlava mentre mi indicava. Misi una mano dietro sui pantaloni e poi me la guardai e vidi del terreno. Cazzo ero seduto sulla felpa perché tanto faceva caldo, ma perché lo stesso mi sono sporcato? Accidenti...
Quelle galline iniziarono a commentare come loro solito e io non feci a meno di guardarle male. Ero gentile e simpatico con tutti, ma con quelle era impossibile se non eri "il più bello del mondo".
Alzai lo sguardo su di loro e mi trovai Seonghwa davanti che con la felpa, che aveva le maniche legate al suo collo, la tolse e me la legò attorno alla vita. C'era silenzio attorno a noi. Lo guardai sorridendo mentre lui faceva tutto in silenzio.
"Capita a tutti di sporcarsi" -si allontanò da me e guardò le alte- "Non è la fine del mondo" finì e si andò a sedere per terra, a differenza di prima che era piegato sulle ginocchia, ma questa volta si sarebbe sporcato lui.
"È gay ragazze, andiamocene" disse una di quel gruppetto.
"Quelli perfetti sono sempre dei froci" la raggiunse un'altra e io lì, persi la calma.
"Scusate, ma che cazzo di problemi avete contro le persone che amano il proprio sesso? E poi chi cazzo ve lo dice che lui lo è? Solitamente le persone gay, come voi li definite, si innamorano dei maschi perché le femmine non sono attraenti e non soddisfano i loro standard. Fatevi qualche domanda prima di parlare" ero simpatico con tutti, lo giuravo, ma qualcuno gliene doveva dire quattro a quelle stronze.
Se sentì il rumore della campanella, segno che l'ora di pranzo era già finita e io non ero ancora riuscito a parlare con Minjun.
Sospirai non dando ascolto a quelle voci ed entrai nella mia classe. Qualcuno però mi raggiunse e mi interruppe.
"Hai dimenticato la tua felpa e non volevo che mi difendessi" mi disse con compassione mentre mi porgeva la veste.
"Ti sarai sporcato anche te, mettitela" gli dissi pensando al fatto che la terra era un po' bagnata, ma poi mi ricordai che ero seduto su quella felpa e che quindi era già infangata.
"Oddio scusami" disse e la ripresi in mano per controllarla, ma fortunatamente non era sporca. Mi meravigliai e gliela ridai, ma poi ci ripensai su e gliela legai anche io.
"Tranquillo, non ero completamente seduto. Ero piegato" mi disse e io annuì solo.
"Mi spiace per quelle troie e mi spiace se ti hanno già rovinato la fama al primo giorno" cercai di aiutarlo ma lui negò con la testa.
"Non mi interessa sinceramente, l'importante è che vado bene a scuola e basta" mi rispose e poi entrò in classe. Lo seguii e ci mettemmo vicini.

Finimmo lezione e appena suonò la campanella, Minjun di presentò davanti a noi, più precisamente davanti a Seonghwa.
"Hey scusami, per caso sei impegnato?" chiese poi lei al mio compagno di banco.
Il ragazzo mi guardò e poi guardò lei, negando successivamente. Sbuffai leggermente e mi alzai dal posto, non volevo rimanere lì a sentire quello che si sarebbero detti, ma mi fermai.
"Però non sono interessato ad esserlo" si alzò lui questa volta e uscì dalla classe senza aspettarmi. Rimanemmo io e lei, ma non le degnai nemmeno di uno sguardo perché sapevo benissimo che non avevo possibilità con una a cui piacciono i tipi per il loro aspetto esteriore e non interiore.
Sbuffai col naso al mio stesso pensiero e uscii anch'io. Sono felice che Seonghwa abbia rifiutato, ma poteva almeno aspettarmi no? Sa come tornare a casa da solo?
Stavo pensando mentre guardavo a terra e uscivo dalla scuola completamente, ma mi scontrai contro qualcosa e per un attimo pensai fosse un muro, ma poi sentii una voce.
"Oh eccoti" guardai il ragazzo di fronte a me ed era il mio fratellastro. Mi toccai subito il naso siccome avevo percepito un leggero dolore e lui abbozzò un sorriso.
"Ti ho visto sorridere raramente" e non sembrano nemmeno sorrisi quelli che fai. Volevo dirgli così, ma mi limitai solo alla prima frase.
"Sono fatto così, sorrido e parlo solo se ci tengo" la sua espressione ritornò fredda e io sorrisi involontariamente.
"Ti ringrazio per aver negato prima la mezza richiesta di quella ragazza" gli dissi poi mentre andavamo verso la sua auto. Accidenti devo mettermi a imparare anche io continuavo a pensare mentre salivamo.
"Avevo visto durante la pausa pranzo che ti stavi dirigendo verso di loro e poi prima ti eri arrabbiato" mi disse spingendo con la lingua sulla guancia.
Rimanemmo zitti per il resto del tragitto e appena arrivammo a casa Seonghwa entrò velocemente, ma suo padre lo bloccò.
"Hwa, Joong, come è andata oggi?" chiese l'uomo.
"Bene grazie, sono un po' stanco perciò vado a riposare" rispose il ragazzo e salì in camera sua.
"Hongjoong che cosa è successo?" mi chiese poi Jihoon.
"Cosa dovrebbe essere accaduto?" risposi con una domanda non capendo cosa intendesse.
"Ogni volta che fa quella cosa con la guancia significa che sta mentendo. È successo qualcosa?" mi spiegò meglio la situazione e io negai.
"No, siamo rimasti insieme tutto il giorno, ma non è accaduto niente" risposi e senza dargli tempo di parlare salì sopra da lui.
"Seonghwa?" bussai alla sua camera e poi entrai.
"Hongjoong" sembrava stupito di vedermi e io andai a sedermi accanto a lui sul letto.
"Minjun ti piace? Se sì, dillo, per me non è un problema" ero consapevole che le mie cotte andassero e svanissero. Ero sempre stato capace a controllare i miei sentimenti e quando capivo che non avrebbe funzionato, riuscivo a smettere di farmi piacere quella persona.
Una volta Yeo mi aveva detto che se ero capace di una cosa del genere allora non provavo veramente dei sentimenti...

