Una sola frase: ti amo
Il giorno dopo, come previsto, si svegliarono all'alba e entrambi uscirono per iniziare gli allenamenti corpo a corpo.
Dopo circa un'ora si presero una piccola pausa conversando sull'imminente attacco e videro Erwin parlare con Hanji; era tornato al campo qualche minuto prima, portando con se innumerevoli armi e viveri, e ora stava parlando con Hanji riguardo le strategie d'attacco e il funzionamento del fucile al plasma di quest'ultima. Lanciò una strana occhiata a Eren ma distolse lo sguardo così in fretta che il castano pensò di esserselo immaginato:- torniamo ad allenarci?- il moro lo distolse dai suoi pensieri e Eren assentí.
Più tardi si recarono al campo dove alcune reclute si stavano allenando a sparare contro dei bersagli appositi, videro Hanji correre loro incontro:-Ciao ragazzi!!!- disse una volta di fronte ai due, forse con una voce fin troppo alta:-Quattrocchi abbassa la voce!- mormorò infatti Levi scocciato:- Levi sei noioso!- gli rispose ridacchiando lei:- Volevo farvi vedere come funziona il mio fucile al plaaasmaa!!!- disse saltellando, mentre Eren rideva leggermente:- Venite!!!- la castana li afferrò per un braccio e li trascinò verso l'ultimo bersaglio libero; afferrò il fucile e azionò una piccola valvola nera, posta sul lato sinistro dell'arma che fece illuminare quel lato di una luce bluastra, schiacciò e tirò poi indietro una piccola leva che fece vibrare leggermente l'arma mentre una sfera di energia si ingrandiva sempre più.
Lasciò andare la leva e sparò una sfera azzurra e molto luminosa contro il bersaglio, distruggendolo; sorrise soddisfatta e si girò verso i due compagni guardandoli, Eren aveva un'espressione stupita mentre Levi aveva sempre quello sguardo annoiato e truce che lo rappresentava:-Wow Hanji! Come sei riuscita a costruirlo??- Le chiese entusiasta Eren:-Ho utilizzato dei pezzi dei cyborg e alcuni fucili a protoni ormai inservibili e poi..- -Sentite, pazzi schizofrenetici, io vado a parlare con Erwin, riguardo le armi- la interruppe Levi annoiato, i due annuirono ridendo leggermente e lui si allontanò.
- Hey sopracciglione, sono venuto a controllare le armi- lo "salutò" Levi una volta giunto di fronte a lui:- Oh, buongiorno anche a te Levi. Ecco tutto quello che sono riuscito a recuperare dall'accampamento ormai distrutto della mia squadra- disse con una punta di malinconia nella voce, il corvino afferrò un fucile e lo puntò contro un bersaglio a circa 100 metri di distanza da lui e sparò, colpendolo in pieno:- mh non male- disse, lasciando Erwin leggermente allibito.
Era ormai sera, il sole era calato dietro le montagne in lontananza,che segnavano il confine del campo base e si ergeva splendente la luna piena, tutti erano nelle proprie tende a dormire, tranne due persone.
Data l'imminente battaglia che avrebbe potuto segnare la fine di quella guerra in corso da secoli, Eren e Levi non riuscivano a prendere sonno, anche se ormai erano abituati essendo entrambi costantemente tormentati dagli incubi che incombevano nelle loro menti; Levi dal canto suo si trovava seduto al tavolo a studiare alcune mappe, mentre Eren fissava insistentemente il soffitto.