"Non mi piace, per niente, perché questa domanda?" non mi guardava mentre parlava perciò mi misi sulla sedia della scrivania che era davanti a lui per far sì che mi guardasse. Non mi piacevano quelle persone che non ti guardavano in faccia mentre parlavi.
"Tuo padre mi ha detto che quando fai così con la bocca -mi bloccai per fargli vedere cosa intendessi- significa che stai mentendo" risi alla faccia che avevo appena fatto, sicuro assomigliavo ad un pesce a differenza sua che, quel gesto lo rendeva più figo.
Non mi rispose e io continuai a guardarlo sperando in una risposta, ma non la ebbi.
"Va bene, va bene, non ti costringo a dire niente, ma io ci sono sempre per te sappilo" dissi sporgendomi in avanti e mettendo una mano sulla sua spalla.
"Lo so, ci sei sempre per tutti tu" disse senza però evitare il mio sguardo per fortuna. Non diedi tanto peso alla frase e gli sorrisi.

Dopo aver parlato e avergli chiesto la sua prima impressione sulla nostra classe, uscii da camera sua e misi la sua felpa nella lavatrice.
Entrai in camera mia con un piccolo peso addosso per la sconfitta di stamattina e mi misi a studiare fino all'ora di cena, in cui mia madre ci chiamò, ma ovviamente ritornò di nuovo a diluviare.
"Ma che cazzo di problemi ha il tempo" per fortuna non c'erano tuoni, però era un po' una rottura.
Scesi trovando già Seonghwa sotto, al tavolo che guardava nella finestra.
"In questo periodo il tempo va come vuole" disse mia madre sospirando e io mi sedetti accanto all'altro e poi iniziammo a mangiare in silenzio o, meglio dire, io e Seonghwa rimanemmo in silenzio mentre in nostri parlavano.
"Su ragazzi finite così andate a dormire che è tardi" era la solita e classica frase di mia madre ogni sera dopo cena, ci ero abituato, ma questa volta si unì anche Jihoon. Annuimmo e ci alzammo per andare sopra, soprattutto perché io ero un po' stanco e non proprio di buon umore e quindi mi misi subito a dormire.

Alla fine, prima di cadere letteralmente nelle braccia di Morfeo, sentii un tuono, ma poi mi addormentai prima di poter far qualcosa.
Ero stanco, tanto stanco, ma lo stesso mi ero svegliato e non sapevo se fosse ancora tardi o presto perché c'era il buio fuori e i tuoni erano più forti, in più mi sentivo soffocare. Girai la testa verso la mia destra e trovai Seonghwa messo con mezzo corpo sopra il mio mentre si stringeva al mio braccio. Ci fu un forte tuono e lui sussultò spaventandosi perciò misi la mia mano sinistra sopra la sua spalla e lo accarezzai per cercare di calmarlo, ma allo stesso tempo lo spinsi per girarmi siccome in due distesi con la pancia in su sul mio letto non ci stavamo completamente.
Chiusi gli occhi e cercai di riprendere sonno mentre lo accarezzavo e piano piano iniziai ad addormentarmi.

La mattina mi svegliai veramente stanco, mentre sentivo la sveglia suonare ripetutamente. Allungai la mano per bloccarla, ma colpì qualcosa che fece un verso. Aprii gli occhi e vidi che ero in una posizione diversa rispetto alla notte: io mi trovavo alla destra e lui alla sinistra.
"Ahia!" disse ancora con gli occhi chiusi mentre cercavo di ricordarmi cosa fosse successo quella notte. Ero vestito e lui era vestito, non era successo niente, allora perché eravamo così?
"Scusami, non volevo farti del male" dissi appena realizzai e mi avventai velocemente su di lui per controllare che non l'avessi ferito magari in un occhio.
"Tranquillo, non importa" tolse le mani dalla faccia e mi guardò. Eravamo vicini e c'era silenzio tra di noi, interrotto dalla pioggia fuori dalle finestre.
"Hongjoong oggi tu e-" mia madre entrò e si fermò a guardarci. Non eravamo in una bella posizione.
"Mamma non capire male, non abbiamo fatto niente" cercai di dire velocemente, ma lei sorrise.
"Tranquillo, so già della paura si Seonghwa e mi fa piacere che sia riuscito a trovare riparo in te" guardò il ragazzo vicino a me con lo stesso volto e con un tono dolce.
"E poi, non ho problemi con questo genere di cose Hongjoong, lo sai benissimo" si rivolse di nuovo verso di me e io iniziai a sentire un certo calore nel mio corpo che a tratti era anche un po' fastidioso.
"Comunque sono venuta a dirti, anzi, a dirvi che oggi le scuole sono chiuse a causa del maltempo che c'è fuori. A quanto pare peggiorerà anche più di così" stavolta guardò fuori dalla finestra e sospirò.
"Dormite o venite a fare colazione?" ci chiese e io negai subito con la testa.
"Notte mamma" le dissi e feci finta di dormire mentre aspettavo che lei se ne andasse. Si sentì una risata dolce accompagnata a quella di mia madre e poi la sua voce.
"Anche io torno a dormire" disse con fare educato e la porta poi si chiuse.
"Hongjoong" sentii un sussurro e mi girai verso di lui.
"Scusami se ti ho già dato fastidio" la sua voce era roca ma anche spezzata.
"Ma non è un problema per me, non scusarti" avevo paura che si sentisse in colpa, ma non era a causa sua se aveva questi traumi e lo stesso non era colpa sua se proprio quando si era trasferito in questa casa era iniziato il diluvio.
"Solo una cosa....come mai ci siamo scambiati di posto?" gli chiesi, ma lui non rispose, anzi, si girò dall'altra parte dandomi la schiena e tornando a dormire.
"Non importa, notte" dissi, ma poi ricordai che la luce proveniente dalla finestra colpiva sulla sua faccia siccome era al mio posto e che quindi non sarebbe riuscito a dormire. Mi alzai e andai a chiuderla mentre l'altro mi stava guardando.
Ritornai nel mio letto e ripresi a dormire, ero felice che durante la scorsa notte aveva piovuto così tanto.