Improvvisamente si alzò e con passo deciso si avviò verso la tenda del moro, scostò lentamente i lembi del tessuto e diede un'occhiata all'interno: tutto, come sempre, meticolosamente ordinato e pulito, la libreria posta di fianco al letto e il tavolo vicino al piccolo divano contro la parete. Il castano entrò lentamente nella "stanza" e stava per chiamare il moro quando si ritrovò le braccia bloccate e la lama di un pugnale a pochi millimetri dal collo:- Levi! Sono io!- -Moccioso, lo sai che non devi entrare qui senza annunciare la tua presenza..- disse leggermente scocciato Levi:- si scusa- ridacchiò il più giovane:- comunque.... Perché sei qui?- gli chiese il moro tornando a studiare le mappe:- Ormai dovresti saperlo...- mormorò di rimando Eren:- Incubi?- -già, sempre lo stesso...La morte della mia famiglia... E tu? Come mai sveglio a quest'ora?- domandò tentando di non pensarci:- Stesso motivo- rispose di rimando il moro senza voltarsi, il più giovane fece qualche passo verso il tavolo esaminando le mappe che il più grande aveva posizionato ordinatamente sul tavolo, senza però osservarle veramente:- A cosa stai pensando?- gli chiese il moro accorgendosi dello sguardo perso dell'altro:- mh? Nulla in particolare solo...- sospirò facendo poi scontrare le sue iridi smeraldo con i suoi occhi di ghiaccio:- ...Quando avrà fine...Tutto questo...- chiese, rivolto più a se stesso:- Me lo chiedo da sempre e...Eren..- disse avvicinandosi al viso del più giovane:- ...È meglio se riposi ora- mormorò semplicemente:- Domani dovrai essere riposato e pronto a combattere... Ricordalo- gli disse alzandosi e avviandosi verso la tenda con il più piccolo che lo fissava leggermente confuso, ma decise di acconsentire augurando "buonanotte" al moro e dirigendosi verso la sua tenda.
Il buio era padrone di quel posto, ma era un luogo? Non lo sapeva... L'odore acre del sangue contornava quell'atmosfera cupa. Uno scalpitaccio di metallo lo fece voltare verso la porta dalla quale proveniva una luce soffusa, la porta si spalancò è una luce bianca investì il ragazzo. La luce si fece sempre più forte e poi.... Sangue.
Un paesaggio apocalittico si presentò davanti ai suoi occhi: arti strappati, uomini con i volti spappolati; una montagna di cadaveri si ergeva davanti a lui, i corpi rigidi e i volti contratti in smorfie terribili. Gli abiti lacerati e inzuppati di sangue, nessuno era stato risparmiato...Ma la visione più agghiacciante fu la lancia aguzza su cui era impalato il corpo fragile e pallido di un bambino. (Cit-Eragon) Il ragazzo guardò quel luogo disgustato e con gli occhi spalancati, il suo sguardo si spostò da destra verso sinistra e vide una scena che per poco non lo fece cadere: un uomo, dal viso pallido e i candidi capelli corvini era sdraiato in una pozza di sangue e appena volse lo sguardo verso il ragazzo, alzò la mano tremante e sussurrò un flebile:-scappa-
Il castano si svegliò di colpo ansimando pesantemente, gli era capitato più volte di fare degli incubi ma mai erano stati così realistici; sentì dei passi fuori dalla porta e il corvino irruppe nella stanza:- Eren!??? Che succede???- il castano lo guardò non capendo, poi comprese che molto probabilmente aveva gridato nel sonno:- Nulla...Ho fatto solo un incubo- gli rispose con la voce leggermente incrinata, il moro si sedette sul letto accanto a lui:- Vuoi parlarne?- gli chiese e il più giovane iniziò a raccontare, mentre involontariamente alcune lacrime gli rigavano il volto: il più grande ascoltò pazientemente per poi prendergli il viso con le mani e asciugargli le lacrime delicatamente:- Eren, è stato solo un incubo non devi preoccuparti- -Ma stavolta c'era dell'altro, e poi... Ho avuto paura di averti perso...- ribatté con gli occhi lucidi e arrossendo lievemente per la vicinanza con il più grande, il quale si limitò a guardare il giovane:- Eren...- il moro annullò le distanze tra di loro assaporando quelle labbra tanto bramate; non fu nulla di passionale, solo un dolce e casto bacio, ma che entrambi desideravano da tempo senza saperlo.
Non appena si staccarono per la mancanza d'aria i loro sguardi si incontrarono e rimasero così, senza dire una parola, consapevoli della costante presenza dell'altro e che sarebbero rimasti uniti...Sempre.
-Ti amo- sussurrò il corvino fissando negli occhi il castano.
-Anch'io... Da sempre... Ti amo- mormorò il più giovane stringendosi all'amato.
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Angolo psicopatica
FUUH! CE L'HO FATTA! Sto capitolo è stato un parto, (citando qualcuno) ma non di quelli normali, un parto cesareo! 😂Okay a parte le stronzate, spero vi sia piaciuto questo capitolo...Aspettatevi delle belle cose nei prossimi 🌚
Ciaoh
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