Nessuno era in grado di accorgersi di quando iniziava a dormire e questo valeva anche per me, ma in questi giorni continuavo a svegliarmi con qualcuno che mi abbracciava continuamente, non che la cosa mi desse fastidio ovviamente, ero sempre stato un ragazzo molto affettuoso e mi piacevano gli abbracci, solo che questa sensazione, impossibile da descrivere, mi dava, appunto, fastidio.
Sentivo il suo braccio sul mio bacino. Ero nervoso perché non avevo un corpo palestrato come gli altri, ero magro e avevo un po' di muscoli, ma lo stesso non volevo che pensasse che fossi uno sfaticato.
D'un tratto mi sentii essere più stretto dalle sue braccia e la sua faccia era vicino a me. Una sensazione si stava propagando all'interno del mio corpo, una sensazione di calore che non smetteva di regalarmi anche piacere. Cercai di svegliarlo perché ero appena sveglio e non avrei mai retto una cosa del genere, qualcosa che non sapevo nemmeno descrivere a parole.
"Seonghwa svegliati" lo mossi un po' finché non aprì gli occhi.
"Quando dormi sei molto affettuoso, al contrario di quando sei sveglio" cercai di sdrammatizzare la situazione con un sorriso e lui aveva le labbra gonfie.
Mi strinse di più a se facendomi girare e scontrare la mia schiena contro il suo petto. Sentii il mio fondoschiena essere sfiorato con la sua gamba e mi arresi a quello che stavo provando tirando un forte sospiro.
"Seonghwa cosa stai facendo" chiesi indirettamente.
"Posso chiederti una cosa?" sentii il suo fiato sul mio collo e io annuì.
"Ti piace ancora quella ragazza? Quella di ieri dico" negai con la testa, ma l'idea che lui e lei potessero stare insieme mi dava fastidio.
"Perchè? Vuoi provarci?" il mio tono era cambiato involontariamente ed era più duro.
"No, era solo per chiedere" mi disse e poi stette zitto.
"Se ti piace dillo e basta" continuai. Volevo staccarmi dalla sua presa, ma era più forte e una minima parte di me voleva rimanere così.
"No, dico veramente, era solo per chiedere" continuò lui, ma non ci credevo.
"Dio Santo Seonghwa se ti piace dillo senza crearti problemi, ti ho appena detto che a me non piace" non sapevo perché avevo questo fastidio, ero geloso sì, ma il fastidio era diverso da quello di prima.
"No" rispose impassibile.
"No cosa? No, non lo dici? O no, non ti piace?" mi girai con la forza che avevo nel corpo e lo fissai cercando di essere arrabbiato, ma non riuscivo.
"No, non mi piace" concluse infine mentre si allontanava da me e contraeva il volto.
Mi arresi, non me l'avrebbe detto lo stesso alla fine, perciò rimasi zitto.
"Da un anno c'è una persona che mi piace" mi disse dopo qualche attimo di silenzio.
"Un anno?" chiesi per essere sicuro e lui annuì.
"Fa parte della tua vecchia scuola?" chiesi e lui si accigliò.
"Vecchia scuola? Guarda che io vado nella stessa in cui vai te, solo che mio padre ha voluto cambiarmi di classe" mi disse e io lì capì tutto. Ecco perché sapeva andare e ritornare a scuola senza il mio aiuto.
"E chi è questa persona?" avevo voglia di qualcosa in quel momento, ma non sapevo cosa.
Si alzò poggiandosi sul gomito e mi guardò sorridendo più intensamente di tutte le altre volte e io guardai quel quadro perfetto che si creava con quel sorriso.
"Spero tu non sia contrario" disse.
"A cosa?" pensavo stesse per dire il nome di una ragazza, ma mi bloccai sentendo qualcosa di morbido sulle mie labbra.
Erano le sue, erano tanto morbide e le sentivo bene. Mi accorsi dopo che un ragazzo mi stava baciando e io non volevo allontanarlo, anzi, provavo solo piacere.
"È da un anno che mi piaci" mi disse appena si staccò. Ero stupito perché io non lo avevo mai notato in vita mia, non lo avevo mai visto.
"Io non so cosa dirti...ma ho bisogno di nuovo di quello" dissi volendo di nuovo provare la sensazione di avere qualcuno che ti baciasse. Lui mi accontentò subito e ritornò sulle mie labbra mordendomi quello inferiore. Lo ritirai rapidamente dalla sua bocca e presi il suo. Era veramente morbido e non volevo staccarmi.
Dopo mezzo minuto però si staccò e io non riuscivo a placare quella sensazione, era impossibile perché non la stavo comandando io, ma il mio corpo.
"Seonghwa...non posso.."cercai di dire quello che pensavo mentre formulavo una frase di senso compiuto prima che lui intendesse male.
"Non voglio andare velocemente, ci siamo appena conosciuti" non sapevo cos'altro dire per fargli capire che lo volevo vicino a me e volevo avere sempre i suoi baci, ma mi arresi e lo dissi senza girarci attorno.
"Però ti prego aspettami e non privarmi dei tuoi baci" dissi vergognandomi tantissimo ma lui rise.
"Lo so già, non c'era bisogno di dirmelo" era veramente bellissimo quando sorrideva, chiunque poteva benissimo innamorarsi di lui, ma a quanto pare, per mia fortuna, riservava questi bellissimi sorrisi solo a me.
"Posso avere un altro bacio?" chiesi quasi frignando e lui mi accontentò. Non volevo che nessuno ci disturbasse e volevo essere abbracciato da lui, difatti mi capì al volo e mi strinse la braccia attorno al busto.
Stavo bene, ero felice e non riuscivo ad eliminare quella sensazione dalla pancia a differenza di quando ero con gli altri. Ero veramente perso ora e sicuramente me lo sarei goduto fino alla fine...



Un sorriso da Mingi

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